Ore 7.40 suona la sveglia, mi giro inconsapevolmente e meccanicamente e schiaccio lo snooze..
Ore 7.48 risuona.
Apro… anzi cerco di aprire un occhio, ma ancora prima di riuscirci mi sale la consapevolezza che oggi è uno di quei giorni.. esattamente uno di quei giorni… in cui non c’è verso che i capelli stiano al loro posto. Non ho bisogno di guardarmi allo specchio, né di cercare toccandola dove cavolo è finita la frangia, lo so e basta.
Esco dal letto e vado in bagno cercando di non guardarmi riflessa negli specchi, nei quadretti e nei vetri delle finestre…cammino a testa bassa per rimandare il più possibile il momento in cui dovrò decidere come affrontarla… lei, la frangia.
La situazione si complica appena metto piede in bagno… il water è proprio di fronte al lavandino, sopra al quale troneggia un enorme specchio che occupa quasi interamente la parete… decido di tenerla… che vuoi che sia, la faccio in ufficio…. Sì ma … i denti? la faccia? le lenti????
Un profondo respiro… avanti, ce la posso fare.
Mi siedo, faccio la pipì cercando Gemma per le coccole mattutine… che ovviamente non si materializza (bastardo nel momento del bisogno dove sei?????) e mi tocca guardare in alto…
Eccola li, bella in piedi, un pezzo a onde, da una parte gonfia dall’altra… ne manca addirittura un pezzo …ma dove cavolo…..
Attacco la piastra…sogghigno sadicamente…. adesso ti sistemo io.
Mi lavo, mi vesto e metto le lenti, così la vedo bene, la stronza.
Armata della migliore amica di ogni donna col capello mosso che odia profondamente, prendo in mano il primo ciuffetto… poi il secondo, poi il terzo…. E voilà …
… …. ….
Eh no così no, sembra disegnata sulla fronte da tanto ci si è appiccicata. Phon, sisi Phon e spazzola tonda. … …. …
Fantastico l’effetto “ho dimenticato di togliere la spazzola ed ora me la porto in giro attaccata sotto la frangia” … sembra che ho una cotoletta li sopra.
Idea : laviamola.
Occhiata all’orologio…. 8.05 … vabbeh ormai sono in ritardo, facciamolo.
Mi rimbocco le maniche, la lavo, la asciugo, piastra, phon…. Oh mamma.
Cosa sono ste cose che sparano come se avessi una calamita sopra la testa?
Non c’è soluzione, chiamo in ufficio e dico che mi si è allagata la casa x colpa della lavatrice, devo chiamare il tecnico e sicuramente per aspettarlo devo stare a casa tutto il giorno…. No cavolo, questa scusa l’ho già usata settimana scorsa…
Non resta altro da fare…. Mi do una pacca sulla spalla e apro il secondo cassetto…. MOLLETTE.
Una vocina dentro di me urla “Noooo questa cosa non s’ha da fare” (devo aver avuto degli antenati tra i "Bravi") ma io non la ascolto e procedo… la decisione è stata presa.
Frangia tirata indietro alta, modello cofana, fermata da due mollette nere (che sul capello rosso proprio non si vedono…..) e coda. Mi giro senza buttare una seconda occhiata allo specchio x evitare che mi ribaleni l’idea dell’allagamento in casa e via… giacca, shox, borsa …. Sempre a testa bassa x evitare specchi, vetri e qualsiasi cosa possa riflettere la mia immagine….
Salgo in auto, parcheggio, timbro (ovviamente in ritardo), salgo in ufficio….
Nel corridoio incontro la sorella del capo supremo, mi guarda e mi dice: “ma come siamo belle oggi! Sta bene col capello raccolto” … sorriso forzato e fintissimo con un “graaaaazie” che esce belando dalle mie labbra ….
Morale : peggio ti vedi tu e meglio ti vedono gli altri, quindi chi se ne frega della frangia, se vive di vita propria incatenala alla testa con le mollettone, tanto si vedono di quelle cose in giro...
