giovedì 30 aprile 2009

Sun-smiling ..


Avete presente quelle giornate in cui siete talmente di buon umore che qualsiasi cosa succeda il sorriso non vi si spegne mai ? ecco, oggi è una di quelle…
Sarà che mi ci sono addormentata con questo sorriso e magari nella notte mi è venuta una paralisi, ma fatto sta che stamattina non ho nemmeno dovuto far fatica ad aprire la bocca per lavarmi i denti…. anzi la mia immagine riflessa nello specchio, una volta finito di lavarli si è animata e mi ha detto: “Oh ma la smetti? Guarda che razza di capelli e di occhiaie hai e smetti di ridere va….” Ma chi la ascolta?? Me ne vado in cucina e sento bussare allo specchio… torno indietro e la mia immagine riflessa mi dice: “fatti almeno la coda va, deficiente…”… effettivamente ha ragione…
Faccio un po’ fatica a legare i capelli col sorriso perché mi si tira tutta la faccia e non capisco quante mollette devo mettere in testa… ma chi se ne frega, devo solo andare in ufficio!
Torno in cucina…… mi fermo….. torno indietro e mi rimetto davanti allo specchio…
Oh è ancora lì… nonostante io abbia pensato “(…) andare in ufficio” è un sorriso con scudo e elmetto e resiste a qualsiasi cosa!
Esco di casa e vado verso il comune in cerca della macchina… una volta arrivata li, non la vedo e mi ricordo che ieri sera non c’era posto e l’ho parcheggiata alla palestra, torno indietro e passando davanti alla vetrina del bar sbircio la mia faccia…. sempre li…. Mi rigiro e tentando di coglierlo di sorpresa mi rigiro in un lampo… ma lui è sempre li. Mmmm… tenace ….
Mi faccio tutta la salita e arrivo in cima con la lingua di fuori.. ma perennemente in paralisi della bocca, salgo in macchina e via verso l’ufficio. Mi guardo allo specchietto mentre son ferma al semaforo… oh non si abbassa di un millimetro! Avete presente Joker? Ecco… l’ampiezza del sorriso e lo spazio che occupa sulla mia faccia è proprio quello….
Metto la prima, sorrido, la seconda…sorrido,mi fermo perché il vigile deve far attraversare un bambino per volta…sorrido, mi accorgo che finalmente c’è bel tempo dopo una settimana di diluvio universale….sorrido…. sarà mica merito del mio umore se è finalmente uscito il sole???
Mah..mah… io il dubbio ce l’ho ….

Smi

lunedì 27 aprile 2009

E chi ci ferma più ?


