
Devo ammettere che anche io da piccola, magra, bruttina e triste adolescente, amavo sognare di essere la protagonista di uno dei miei libri, o di uno di quei film a lietissimo fine la cui protagonista bruttina e coi capelli rossi alla fine diventava una figa pazzesca e si fidanzava col supercampione del liceo, con un castello a Neuchatel e una ferrari rossa come i suoi capelli.
Ma poi si cresce, e ci si rende conto che la vita reale non solo è diversa, meno a lieto fine forse, ma è molto più imprevedibile e soprattutto ha un sacco di pagine bianche da scrivere a proprio piacere.Certo i libri letti così come le esperienze fatte ci restano dentro e ad un certo punto fanno parte del nostro vissuto, dal momento che il nostro cervello distrattamente si dimentica di aprire una nuova cartella chiamata “libri & co.” E butta tutto in “c:\users\sminky\documents\ricordi vari” ma se ci si punge con un ago o ci si scotta mentre si stanno preparando dei biscotti al cioccolato per lo zingaro che vive su una barca sul lago, ci si rende conto che quella è la vita di qualcun altro, la fantasia di qualcun altro.
Il rischio è che tutti piantino girasoli e disegnino cuori sui parabrezza delle auto, tutti bacino al contrario come spiderman, tutti vadano al louvres a leggere i segni nella Monna Lisa, tutte facciano le puttane sul viale zara aspettando che Richard incapace di usare il cambio manuale, si fermi con la limousine li davanti.
Un tantino surreale direi… oltre che poco fantasioso.
Rassicurante, come una foto in bianco e nero che nasconde i difetti, ma altrettanto sterile.

Lascio le finzioni e i dèjà vue a chi non ha di meglio da offrire, io scrivo le mie pagine bianche con lacrime e sangue… reali.
Smi