Morale 2 : cofana batte frangia 1-0 . Brava lei …
Smi
venerdì 27 febbraio 2009
Per chi ama lo sport come me, realizzare il sogno della vittoria è l'emozione più grande. Questa è la mia visione di quel momento

Un attimo di silenzio, una goccia di sudore che scende. Un rumore solo: la palla che rimbalza, nell’attesa di quell’ultimo punto che altro non è che la realizzazione di un intero anno di lavoro. Lavoro…e che lavoro!!! Tanta fatica, tanti sacrifici, dolori e gioie, soddisfazioni e delusioni…ma la speranza, quella non è mai mancata. La consapevolezza di potere e dover arrivare a quel momento verso il quale tutte le nostre forze sono sempre state unite e direzionate.
Un attimo interminabile prima del fischio dell’arbitro. Mi giro e guardo le mie compagne una ad una, pensando a quanto ognuna di noi ha dato a questa squadra.
Chissà cosa pensano loro in questo momento, sicuramente hanno la mia stessa voglia di urlare, di saltare e di festeggiare. Si, la vedo disegnata sui loro volti, vedo la determinazione nel loro sguardo. Ognuna di noi ha voglia di mettere quella palla per terra, nell’altro campo.
Se fosse possibile la si schiaccerebbe tutte insieme, ma chiunque di noi alla fine riuscirà a farlo fisicamente, è come se sulla palla ci fosse la forza di tutte quante.
Guardo il pubblico che sembra essersi fermato, immobile come in un quadro, neanche il tifo avversario parla… o forse è la mia mente che me li fa vedere così. Forse stanno urlando ma io non li sento. Sento solo la palla che rimbalza.
Mi giro inconsapevolmente verso la panchina, dove tutto il nostro staff fa il tifo per noi, sorride, forse urla, ma esattamente come per il pubblico io non sento nulla. Vedo però che hanno fiducia in noi, lo vedo dagli sguardi, dai pugni alzati, dalle mani che stringono nervosamente le gambe in attesa di quel fischio.
La goccia sulla mia fronte scende sempre di più… sento il fischio dell’arbitro.
E’ il momento. E’ arrivato.
La mente ora è confusa, tutto il silenzio di un secondo prima è magicamente scomparso e mille urla ne prendono il posto. La palla va e viene, tutte cercano di metterla a terra da entrambe le parti del campo, ma non vuole cadere. Si continua a giocare, uno scambio lunghissimo… ma alla fine cade, esattamente come la goccia di sudore cade dalla mia fronte per posarsi finalmente a terra. E’ fatta.
Ragazze è fatta.
La gioia esplode in urla e salti, tutte insieme col nostro staff, gli amici, i sostenitori, tutti in mezzo al campo, e da li non si uscirà per ore. La stanchezza…cos’è? Qui c’è solo soddisfazione, si gira in cerchio, si applaude, ci si butta una sopra l’altra. E’ il caos più totale, ma in quel caos ci guardiamo, ci abbracciamo, siamo noi, siamo noi che ce l’abbiamo fatta. L’abbiamo fortemente voluto, abbiamo lottato e l’abbiamo ottenuto.
Nessuno ci porterà mai via questo momento. Resterà impresso nella nostra anima per tutta la vita. Le persone che guardiamo e le espressioni che cogliamo e contraccambiamo, non ce le dimenticheremo mai. Resteranno per sempre parte di noi.Nel mio cuore, io sarò sempre qui, sdraiata per terra in questo campo sommersa da tutte le mie compagne e dalle persone con cui ho condiviso questa magnifica esperienza. Come in un quadro fisso tutte le immagini, un quadro cubista forse, perché ricordo solo alcuni particolari di ognuno, un sorriso, una mano, un pugno, sento le botte di chi mi salta addosso..anzi…un puzzle, ecco cos’è, un magnifico puzzle di immagini ed emozioni, incorniciato dalla mia gioia e per sempre appeso tra i miei pensieri più belli.
Un attimo interminabile prima del fischio dell’arbitro. Mi giro e guardo le mie compagne una ad una, pensando a quanto ognuna di noi ha dato a questa squadra.
Chissà cosa pensano loro in questo momento, sicuramente hanno la mia stessa voglia di urlare, di saltare e di festeggiare. Si, la vedo disegnata sui loro volti, vedo la determinazione nel loro sguardo. Ognuna di noi ha voglia di mettere quella palla per terra, nell’altro campo.
Se fosse possibile la si schiaccerebbe tutte insieme, ma chiunque di noi alla fine riuscirà a farlo fisicamente, è come se sulla palla ci fosse la forza di tutte quante.