In piedi a fondo campo urlando a squarciagola incitazioni di ogni tipo alle mie compagne, nella mia mente sparisce tutto quello che non è il campo e le ragazze. Sento le mani delle mie compagne che mi stringono il braccio ad ogni palla che sembra cadere, e poi si allentano appena la palla viene invece salvata da una parte o dall’altra del campo.
Laura di nascosto tiene il cellulare in tasca e riceve messaggi di aggiornamento dal campo dove la nostra concorrente per il primo posto sta giocando contro la terza.
Ad ogni messaggio la vedo colorarsi di bianco o di rosso, a seconda di come va il punteggio. Finchè le si spalancano gli occhi e trattiene a stento un urlo… 2-1 per le altre. Un punto, hanno perso un punto e potremmo scavalcarle se non facciamo cazzate e portiamo a casa in nostri bei tre punti come da pronostico, vista la notevole distanza nella posizione in classifica tra noi, e le nostre avversarie di stasera.
Incredule ci tratteniamo a vicenda, perché le nostre compagne in campo non capiscano cosa sta succedendo e rimangano calme e concentrate sulla partita.
Sentiamo un bel bestemmione da parte dell’allenatore e ci risvegliamo dall’atmosfera sognante in cui siamo entrate buttando un occhio in campo e uno al punteggio… 10-9 x loro.
Ci guardiamo spalancando gli occhi e dicendo: no raga, non facciamo cazzate, e posticipando la gioia ci rimettiamo a urlare fortissimo per far sentire che in campo ci siamo anche noi, non solo loro 6. Nonostante il nostro impegno perdiamo altri due punti per due muri scomposti da posto 2 … sento il mio nome, mi giro verso la mia compagna ma lei sta battendo le mani e urlando “Forza ragazze il prossimo punto lo dobbiamo fare noi!!”..no, non è lei che mi chiama… mi sarò sbagliata… no no è il mio nome, guardo davanti a me e vedo l’allenatore che sbraita. Più incredula che pronta tolgo la felpa e mi precipito verso il secondo arbitro per chiamare il cambio.
Entro e mentre le mie compagne mi danno la mano incitandomi e ragguagliandomi sulla posizione e le direttive di gioco inizio a realizzare che tocca a me. E’ il mio turno di fare qualcosa, e a differenza delle mie compagne in campo io so, grazie ai messaggi di Laura, che dobbiamo vincere ad ogni costo perché i due set persi dalla nostra concorrente valgono oro… e un campionato intero.
Marta mi guarda e mi dice: “smi, stampa la 5 che mi sta sul cazzo.” Le rispondo “ci penso io”, sorridendole, ma non propriamente convinta di quello che dico… dopo 2 set ferma in panca le mie gambe non so se saranno veloci come il mio occhio, e le mie braccia…. idem. Ma perché non darle sicurezza?
Guardo le avversarie attraverso la rete… e il nastro sopra le mie mani…. Oh ma quant’è alta stasera questa rete?
Parte la battuta… rice, palla in banda… ci difendono, la rigiocano per la banda, palla alla nr. 5 … salto a muro obbligandomi a pensare a dove e come mettere le braccia … murata.
Guardo la palla che cade forte nell’altro campo dopo il mio muro e mi giro verso le mie compagne urlando e alzando il braccio in alto, per loro, ma soprattutto per me, per darmi la carica, per dirmi: si, le gambe seguono il tuo occhio… e anche le tue braccia. E allora fai quello che sai fare.
Marta mi guarda e mi dice: “ah allora basta chiedere? Beh dai mura anche l’opposto allora” scherzando e cacciando via la tensione … battiamo , palla all’opposto… sento la botta sul mio avambraccio e vedo la palla cadere a terra, ancora nel loro campo, ancora murata. Non ci credo, Marta se la ride dandomi il 5 e le mie compagne si stanno ricaricando. Ora siamo a meno uno e ci siamo, ci stiamo riprendendo, stiamo tornando. Linda mi alza una palla splendida che picchio a terra con tutte le mie forze….. mi giro verso la mia palleggiatrice per festeggiare il NOSTRO magnifico punto , mentre lei sta facendo lo stesso venendo verso di me…. pamm….che botta ragazzi, prese dalla gioia non ci siamo accorte di essere così vicine e ci siam date una testata fortissima … “We Li, che testa dura hai?” che botta !!! ma qui non c’è tempo x pensarci, punti ragazze, torniamo sopra noi… ormai ci siamo ritrovate e non ci ferma più nessuno.
Guardo le mie compagne prima di tornare a rete e sfidare le avversarie a provare a mettere per terra il pallone, e quello che vedo è determinazione, voglia di vincere, sicurezza.
Questa è la mia squadra.
Con un sorrisino che non riesco a nascondere vado al mio posto, pronta a contrastare chiunque cerchi di passare. E adesso andiamo a vincere raga.
Smi

