martedì 7 luglio 2009

Lost... on the Garda Lake


Appena tornata dall’ennesimo green volley, 24 ore ovviamente, con tende, sacchi a pelo e tutto il resto, rimango sempre con un espressione indecisa tra la risata scomposta nel ricordo delle avventure passate e la nostalgia x l’esperienza finita. Ammetto che quest’ultima dura molto poco, all’incirca dal mercoledì mattina al mercoledì sera perché sabato si ricomincia da capo, altro green, vecchi e nuovi amici tutti insieme.
In eredità da questo week-end infatti abbiamo due ombrelloni, una piscina gonfiabile e nuove amicizie, o conoscenze diventate amicizie e pian piano il gruppo si allarga, cambia forma ma la sostanza è sempre quella e il divertimento è assicurato.
In 5 minuti abbiamo creato la squadra x il prossimo torneo, tra una partita a carte, una partita a pallavolo (eh…ogni tanto ai tornei si fa anche quello) un saltello in piscina, una dormita, una spalmata di crema e qualche scherzetto eccoci qui, anche il nome abbiamo già creato. In 2 minuti ci siamo anche collegate a internet e la squadra è stata iscritta. Con chi giocherò? Una cara amica e 3 ragazze intraviste di sfuggita ai tornei, mai presentate, ora unite nell’assurdità del nostro nome di squadra e nei due giorni passati sotto lo stesso ombrellone a morire dal ridere. Il mio compito è prendere i top e scrivere i nomi e i numeri, e son già pronta a portare pennelli e colori in ufficio di nascosto domani, per portarmi avanti.
E’ incredibile come l’esperienza di stare tutti a stretto contatto anche solo per pochissimi giorni unisca le persone, voglio dire, ok se vai in campeggio per 15 giorni insieme, o se cade l’aereo e finisci su un’isola deserta infestata dagli “altri” e dai superstiti del progetto dharma, ma 2 e dico 2 soli giorni…
Questa, signore e signori, è la magia dello sport.
Benjamin Linus chi è in confronto all’organizzatore che sta tutto il giorno ad urlare al microfono muovendo i fili di noi burattin-giocatori e segnando le nostre sorti sull’isola fatta di campi da pallavolo, piscine, rocce, paludi, docce improvvisate, bagni improponibili, mostri inverosimili (soprattutto dopo un paio di coca e havana) e tendopoli dove dormire??
Il risultato però è lo stesso… i sopravvissuti si sentono legati e accomunati da un’esperienza che crea una complicità unica, e tanta, tanta voglia di rivedersi e vivere nuove avventure insieme... cercando anche di capire che cavolo stavamo facendo su alcune foto improbabili e in pose improponibili i cui significati sono nascosti in qualche angolo sperduto nella nostra mente, che solo dopo svariate sedute di ipnosi di gruppo riusciremo a ricordare…

Smi








Nessun commento:

Posta un commento