Guardo il pubblico che sembra essersi fermato, immobile come in un quadro, neanche il tifo avversario parla… o forse è la mia mente che me li fa vedere così. Forse stanno urlando ma io non li sento. Sento solo la palla che rimbalza.
Mi giro inconsapevolmente verso la panchina, dove tutto il nostro staff fa il tifo per noi, sorride, forse urla, ma esattamente come per il pubblico io non sento nulla. Vedo però che hanno fiducia in noi, lo vedo dagli sguardi, dai pugni alzati, dalle mani che stringono nervosamente le gambe in attesa di quel fischio.
La goccia sulla mia fronte scende sempre di più… sento il fischio dell’arbitro.
E’ il momento. E’ arrivato.
La mente ora è confusa, tutto il silenzio di un secondo prima è magicamente scomparso e mille urla ne prendono il posto. La palla va e viene, tutte cercano di metterla a terra da entrambe le parti del campo, ma non vuole cadere. Si continua a giocare, uno scambio lunghissimo… ma alla fine cade, esattamente come la goccia di sudore cade dalla mia fronte per posarsi finalmente a terra. E’ fatta.
Ragazze è fatta.
La gioia esplode in urla e salti, tutte insieme col nostro staff, gli amici, i sostenitori, tutti in mezzo al campo, e da li non si uscirà per ore. La stanchezza…cos’è? Qui c’è solo soddisfazione, si gira in cerchio, si applaude, ci si butta una sopra l’altra. E’ il caos più totale, ma in quel caos ci guardiamo, ci abbracciamo, siamo noi, siamo noi che ce l’abbiamo fatta. L’abbiamo fortemente voluto, abbiamo lottato e l’abbiamo ottenuto.
Nessuno ci porterà mai via questo momento. Resterà impresso nella nostra anima per tutta la vita. Le persone che guardiamo e le espressioni che cogliamo e contraccambiamo, non ce le dimenticheremo mai. Resteranno per sempre parte di noi.Nel mio cuore, io sarò sempre qui, sdraiata per terra in questo campo sommersa da tutte le mie compagne e dalle persone con cui ho condiviso questa magnifica esperienza. Come in un quadro fisso tutte le immagini, un quadro cubista forse, perché ricordo solo alcuni particolari di ognuno, un sorriso, una mano, un pugno, sento le botte di chi mi salta addosso..anzi…un puzzle, ecco cos’è, un magnifico puzzle di immagini ed emozioni, incorniciato dalla mia gioia e per sempre appeso tra i miei pensieri più belli.
smi
“Tu lo conosci John Fogerty?” di Nicola Taffuri

Fantastica serata, milioni di risate e ricordi e a un certo punto una frase appena accennata “Lo sai che Nicola ha scritto un libro?” Cooosa? Nicola? Tu? Ma come….cosa…ti prego voglio leggerlo. Detto.Fatto.
All’emozione di leggere un libro scritto da un’amico che non vedevo né sentivo da 14 anni, escludendo un incontro lampo alla cassa di un negozio di intimo (non iniziamo a pensar male… beh effettivamente io le mutande le avevo ..in mano.. ma niente di scabroso, solo un “Uè ma ciao!!!ci sei ancora?? Bancomat, grazie” ) si aggiungeva man mano che scorrevano le pagine la deliziosa sensazione di sapere di cosa si sta parlando…e di chi, oltretutto.
Nella bella cornice del Lecchese, tra lago e montagne si sviluppa la storia di 3 amici e con rapidi flash,o meglio sms, di un quarto… Fabrizio, che, lo ammetto, da quando l’ho riconosciuto sbircio sogghignando tutti i mezzogiorni mentre mi volta le spalle in coda in mensa.
Michele, giornalista intraprendente e sfortunato in amore
Filippo, immobiliare amante dello sport non propriamente supportato dal suo fisico
Antonio “Deka”, impiegato comunale in cerca di un posto nel la società … e di una ragazza.