giovedì 23 aprile 2009

Che rumore fa.... la mondanità

Week end di Pasqua, siamo pronti x l’appuntamento con Milano Marittima, il beach volley, il sole (….) il caldo (………) e gli interminabili aperitivi in centro…o poco fuori, o giù di li, su per giù … insomma chi si ricorda più dove sei dopo il secondo giro???
Quest’anno siamo in una 40ina circa, tra chi arriva prima e parte prima, chi arriva prima e parte dopo, chi arriva dopo e parte prima , chi arriva dopo e parte dopo e chi arriva e nessuno lo sapeva… insomma neanche alla reception hanno ancora ben capito quanti siamo e chi siamo, dove stiamo e come dormiamo… ma soprattutto…dormiamo????
Hotel notevole, camere calde, ben tenute, solita doccia della riviera che se ti dimentichi di lasciare aperta la tavoletta del wc allaghi tutto però volendo puoi tenerla chiusa e fare la doccia da seduto, ma molto carino, balconcini tondi, comunicanti (ovvio l’effetto tutti sul balcone a comunicare, altro che sms o telefonate tra camere), colazione fino a tardi (cola-brunch in pratica) con alle 11.00 pure la pizza calda … notevole, decisamente notevole.
Purtroppo nonostante Pasqua sia più tardi rispetto all’anno scorso, non si può dire che faccia caldissimo…. Ma almeno non diluvia, quindi dopo la colazione… verso le 11.30 …. via in spiaggia a Cervia, solito club, solito battibecco con gli amanti del racchettone x farci dare uno dei due campi… un paio di sediate per alzare la rete e via siam pronti alle consuete sfide … pronti… oh siam pronti….ma che fate li tutti fermi in mezzo al campo??? uuups… manca qualcosa …. IL PALLONEEEEEEEEEEE… 40 pallavolisti e manco un pallone… ragazzi VERGOGNAAA!!! Spedizione al bar con faccia supplicante per vedere se peeer caaaasoooo…. Alè, subito rimediato, ecco un bel molten. E così iniziano le sfide annunciate e quelle improvvisate, solo uomini, misto, solo donne… ri-misto…. I commenti si sprecano, chi perde sa già che passerà un we difficile e che non gli sarà mai e poi mai concessa la rivincita… la gente “normale” passeggia e si ferma a osservarci, attirata più dalle nostre risate e dai commenti che dalla sfida in sè, perché il primo beach dell’anno non è mai molto spettacolare…è più che altro… molto divertente!
Nelle pause si riempiono i cestini di bottiglie vuote di corona (ma il limone…lo devo togliere e mettere nell’umido o lo lascio nella bottiglia??? Ma dove cavolo è il raccoglitore dell’umido su questa spiaggia???che faccio lo insabbio???) vinte o perse nella sfida… oppure scroccate ..”già che passi al bar…” . A parte l’appuntamento nel pomeriggio per il pranzo al chioschetto delle piadine…meravigliosa invenzione… durante il quale le malcapitate piadinare vengono assaltate da donnine e omoni affamati e mai sazi, l’attenzione è già rivolta alla serata …
L’aperitivo … sacrosanto appuntamento del we. L’idea è sempre quella dell’aperitivo mangiante, ma tutto dipende da quanta gente sfila per le strade di Milano Marittima all’ora dell’aperitivo….
Il problema principale è…. Riuscire a prenderlo questo aperitivo!! Nel senso che una volta scartati i locali vuoti (eccheccazzo, se devo fare aperitivo in un locale vuoto, vado al baobab a Calolziocorte) i locali pieni sono estremamente pieni. Non so se avete presente la riviera negli orari serali… è un po’ come stare in mezzo a un campo da rugby durante una partita… tu sei li già coi tuoi problemi di equilibrio sul tuo tacco del 15 e vieni letteralmente trasportata dalla mandria che segue la palla ovale…solo che invece che da tanti omoni muscolosi affascinantemente sporchi e sudati vieni sballottata da gente ubriaca di tutti i tipi sudata da far paura ma con abiti assolutamente firmati e occhiali da sole (alle 8 di sera..) che però fondamentalmente puzza e insegue…. Qualcosa di vagamente ovale effettivamente ….ma non una palla ….
A volte ti sembra di sentire dalle casse invece della super hit del momento un bel “tutti a destraaaa eheheheehheehh a sinistra ohhohohoohoho “ e in un attimo di follia e di fumi dell’alcool (perché dall’alcool in carne e ossa sei ancora ben ben ben lontana) vedi le cubiste seminude che smettono di dimenare tette e culo e alzando le braccia e ondeggiando si muovono insieme alla canzone andando a destraaaaa (eheheheheeh) e poi a sinistraaaa (ohohohohooho), poi uno ti schiaccia il piede e allora torni alla realtà.
Ovviamente in tutto questo i 40 del gruppo chissà dove sono dispersi…. Beh…siam pallavolisti, siamo alti basta guardare in alto e ci ritroveremo prima o poi.. (sono… ok ok sono alti, sono non siamo, anche se nonostante il mio metro e settanta, con 15 cm di tacco posso dirmi alta anche io e dai!!) … intanto concentriamoci sull’obiettivo…. la cassa del locale scelto… (per chi si chiedesse come è stato scelto il locale, è molto semplice: il primo che riesce ad arrivare a una cassa manda un sms multiplo: “siamo allo XXYZ , cubista mora con la 4 in fondo a destra, la cassa è sotto il bocchettone delle bolle di sapone.”) intanto ci passiamo le ordinazioni : 2 mojiti, 4 spritz, 2 sbagliati e una coca… una coca????? Ok ok scherzavo.
Mentre ci facciam trascinare dalla corrente (ma la red bull quando serve dove è??? Ah già… al bancone…) ci scambiamo dei sms di riconoscimento e organizzazione in puro stile task force “obiettivo raggiunto” “incontro fortuito con conoscente, sbrighiamo pratica veloce e procediamo” “richiesta specifica location: cubista mora con la 4 coppa B o coppa C?” “Roger, siamo in arrivo” “Cretino con chi ce l'hai che qui non c'è nessuno che si chiama Roger” “…. …. …..!!!!!! biip”
E sull’ala di questi spassosi scambi di opinione arriviamo in vista della mora con la 4 e ci lanciamo sulla cassa... taaaccc scontrino in mano… fiuu un bel sospiro di sollievo…. abbasso gli occhi , guardo lo scontrino…. guardo il bancone…. riguardo lo scontrino…..cerco il samsung in borsa, nuovo messaggio “primo obiettivo raggiunto, ma adesso che faccio, estraggo l’accendino, arrotolo lo scontrino e gli do fuoco, me lo fumo e mi sballo così, o mi metto in coda al bancone???” faccio per rimetterlo in borsa ma ecco la prima risposta
“sminky piantala di drogarti e mettiti in coda se no qui facciam Pasqua”
… …. ….. un sorriso mi illumina la faccia….. sto per rispondere quando arriva un secondo sms
“prova a rispondere che Pasqua è oggi che ti soffoco con la 4 della cubista …”
ok ok mi ributto nell’onda della folla di rugbisti e cerco di guadagnare la meta…..

