mercoledì 30 giugno 2010

Brrrrrrr.......... brancameeeentaaaaaaaaaaa ..o no?


Brrrr…. Certo che fa freddo, eppure siamo quasi a Luglio … e poi è impossibile che faccia freddo ricordo benissimo che stamattina sono uscita in infradito e canotta..perchè adesso ho i brividi…. mi giro e vedo uno strano tipo li in fondo alla cabina della metro, che invece di suonare un violino o semplicemente chiedere dei soldi ha un baracchino con una scatola di vetro sopra con dentro… della nebbia tipo, che raccoglie in bottiglie e la vende, la cosa strana è che dalla bottiglia esce tipo un vento gelido… tipo quando sei nel bel mezzo di una situazione imbarazzante e tutto a un tratto cala il gelo… solo che non cala…esce, e non ci sono situazioni imbarazzanti…. Certo che la tecnologia ne ha fatti di progressi eh….. certo che un venditore non dovrebbe nasticare la cicca in quel modo… che fastidio…


Scendo in duomo e … oh ma fa freddo sul serio … ma che cavolo… ho picchiato la testa e dormito per 6 mesi? Oppure non era la metro ma l’orient express e son finita al polo? Almeno il controllore poteva darci del moonboot…. Con le infradito fa un tantino freddo…

Bella però piazza duomo coperta di neve, ma quel tizio enorme che ci fa li tutto nudo a giocarebattendo le mani contro un tizio decisamente più piccolo… oh Dio…ma che razza di denti…. ma non è un tizio è un tricheco…. Eh no è devo aver picchiato la testa… ma forte o essere stata rapita dagli allieni….

Chiudo gli occhi, li riapro, tolgo le lenti e le butto…. Metto gli occhiali…. … guardo per terra e vedo dell’erba…. Aaaahhhhhh meno male allora è tutto ok… siamo a luglio…. Ma ad un tratto mi sento strattonare e una mandria di persone mi travolge rincorrendo un biondino pallido e magrino, una tizia gli sputa un tranquillante con la cerbottana (Oh bestia…che mira però…) e questo mi crolla a terra mentre tutti gli inseguitori gli si posizionano attorno.. la tizia gli apre la bocca e dice: ecco vedete i norvegesi sanno come curare i loro denti….

Prendo gli occhiali e mi ci siedo sopra…. Eh no è qui qualcosa non va…. Ad un certo punto sento urlare e vedo gente che si arrampica sui muri saltellando per i tetti… o è natale e babbo natale sta cercando di entrare dal camino, o è il rifacimento di mary popping .. ma non sento cantare cancaminin… o stanno girando il 4 film della saga di twilight … e invece no, a un certo punto uno sfigato tira fuori dalla tasca una confezione di cicche e le fa girare tra le mani come una majorette col bastone…e sti uomini mezzi lupi e mezzi uomo ragno si fermano a guardarlo ammirati…. ….

Chiudo gli occhi li stringo forte e li riapro…. Sono sdraiata.. sul mio divano col gatto sdraiato, come sempre sulla mia schiena… e alla tv, come sempre, c’è della pubblicità… Ups… mi sa ch emi sono addormentata mentre guardavo … chissà cosa….

Mi alzo,ovviamente dopo aver svegliato gemma che si sposta un po’ infastidito, mi alzo , spengo la tv e vado a letto… ah no la pillola…. Apro la borsa prendo il pacchetto ne tolgo una e sto per metterla in bocca… quando mi accorgo che è una vigorsol…..

???? …. ?????? ….. !!!!!!!!!!!!!! ecco che mi assale la reminiscenza…..

E chi lo dice che la pubblicità non ha messaggi subliminari? Su di me fanno effetto anche se dormo!!!!!



Smi

venerdì 11 giugno 2010

dal peyote alla penna....

Sto studiando con non poche difficoltà il xx secolo letterario in francia, e per dover sono incappata in Antonin Ardaud. Ammetto che la critica scritta da Carlo Pasi per una come me che è più per i romanzi che per le poesie, raccolte, il teatro crudele e i cahier risutlta noiosa e poco comprensibile. Posso anche dire che questo esame mi regala ore e ore e ore di sonno grauito, dal momento che alla seconda pagina crollo sistematicamente con tanto di bolla al naso..
ma una cosa me la chiedo, com'è che i più grandi scrittori, attori, poeti, artisti sono sempre dei drogati, alienati, con menomazioni fisiche e/o mentali, che hanno subito elettroshock o comunque sono stati internati, che hanno subito violenze, traumi ....
non è che questa cosa mi piaccia molto..voglio dire, capisco che Artaud sostenga che il teatro, la scrittura siano il solo modo per salvarsi, sfogandosi e facendo uscire all'esterno le crudeltà racchiuse all'interno e...curandole mostrandole al pubblico.. ma..
mi chiedo... io non fumo, non sono proprio capace, la vale ha provato a insegnarmi ma con pessimi risultati direi, bevo poco, non mi drogo ... devo metter via l'idea di poter mai diventare un artista, scrittrice, e continuare a disegnare donnine dei manga sui ciscini e magliette solo per mio diletto... oppure c'è la possibilità che si riesca ad essere espressivi senza essere ciechi, malformati, farsi togliere due costole e fumarsi l'intero paese?
ok ... ho coapito, mi sa che mi tocca imparare a fumare...
OH MAMMA .... Vale era così che dovevo dire per aspirare? .....