Le storie sono avvolgenti, più ancora che coinvolgenti, per me che in questi luoghi sono nata, cresciuta e ne ho passate di cotte e di crude, un po’ come i protagonisti. Oltre a riconoscere alcuni nomi e/o figure che hanno fatto parte della nostra vita, me compresa, mi sono scoperta più e più volte a sogghignare, rivedendo alcune esperienze molto simili avute sui treni, in comune, le difficoltà quotidiane di noi ragazzi, che non facciamo certo parte della “Lecco bene” ma ci barcameniamo abbastanza bene da poterci permettere di non crollare a pezzi dopo qualche piccolo fallimento lavorativo. Sono scoppiata a ridere leggendo alcune frasi nel mio dialetto … e il mio cognome .. e mi è scesa una lacrima commossa scorrendo le righe dell’articolo sulla scalata del mortirolo. Sono sobbalzata leggendo il sms ricevuto da Irene, dicendo in cuor mio un paio di insulti che ci stavano proprio bene e ho sentito male quando Filippo ha fatto crack, ho dato un pugno al teppista degli agguati e mi si è fermato il cuore davanti a Chiara.
Leggendo questo libro ho trovato, ritrovato e riscoperto il mio amico Nicola, che ha dato un po’ di sé ad ognuno dei suoi personaggi, da gran trasformista … caro il mio giornalista-sommelier , e mi sono divertita a scovarti in mezzo a tutto il resto. Nonostante il mio sport sia la pallavolo, sono riuscita a respirare la passione x la bici, che a quanto vedo Nick è proprio tanta, quindi fatti curare in fretta la caviglia.
Che dire, ho scoperto che non c’è niente di più divertente che leggere il libro di un amico, cresciuto nella tua stessa realtà nonostante le strade diverse prese dopo il liceo. Un libro ben scritto, per quanto ne può sapere una che i libri li legge, non li commenta, ma devo dire che si lasciava proprio leggere, non ha mai tentato di scapparmi dalle mani.
Un grosso in bocca al lupo a … questo giornalista in cerca del SUO lavoro, e una buona lettura a chi ha saggiamente deciso di divertirsi come me, scoprendo chi è John Fogerty.
All’emozione di leggere un libro scritto da un’amico che non vedevo né sentivo da 14 anni, escludendo un incontro lampo alla cassa di un negozio di intimo (non iniziamo a pensar male… beh effettivamente io le mutande le avevo ..in mano.. ma niente di scabroso, solo un “Uè ma ciao!!!ci sei ancora?? Bancomat, grazie” ) si aggiungeva man mano che scorrevano le pagine la deliziosa sensazione di sapere di cosa si sta parlando…e di chi, oltretutto.
Nella bella cornice del Lecchese, tra lago e montagne si sviluppa la storia di 3 amici e con rapidi flash,o meglio sms, di un quarto… Fabrizio, che, lo ammetto, da quando l’ho riconosciuto sbircio sogghignando tutti i mezzogiorni mentre mi volta le spalle in coda in mensa.
Michele, giornalista intraprendente e sfortunato in amore
Filippo, immobiliare amante dello sport non propriamente supportato dal suo fisico
Antonio “Deka”, impiegato comunale in cerca di un posto nel la società … e di una ragazza.
Le storie sono avvolgenti, più ancora che coinvolgenti, per me che in questi luoghi sono nata, cresciuta e ne ho passate di cotte e di crude, un po’ come i protagonisti. Oltre a riconoscere alcuni nomi e/o figure che hanno fatto parte della nostra vita, me compresa, mi sono scoperta più e più volte a sogghignare, rivedendo alcune esperienze molto simili avute sui treni, in comune, le difficoltà quotidiane di noi ragazzi, che non facciamo certo parte della “Lecco bene” ma ci barcameniamo abbastanza bene da poterci permettere di non crollare a pezzi dopo qualche piccolo fallimento lavorativo. Sono scoppiata a ridere leggendo alcune frasi nel mio dialetto … e il mio cognome .. e mi è scesa una lacrima commossa scorrendo le righe dell’articolo sulla scalata del mortirolo. Sono sobbalzata leggendo il sms ricevuto da Irene, dicendo in cuor mio un paio di insulti che ci stavano proprio bene e ho sentito male quando Filippo ha fatto crack, ho dato un pugno al teppista degli agguati e mi si è fermato il cuore davanti a Chiara.
Leggendo questo libro ho trovato, ritrovato e riscoperto il mio amico Nicola, che ha dato un po’ di sé ad ognuno dei suoi personaggi, da gran trasformista … caro il mio giornalista-sommelier , e mi sono divertita a scovarti in mezzo a tutto il resto. Nonostante il mio sport sia la pallavolo, sono riuscita a respirare la passione x la bici, che a quanto vedo Nick è proprio tanta, quindi fatti curare in fretta la caviglia.