Smi

venerdì 10 aprile 2009

Te la do io la sperimentazione......


Cazzeggiando nel noioso venerdì mattina "lavorativo" prima di Pasqua, col telefono muto e nessuna mail in arrivo, mi imbatto in un articolo sulla provata capacità corrosiva delle bevande sportive.

Mentre leggo incuriosita e preoccupata da brava sportiva adepta alle varie bevande e integratori, a volte unica ancora di salvezza x sopravvivere agli allenamenti... mi sorge però un pensiero spontaneo già alla descrizione della sperimentazione ... Università di Miami... college di New York... ma sti americani non hanno mai niente di meglio da fare che sperimentare cose che già si sanno da millenni???????? Che è, un modo per far fronte alla crisi assumento personale per ricerche inutili?
Ma proseguiamo nella lettura. L'esperimento è stato fatto immergento dei denti di vitello in bevande sportive per 75/90 minuti.. il risultato è stato: corrosione.

La mia faccia prova ad avere un'espressione a metà tra il sorpreso e l'indignato.... ma nun c'ha fa.
Ma daiiiii su per piacere ragioniamo.

Prima di tutto se BEVI qualcosa non ci fai i gargarismi tenendola fissa in bocca per 75/90 minuti, quindi i denti non ne sono IMMERSI così a lungo. Quindi l'esperimento sarebbe stato più corretto se fosse stata spruzzata sui denti la bevanda (ormai tutti gli integratori hanno il tappino a spruzzo o a minigetto) poi qualche spruzzo di saliva, e poi di nuovo bevanda e così via... e vedere allora quanto la corrosione colpisce i denti.
Successivamente io chiederei a questi ricercatori : mettete gli stessi denti di vitello nella coca-cola (tanto x dire una bevanda gassata a caso)... indovino in quanto tempo i denti più che corrodersi si sciolgono proprio completamente???
Mettiamoli poi in acqua e zucchero... sciogliersi non si sciolgono, ma si cariano completamente.

