La capacità di seguire il corso della storia indipendentemente dal proprio stato d’animo. La capacità di continuare a scrivere un episodio buffo in modo divertente anche se hai il cuore a pezzi e vorresti scrivere una lacrimevole pagina di diario. Oppure di descrivere in modo commovente la perdita del migliore amico della protagonista mentre sei euforica perché hai ricevuto un messaggio che ti fa sussultare il cuore e vedi tutto rosa e con un sorriso a 52 denti stampato in faccia.
Io non lo so fare.
Se sono a pezzi dentro, dalle mie dita escono solo piccoli rimasugli del mio cuore che si sbriciola e punti aperti delle suture delle mie cicatrici, il tutto bagnato da lacrime q.b , un pizzico di sale e un po’ di prezzemolo tritato a scrittura ultimata.
Così la storia di Emily, che alla fine ha o avrà, spero, una specie di senso logico e di linea temporale, è stata scritta saltellando da un capitolo all’altro, da una parte di storia all’altra a seconda dell’umore della sua creatrice, della sua vita oscillante tra altissimi e bassissimi, della quantità di spritz ingurgitati la sera prima o del risultato della partita della settimana, delle lacrime versate sul cuscino che ormai credo sia più umido dell’hammam alle terme di monticello, di un messaggio inaspettato ricevuto che scalda il cuore più velocemente di quanto si scaldi la caldaia del ferro da stiro, della quantità di ore dormite durante la notte.
La cosa buffa è che nonostante tutto non credo che sarò mai capace di scrivere escludendo i miei sentimenti. Quindi al diavolo quel metodo tanto predicato al liceo per scrivere i temi, che prevedeva uno schema preliminare composto da introduzione, e via i suoi 3-4 punti salienti, svolgimento.. con tutti i suoi punti necessari e parte conclusiva.
Io prendo un ascensore e vado su e giù per la mia storia, a volte chiudendo gli occhi e schiacciando un tasto dell’ascensore a caso, a volte usando le scale per non sentire la sensazione del vuoto allo stomaco.
Forse…
Forse non è così male essere uno scrittore di serie b … o serie c… o magari anche di prima divisione.
Forse quello che conta è esprimere qualcosa che qualcuno possa capire, o forse qualcosa che aiuti te stesso a far uscire quello che hai dentro e che ti fa male e ti brucia così tanto che ti consumerebbe, o che è così grande e scoppiettante che non puoi contenere.
Forse…
Forse non riesco a smettere di scrivere.
Scrivere senza sentimento non avrebbe significato, sarebbero solo tante parole buttate su un pezzo di carta senza nemmeno tanto ordine.....e poi come giustamente scrivi tu, non esistono scrittori di serie A,B o C....esistono persone, con dei sentimenti da scrivere.
RispondiEliminaP.S....mi sono innamorato dei tuoi pensieri!!!!!!
RispondiEliminaMa Grazie :)
RispondiElimina:-)))
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