Che dire, ho scoperto che non c’è niente di più divertente che leggere il libro di un amico, cresciuto nella tua stessa realtà nonostante le strade diverse prese dopo il liceo. Un libro ben scritto, per quanto ne può sapere una che i libri li legge, non li commenta, ma devo dire che si lasciava proprio leggere, non ha mai tentato di scapparmi dalle mani.
Un grosso in bocca al lupo a … questo giornalista in cerca del SUO lavoro, e una buona lettura a chi ha saggiamente deciso di divertirsi come me, scoprendo chi è John Fogerty.
sm
Chi più, chi meno, alla fine siam tutte figlie di Mary Poppins

Vi siete mai chiesti perché le donne si ostinano ad andare in giro con delle borse talmente grandi che a furia di tenerle in spalla si ammalano di scogliosi?
Beh, io sì…. un milione di volte almeno.
Ricordo che mia mamma il sabato veniva a casa dal mercato di lecco con delle cose enormi, che più che borse io avrei definito valigie, vantandosi delle 450 tasche segrete e segretissime e delle cerniere e bottoncini vari che ne chiudevano l’accesso a ladri e ad imprevisti rovesciamenti sul pullman. Leggevo l’orgoglio nei suoi occhi…. e per non mostrarle le mie perplessità sorridevo falsamente dicendo: stupenda!!!! A quanto pare ero un’ottima attrice perché inevitabilmente arrivava la gentile offerta : “se vuoi te la presto…” seguita dalla solita risposta “grazie mamma, x ora tienila tu, quando mi serve te la chiedo io….”
Mentre tutta questa scenetta si ripeteva sistematicamente ogni volta io non potevo evitare di pensare… ma che cavolo si deve portare in giro in quella valigia????
Bene, oggi, a 32 anni… ho finalmente trovato una risposta.
TUTTO.
In realtà il procedimento di riempimento è lungo e complesso. Appena noi donne compriamo una borsa nuova abbiamo tutti i migliori propositi di questa terra riguardanti l’ordine, la pulizia e soprattutto l’alleggerimento della nostra fedele amica valigia. Quindi mentre “travasiamo” gli indispensabili accessori li accatastiamo suddividendoli in 3 gruppi : gli ASSOLUTAMENTE , i VEDIAMO, DECIDO IN SECONDA ANALISI e i CESTINABILI.
Partiamo dal 3 gruppo che è il più semplice. A questo gruppo appartengono i pacchetti di fazzoletti vuoti, i post-it della spesa, gli assorbenti che si sono scartati e autodistrutti a furia di vagare nelle taschine, i bottoni delle camicie staccati (che ripensandoci vengono ripescati e messi nel secondo gruppo) le carte delle caramelle e i pacchetti di cicche vuoti, le cicche uscite dai pacchetti nelle ultime 3 settimane (sono solitamente di tipi e gusti diversi).
Degli assolutamente fanno parte: portafoglio, occhiali da vista e da sole, fazzoletti di carta (di solito sono finiti a questo punto quindi vengono rimpiazzati) cremina contorno occhi antirughe effetto lifting immediato, crema x le mani non unta (ma che unge tutto quello che tocchi), chiavi di casa, chiavi della macchina, chiavi del garage, chiavi della posta e chiavi della casa dove vivevi 5 anni fa, rigorosamente in 5 portachiavi diversi mica da confondersi, portamonete, labello classic, labello perlescente (a seconda di come ci si sente quel giorno), penna,cellulare,secondo cellulare, ipod.