Ma tutto questo mica è una novità!!!! Non c'è bisogno di sperimentare che in un modo o nell'altro tutto ciò che beviamo fa male se non ai denti allo stomaco e allora non dovremmo bere niente tranne l'acqua... ma attenzione, con una determinata concentrazione di sodio ("c'è nessunooooooooooo???") proveniente da determinate zone, meglio non gassata ma effervescente naturale, meglio in bottiglia di vetro, meglio....
e dai su non pensiamoci e facciamo tutti insieme il famosissimo esperimento con la mentos e la coca cola light, che quanto meno ci divertiamo un pò ...
Tra l'altro... l'ho sempre detto che avrei dovuto fare il dentista...la crisi mi avrebbe fatto un baffo....

Smi

martedì 7 aprile 2009

Sindrome da Mela alla Maestra (S.M.M.)


Se cercate su wikipedia o sui manuali di psicologia, non troverete la voce S.M.M. – Sindrome da Mela alla maestra – ma vi assicuro che guardando sotto “leccaculo” troverete una definizione accettabile di questa sindrome.
E’ una sindrome molto diffusa nella società moderna, e cercherò qui di seguito di risalire alle origini, definirne i sintomi permettendovi di riconoscere le persone affette da tale patologia e infine definirne le conseguenze sulla comunità.
Le origini sono molto antiche, c’è chi addirittura ipotizza che tale sindrome sia innata nell’uomo e causata dalle radiazioni emesse dal Big bang. Altri pensatori moderni sostengono si tratti di un gene alteratosi durante l’evoluzione umana.
La cosa certa è che da quando il mondo è mondo, e l’uomo è uomo, molti individui affetti da questa sindrome infestano i nostri paesi, città, province.
La sintomatologia è varia ma facilmente riconoscibile :
- l’individuo affetto da S.M.M. tende ad avere un dondolio della testa dall’alto verso il basso sin dal primo giorno di scuola in prima elementare. Solitamente questo fenomeno si attiva automaticamente appena la maestra inizia a parlare. Una volta manifestatosi è difficile fermarlo e l’individuo continuerà a fare “sì” con la testa per tutta la sua vita scolastica, lavorativa ed extra lavorativa.
- La bocca dell’individuo affetto da S.M.M. è soggetta a movimenti involontari dei nervi, che causano sorrisi e un dislocamento della lingua verso la parte esterna delle labbra, il cosiddetto sintomo della lingua penzolante.
- Il subconscio tende a selezionare le persone verso le quali manifestare la sintomatologia. In genere viene rivolta a persone che possono influire beneficamente sulla vita presente e/o futura del malato, il quale sente l’irrefrenabile desiderio di lusingare tali persone con modalità, tempistiche e mezzi che variano a seconda del contesto. In genere si comincia dal donare una mela alla maestra delle elementari. Brutto segno. Molto brutto.

Le conseguenze sono un rigetto da parte della società del “malato” (ad esclusione dei soggetti verso i quali il malato rivolge i suoi doni e le sue attenzioni), una serie infinita di incazzature e mal-sopportazione da parte delle persone contigue e un’alone blu che compare sulla sagoma esterna del corpo dell’individuo stesso (questo alone diventerà poi bianco e rimarrà attaccato al terreno quando il malato viene “guarito” con i metodi che tra breve verranno elencati)

Una volta arrivati al punto 3 è difficile che il soggetto sia capace di regredire agli stadi precedenti e riesca a debellare la malattia da solo, senza l’aiuto di un esterno competente in materia.
Per risanare il malato ci sono ben poche alternative, ma sono molto valide:

- METODO 1 : “METODO DELLO SPUTTANAMENTO” - consiste nello svelare alla “vittima” del paziente la sua malattia, sottolineando l’incapacità del soggetto a utilizzare cervello e corpo a svolgere altre attività se non quella del cosiddetto “leccaggio”
- METODO 2 : “METODO DEL SABOTAGGIO” – consiste nel sabotare tutti i tentativi di “leccaggio” del paziente (ad esempio nascondendo un verme nella mela primordiale)
- METODO 3 : “METODO DEFINITIVO” – consiste nell’eliminazione del soggetto. La scelta della metodologia è libera, qualsiasi attrezzo consono allo scopo finale è utilizzabile. L’eliminazione può essere orale (consigliata) o fisica (è in questo caso che l’alone blu si deposita a terra e cambia colore diventando bianco, attirando però le forze dell’ordine)

La direzione declina ogni responsabilità in caso di scelta del metodo definitivo fisico.