Smi

domenica 6 giugno 2010

Appunti di un viaggio interiore...


 Una volta scrivevo,per me .. o forse per dei lettori immaginari che si sarebbero dovuti introdurre in camera mia arrampicandosi al 4 piano tipo spiderman e cercare tra i milioni di quaderni miei e di mia sorella sparsi per la nostra cameretta per trovare quel quaderno bianco, con una cuore, una penna e delle bolle di sapone disegnate sopra.


Un po’ infantile vero? Del resto ho iniziato a scrivere a 13 anni, direi che infantile era un aggettivo che mi si addiceva molto. Ed ora io, Emily, dopo ..beh.. dopo tanti anni sto ancora scrivendo. L’unica differenza è che non uso più quel quaderno e quella penna, ma un pc. Quello che scrivo però, è ancora quello che viene da mio cuore. Dicono che le cose più vere e più credibili sono quelle che escono da li, per gli scrittori, i cantanti, i poeti, i pittori, per tutti quelli che creano insomma.

Sai, ci sono lettere che ho creato per te. Alcune le ho spedite, alcune te le ho date, altre le ho solo scritte. Vuoi sapere se le ho conservate? Si.. per un po’. Ma poi a un certo punto, come quando quel giorno come un fulmine mentre camminavo sono stata colpita dalla sensazione che tu avessi un’altra, ed era vero, a un certo punto sapevo che non ti interessava leggerle. Probabilmente non ti era mai interessato, probabilmente era stato un gioco, un diversivo, un illusione, una comparsa nella tua serie televisiva preferita, questa COSA che c’era tra di noi. Così le parole si sono cancellate. Sai, le avevo scritte con la penna, non al computer, e su carta colorata, carta del tuo colore. E una notte, le ho riprese in mano e le lettere si cancellavano sotto i miei occhi man mano che andavo avanti, finché non sono più riuscita a leggere nulla, perché le pagine erano tornate vuote. 15 pagine.. 15 pagine completamente vuote erano davanti a me e io mi chiedevo..come è possibile? Sono sicura di averle scritte, ne sono sicura.

Sapere che per te non contavano, nessuna parola contava, nessuna lettera, nessun punto, punto e virgola e faccina sorridente, le ha cancellate. Uno scrittore non esiste se non ha un lettore, un attore diventa invisibile senza un pubblico e le mie lettere sono sparite senza te. Ho preso le tue dal cassetto e.. non ho avuto la forza di rileggerle perché non avrei creduto più a una sola parola di quello che avevi scritto.. non potevo. Sono uscita dal mio letto e con le lettere in mano sono andata in bagno. Ho messo il tappo e ho riempito il lavandino d’acqua, ho tolto le lettere dalla busta su cui avevi scritto il mio nome e intere le ho appoggiate nell’acqua e le ho guardate, per ore. Le ho guardate finchè le parole sono diventate macchie, sono diventate illeggibili, confuse, macchie di inchiostro su un foglio bianco che galleggiavano davanti ai miei occhi… ma non scomparivano ancora. Non contavano più niente ma non scomparivano, così ho preso quei pezzi di carta , che al momento mi ricordava la cartapesta, che all’asilo usavamo per costruire i burattini da far muovere infilandoci le mani e nascondendoci sotto un palchetto costruito per l’occasione e far ridere gli spettatori, mettendo in scena una storia. Ho preso quella carta e l’ho buttata nel water, in piccoli pezzi, tirando spesso l’acqua per non farlo intasare.

Quella carta aveva fatto di me quei burattini dell’asilo, e tu con le mani dentro di me mi guidavi dove volevi, finchè un giorno non ti sono più servita, e hai tolto le mani, lasciandomi vuota.

Ora quella carta non c’è più, ma il vuoto, quello non si riempia mai del tutto.

Vuoi sapere cosa ho fatto delle 15 pagine ? sono ancora li. Io non riesco a vedere le parole, ma sono ancora li, magari un giorno riappariranno, magari no. Magari ho solo creduto di averle scritte, magari i miei occhi sono ancora troppo pieni di lacrime e io semplicemente non riesco a vedere.

Non ti spedirò questa lettera. Non la leggeresti perché hai deciso di ignorarmi e che io non conto niente. Ma ho capito che a volte chi scrive è spettatore di se stesso, che a volte anche se si è l’unica persona a leggere la propria storia, nonostante la si conosca già, si riesce ad avere un po’ di pace, di sollievo e a risalire da quel pozzo buio in cui chi scrive ha la sensazione di essere, ma chi legge può alleviare accendendo una torcia, buttando una fune, dicendo sono qui.

Emily