In teoria 2 / 3 del lavoro è stato completato… ma ora viene il bello…
Dei Vediamo (…) fanno parte : correttore chiaro, correttore scuro e correttore verde per le occhiaie più ostinate, rimmel, fondotintacompattoultramattconeffettoopacantemalucidorisultatogarantito, matita nera e cotton fioch per le sbavature, il tutto in una minuscola trousse nella quale normalmente ci stanno solo i primi 2 correttori …. (sguardo alla valigia nuova…. E questa tasca vuota? È PERFETTA…. passiamoli subito tra gli Assolutamente). Calendario tascabile, tessera dell’ikea che non ci sta nel portafoglio, cerchietto, elastico e ¾ mollette per i capelli (per i giorni in cui non c’è proprio verso di farli risultare decenti) … moneta del corriere della sera per il carrello del bennet in mancanza dell’euro, 2 gettoni x il lavaggio dell’auto avanzati dall’ultima volta, bottiglietta d’acqua mezza piena o mezza vuota, a seconda dei giorni, proteggislip da perizoma, caricabatteria del nokia, auricolare bluetooth, vitamine, biglietti della spesa, della farmacia, del bar, del panettiere e pure del bancomat (che ti dimentichi sempre di schiacciare NO alla ricevuta e non c’è mai un cestino nelle vicinanze) tutti da controllare e vedere quali scartare, un portachiavi di scorta, la chiave della porta del bagno di casa (e questa??? Che ci fa qui??????) un foglietto con dei numeri di cellulare di persone che manco ti ricordi chi sono, la chiavetta del caffè dell’ufficio, il cucchiaino x lo yogurt, 3 o 4 calzini portacellulare, carta igienica umidificata, chiavetta usb. Nient’altro????? pare di no….
Ora è necessario riposare le stanche membra mentre si decide come procedere … … …
Ma l’occhio cade sull’orologio…. Le 16.30????!!!!!!! ma è tardissimo!
C’è solo una cosa da fare, prendere tutto quello che è rimasto sul tavolo e spingerlo con la mano destra dentro la borsa che è stata sapientemente appoggiata al bordo e viene tenuta aperta con la sinistra… , shakerare un po’ in modo che non ci siano oggetti che spingono verso l’esterno rovinandone l’estetica, mettersela al collo e via ….
Al prossimo cambio giuro che tolgo un po’ di roba ….
Solo una cosa ora mi preoccupa un po’…. Ma le chiavi della macchina adesso…. Come le trovo?????
Beh, io sì…. un milione di volte almeno.
Ricordo che mia mamma il sabato veniva a casa dal mercato di lecco con delle cose enormi, che più che borse io avrei definito valigie, vantandosi delle 450 tasche segrete e segretissime e delle cerniere e bottoncini vari che ne chiudevano l’accesso a ladri e ad imprevisti rovesciamenti sul pullman. Leggevo l’orgoglio nei suoi occhi…. e per non mostrarle le mie perplessità sorridevo falsamente dicendo: stupenda!!!! A quanto pare ero un’ottima attrice perché inevitabilmente arrivava la gentile offerta : “se vuoi te la presto…” seguita dalla solita risposta “grazie mamma, x ora tienila tu, quando mi serve te la chiedo io….”
Mentre tutta questa scenetta si ripeteva sistematicamente ogni volta io non potevo evitare di pensare… ma che cavolo si deve portare in giro in quella valigia????
Bene, oggi, a 32 anni… ho finalmente trovato una risposta.
TUTTO.
In realtà il procedimento di riempimento è lungo e complesso. Appena noi donne compriamo una borsa nuova abbiamo tutti i migliori propositi di questa terra riguardanti l’ordine, la pulizia e soprattutto l’alleggerimento della nostra fedele amica valigia. Quindi mentre “travasiamo” gli indispensabili accessori li accatastiamo suddividendoli in 3 gruppi : gli ASSOLUTAMENTE , i VEDIAMO, DECIDO IN SECONDA ANALISI e i CESTINABILI.
Partiamo dal 3 gruppo che è il più semplice. A questo gruppo appartengono i pacchetti di fazzoletti vuoti, i post-it della spesa, gli assorbenti che si sono scartati e autodistrutti a furia di vagare nelle taschine, i bottoni delle camicie staccati (che ripensandoci vengono ripescati e messi nel secondo gruppo) le carte delle caramelle e i pacchetti di cicche vuoti, le cicche uscite dai pacchetti nelle ultime 3 settimane (sono solitamente di tipi e gusti diversi).
Degli assolutamente fanno parte: portafoglio, occhiali da vista e da sole, fazzoletti di carta (di solito sono finiti a questo punto quindi vengono rimpiazzati) cremina contorno occhi antirughe effetto lifting immediato, crema x le mani non unta (ma che unge tutto quello che tocchi), chiavi di casa, chiavi della macchina, chiavi del garage, chiavi della posta e chiavi della casa dove vivevi 5 anni fa, rigorosamente in 5 portachiavi diversi mica da confondersi, portamonete, labello classic, labello perlescente (a seconda di come ci si sente quel giorno), penna,cellulare,secondo cellulare, ipod.