Smi

giovedì 2 aprile 2009

I miei omaggi al gene dei Minchiotti ..


Da quando mi hanno tolto FB e Msn in ufficio, e la crisi ha iniziato, seppur leggermente, a farsi sentire anche qui, nei momenti di eccessiva noia e telefono muto vago bellamente cercando in internet le cose più assurde…
Oggi è il giorno della genealogia….
Il mio motore preferito con la scritta in Cyan , Rosso, Giallo e Verde (oggi nessun anniversario quindi nessuna scritta Google a tema) si apre in un attimo (un giorno qualcuno mi dovrà spiegare perché non posso chattare ma posso tranquillamente cazzeggiare su internet invece di lavorare…)
E allora via “minchiotti” cerca nel web.

Mentre il browser cerca penso a chissà quanta gente deve convivere come me con questo cognome un tantino impegnativo e a come avranno superato la loro adolescenza...soprattutto le donne...
ma eccomi li, risultato nr. 3 : Pallavolo femminile, il primo risultato che mi riguarda è un articolo della partita contro Cerea del 26.02.2008 con un bel “Minchiotti 11” ma quello che mi incuriosisce non sono i risultati sui miei escursus pallavolistici, quindi sorvolo i vari link a riguardo e mi concentro sul resto.
Ragazzi che genealogia! I Minchiotti non sono molti, come mi mostrava un sito attraverso dei puntini sul nostro caro stivale nazionale, ma ce n’è per tutti i gusti : in Italia abbiamo: attrici di teatro, scrittrici, un monsignore, un carabiniere, un generale, docenti, ricercatrici, titolari di agenzie immobiliari, un odontoiatra, un ricercatore genetico, un tabaccaio… e poi via in Spagna dove abbiamo altre scrittrici e docenti …
Divertita sfoglio tutte le pagine fino alla 36esima ed ultima, fiera dei miei parenti lontani e immaginandomi il gene dei minchiotti in puro stile “siamo fatti così” che si gongola all’interno del mio dna. Eccolo li il signorino, seduto su un’alta poltrona rossa con la barba lunga e tendente al grigio , gli occhialini rotondi, una pergamena e una piuma in mano mentre un calamaio è appoggiato sul tavolino accanto a un vaio aperto sulla pagina di wikipedia e una seconda pagina aperta su msn (è il mio gene e ovviamente ha i miei stessi link preferiti). Indossa una tunica bianca fermata sulla spalla sinistra da una spilla rossa con lo stemma dei Minchiotti (no, il simbolo non è quello che pensate… è invece il ritratto di se stesso in questa posizione) ma con ginocchiere e mitzuno da volley ai piedi.
Ora capisco perché ho dato ascolto a Nick e creato questo blog, anche nel mio sangue scorre dell’inchiostro come in quello di molti dei miei parenti … resta solo da definire una cosa: sarà sangue misto inchiostro blu o nero? Quasi quasi mi pungo e faccio un test con il lentino x verificare....
Chissà se un giorno il signor google mostrerà risultati sul mio conto non solo come pallavolista ….