In teoria 2 / 3 del lavoro è stato completato… ma ora viene il bello…
Dei Vediamo (…) fanno parte : correttore chiaro, correttore scuro e correttore verde per le occhiaie più ostinate, rimmel, fondotintacompattoultramattconeffettoopacantemalucidorisultatogarantito, matita nera e cotton fioch per le sbavature, il tutto in una minuscola trousse nella quale normalmente ci stanno solo i primi 2 correttori …. (sguardo alla valigia nuova…. E questa tasca vuota? È PERFETTA…. passiamoli subito tra gli Assolutamente). Calendario tascabile, tessera dell’ikea che non ci sta nel portafoglio, cerchietto, elastico e ¾ mollette per i capelli (per i giorni in cui non c’è proprio verso di farli risultare decenti) … moneta del corriere della sera per il carrello del bennet in mancanza dell’euro, 2 gettoni x il lavaggio dell’auto avanzati dall’ultima volta, bottiglietta d’acqua mezza piena o mezza vuota, a seconda dei giorni, proteggislip da perizoma, caricabatteria del nokia, auricolare bluetooth, vitamine, biglietti della spesa, della farmacia, del bar, del panettiere e pure del bancomat (che ti dimentichi sempre di schiacciare NO alla ricevuta e non c’è mai un cestino nelle vicinanze) tutti da controllare e vedere quali scartare, un portachiavi di scorta, la chiave della porta del bagno di casa (e questa??? Che ci fa qui??????) un foglietto con dei numeri di cellulare di persone che manco ti ricordi chi sono, la chiavetta del caffè dell’ufficio, il cucchiaino x lo yogurt, 3 o 4 calzini portacellulare, carta igienica umidificata, chiavetta usb. Nient’altro????? pare di no….
Ora è necessario riposare le stanche membra mentre si decide come procedere … … …
Ma l’occhio cade sull’orologio…. Le 16.30????!!!!!!! ma è tardissimo!
C’è solo una cosa da fare, prendere tutto quello che è rimasto sul tavolo e spingerlo con la mano destra dentro la borsa che è stata sapientemente appoggiata al bordo e viene tenuta aperta con la sinistra… , shakerare un po’ in modo che non ci siano oggetti che spingono verso l’esterno rovinandone l’estetica, mettersela al collo e via ….
Al prossimo cambio giuro che tolgo un po’ di roba ….
Solo una cosa ora mi preoccupa un po’…. Ma le chiavi della macchina adesso…. Come le trovo?????
Smi
giovedì 26 febbraio 2009
Facebook bloccato in quasi tutti gli uffici lombardi…siam sicuri che sia una buona idea???

Dopo aver passato gli ultimi mesi a dare consigli e distribuire proxy alternativi e anonimi agli amici che sempre più numerosi si vedevano bloccare Facebook in ufficio….
Quel fatidico giorno è arrivato anche per me…
Arrivo in ufficio lunedì ore 8.20, faccio un po’ di cose, controllo la posta elettronica, rispondo ai clienti, gestisco, programmo, organizzo e finalmente apro FB verso le 9.30 per deliziare gli amici con la consueta frase del giorno.
La scrivo, come sempre supero lo spazio disponibile quindi torno indietro e la accorcio…rileggo controllando eventuali errori ortografici e via, clicco con sicurezza e soddisfazione su “pubblica”
NIENTE
Non succede niente.
CTRL+ C …. Esco e riprovo …
Improvvisamente appare una finestra bianca, nera e arancione….
“ASTARO Internet security
Social Networking not allowed”
Aia …..
Munita di pazienza e di un milione di ricerche fatte in precedenza (su internet ovviamente) tiro fuori dal cassettino i fogli con istruzioni e proxy da provare, sicura di riuscire a raggirare il nemico-azienda.
Ibypass, proxify, blockfilter,unblockmyspace,bypasbrowser….
NIENTE
Il mio nuovo amico ASTARO mi informa placidamente che ..