Smi

mercoledì 1 aprile 2009

Gli amici veri non se ne vanno mai, neanche quando non ci sono più


Ci sono persone destinate a grandi cose, con ambizioni e capacità decisamente sopra la media, con una tenacia incredibile e assolutamente instancabili. Queste persone meritano tutto quello che conquistano, anzi, meriterebbero di più.
Imad era questo, e molto di più.
Ricordo ancora quando mi ha fatto il colloquio, nello stanzino dell’ufficio personale con le finestre sulle aiuole del parcheggio, la scrivania in legno consumato e i milioni di raccoglitori strapieni. Io imbarazzata e tesa, lui che parlava a raffica sparando almeno 200 parole al secondo sugli obiettivi aziendali, i clienti, le capacità, i progetti… alla seconda parola mi ero già persa ma cercavo di guardarlo con occhio intelligente e facendo cenno di si con la testa a caso (anche perché quando finivo di assentire aveva già cambiato almeno tre argomenti). Poi, sempre continuando a parlare si alza e mi dice, vieni che ti mostro il tuo ufficio e la tua scrivania. Incredula mi alzo e lo seguo fuori dall’ufficio personale attraverso il parcheggio, fino all’entrata degli uffici, scala, primo piano, 5 ufficio: ecco: questa è la tua scrivania e loro le tue colleghe: Mirella e Daniela.
Era il primo colloquio ed ero già una delle sue ragazze del D.M. Era sicuro che avrei accettato, e chissà come era sicuro che sarei stata brava.
Dopo un mese esatto infatti quella scrivania era davvero diventata la mia, e lui il mio capo.
Ha preso il meglio delle mie conoscenze da ex-fornitore e mi ha donato tutte le sue, senza neanche rendercene conto pensavamo ormai allo stesso modo e ci comportavamo nello stesso modo coi clienti e fornitori. Forse perché lui aveva un anno solo in più di me, nonostante fosse decisamente più maturo dal punto di vista lavorativo. Solo su una cosa non eravamo mai d’accordo: gli orari e i giorni lavorativi: per lui non esistevamo giorni non lavorativi come non esisteva uscire alle 18.00 .. così io scappavo dall’ufficio in punta di piedi, salutando le mie colleghe a gesti, strisciando rasente al muro e trattenendo il respiro… e tutte le sante volte quando ero quasi arrivata sana e salva alle scale in fondo al corridoio sentivo una voce dal fondo : “Dove pensi di andare che sono solo le 6?????” e la mia solita replica arrivava puntuale “Ho allenamento Imaaaad…ciaoooo” e scendevo le scale di corsa… ovviamente appena salivo in macchina mi chiamava sul cellulare …
Il sabato sera dopo la partita trovavo dei suoi messaggi: “chiamami: casino” ed è così che la domenica mattina passava a prendermi per portarmi da qualche fornitore. Passavo più tempo con lui che con me stessa, era incredibile.
Ed è così che oltre al mio capo è diventato il mio migliore amico.
Se non mi chiamava mi mancava, se non lo vedevo lo chiamavo. Non era più solo il mio capo, gli volevo bene, un gran bene.
Mi prendeva in giro per il mio francese da italiana , e io per il suo inglese da libanese, ci correggevamo a vicenda ininterrottamente ma ci fidavamo ciecamente uno dell’altra. Mi mandava a recuperare i clienti con la multipla aziendale e me li affibbiava fino all’avviamento rimandato alle 5 di mattina, pranzo, cene, e attese. Mi spediva dai fornitori a verificare i problemi, in quanto esperta di meccaniche di confezionamento e se non tornavo con una soluzione mi ci rispediva il giorno dopo, subendosi tutti i miei insulti del caso.
Era un gentiluomo d’altri tempi, organizzava qualsiasi cosa e ci portava le valigie durante i viaggi di lavoro, ci dava importanza sugli stand delle fiere presentandoci non come hostess, ma come “mes capables filles du Direct Marketing” (anche se poi ci chiamava per portare da bere ai clienti, e riceveva sempre in cambio qualche battutina tagliente), e la sera… cena libanese con danza del ventre, disco a Lille per il compleanno di un Cliente, serata sui go-cart sempre circondati da 15/20 clienti e amici.
Sapeva far diventare il lavoro un piacere, e il piacere .. lavoro.
Se aveva un problema glie lo leggevo in faccia, e lui a me. Ed è così che mi sono accorta che qualcosa non andava. Non solo io, ma anche le mie colleghe. Alla fine avevamo ragione.
Nonostante due operazioni, tante cure e tanti viaggi in america, un tumore al cervello si è portato via il mio migliore amico e migliore capo all’età di 31 anni.
Ma in realtà Imad, resta dentro di me in tutto quello che faccio. Io sono non solo me stessa, ma anche una parte di lui, proprio così, non posso dire che lui è una parte di me, perché sono io ad essere una parte di lui e per questo non smetterò mai di ringraziarlo.
E per questo oggi gli auguro buon compleanno.

smi