“Anonymizers not allowed”
Non è possibile, non rinnoviamo le licenze dei programmi che ci servono x lavoro, non possono aver messo un blocco così potente …. Provo con dei siti meno intuitivamente correlati …
Matchcookbook, vtunnel, schoolmyspace, iamnewguy …
Sempre lo stesso risultato :
“Anonymizers not allowed”
Inizio a preoccuparmi.. provo con messenger…
Niente
Meebo, webuzz,fxmessenger …. La sentenza cambia ma non il risultato:
“Instant Messaging not allowed”
Non mi arrendo. Parte una ricerca folle su internet con 7/8 finestre aperte, ciascuna con un motore di ricerca diverso ovviamente, per allargare le risposte…
Trovo delle notizie interessanti sui DNS… qualche video che però non si riusciva a vedere bene e finalmente un bell’elenco in World di istruzioni “step by step” x gli ignoranti, come me.
Lanciatissima ed euforica procedo …. Tac..fatto…. fatto, ok trovato…. Modificato…salva
Impossibile salvare, non si hanno le autorizzazioni necessarie…. Maledetti computer “scatola” vuoti con tutti gli utenti collegati a un server…. Il mio è il server 9 … ma ovviamente solo gli Administrator hanno accesso diretto.
Fregata.
Dopo ore e ore di ricerche e tentativi siamo giunti alla fine di tutte le speranze…
Mi sorge però un dubbio…. Da lunedì alle 9.30 ad oggi, giovedì alle 10.07 ho passato tutto il tempo su internet o a litigare con le impostazioni del mio pc… totale ore lavorate : 1 (probabilmente anche meno)… totale ore cazzeggiate in cerca di una soluzione: 22 …. Non era meglio se lasciavano tutto com’era? Almeno un paio d’ore in più forse le avrei passate lavorando ……
smi
Quel fatidico giorno è arrivato anche per me…
Arrivo in ufficio lunedì ore 8.20, faccio un po’ di cose, controllo la posta elettronica, rispondo ai clienti, gestisco, programmo, organizzo e finalmente apro FB verso le 9.30 per deliziare gli amici con la consueta frase del giorno.
La scrivo, come sempre supero lo spazio disponibile quindi torno indietro e la accorcio…rileggo controllando eventuali errori ortografici e via, clicco con sicurezza e soddisfazione su “pubblica”
NIENTE
Non succede niente.
CTRL+ C …. Esco e riprovo …
Improvvisamente appare una finestra bianca, nera e arancione….
“ASTARO Internet security
Social Networking not allowed”
Aia …..
Munita di pazienza e di un milione di ricerche fatte in precedenza (su internet ovviamente) tiro fuori dal cassettino i fogli con istruzioni e proxy da provare, sicura di riuscire a raggirare il nemico-azienda.
Ibypass, proxify, blockfilter,unblockmyspace,bypasbrowser….
NIENTE
Il mio nuovo amico ASTARO mi informa placidamente che ..
“Anonymizers not allowed”
Non è possibile, non rinnoviamo le licenze dei programmi che ci servono x lavoro, non possono aver messo un blocco così potente …. Provo con dei siti meno intuitivamente correlati …
Matchcookbook, vtunnel, schoolmyspace, iamnewguy …
Sempre lo stesso risultato :
“Anonymizers not allowed”
Inizio a preoccuparmi.. provo con messenger…
Niente
Meebo, webuzz,fxmessenger …. La sentenza cambia ma non il risultato:
“Instant Messaging not allowed”
Non mi arrendo. Parte una ricerca folle su internet con 7/8 finestre aperte, ciascuna con un motore di ricerca diverso ovviamente, per allargare le risposte…
Trovo delle notizie interessanti sui DNS… qualche video che però non si riusciva a vedere bene e finalmente un bell’elenco in World di istruzioni “step by step” x gli ignoranti, come me.
Lanciatissima ed euforica procedo …. Tac..fatto…. fatto, ok trovato…. Modificato…salva
Impossibile salvare, non si hanno le autorizzazioni necessarie…. Maledetti computer “scatola” vuoti con tutti gli utenti collegati a un server…. Il mio è il server 9 … ma ovviamente solo gli Administrator hanno accesso diretto.
Fregata.
Dopo ore e ore di ricerche e tentativi siamo giunti alla fine di tutte le speranze…
Mi sorge però un dubbio…. Da lunedì alle 9.30 ad oggi, giovedì alle 10.07 ho passato tutto il tempo su internet o a litigare con le impostazioni del mio pc… totale ore lavorate : 1 (probabilmente anche meno)… totale ore cazzeggiate in cerca di una soluzione: 22 …. Non era meglio se lasciavano tutto com’era? Almeno un paio d’ore in più forse le avrei passate lavorando ……
smi
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