
Un attimo di silenzio, una goccia di sudore che scende. Un rumore solo: la palla che rimbalza, nell’attesa di quell’ultimo punto che altro non è che la realizzazione di un intero anno di lavoro. Lavoro…e che lavoro!!! Tanta fatica, tanti sacrifici, dolori e gioie, soddisfazioni e delusioni…ma la speranza, quella non è mai mancata. La consapevolezza di potere e dover arrivare a quel momento verso il quale tutte le nostre forze sono sempre state unite e direzionate.
Un attimo interminabile prima del fischio dell’arbitro. Mi giro e guardo le mie compagne una ad una, pensando a quanto ognuna di noi ha dato a questa squadra.
Chissà cosa pensano loro in questo momento, sicuramente hanno la mia stessa voglia di urlare, di saltare e di festeggiare. Si, la vedo disegnata sui loro volti, vedo la determinazione nel loro sguardo. Ognuna di noi ha voglia di mettere quella palla per terra, nell’altro campo.
Se fosse possibile la si schiaccerebbe tutte insieme, ma chiunque di noi alla fine riuscirà a farlo fisicamente, è come se sulla palla ci fosse la forza di tutte quante.
Guardo il pubblico che sembra essersi fermato, immobile come in un quadro, neanche il tifo avversario parla… o forse è la mia mente che me li fa vedere così. Forse stanno urlando ma io non li sento. Sento solo la palla che rimbalza.
Mi giro inconsapevolmente verso la panchina, dove tutto il nostro staff fa il tifo per noi, sorride, forse urla, ma esattamente come per il pubblico io non sento nulla. Vedo però che hanno fiducia in noi, lo vedo dagli sguardi, dai pugni alzati, dalle mani che stringono nervosamente le gambe in attesa di quel fischio.
La goccia sulla mia fronte scende sempre di più… sento il fischio dell’arbitro.
E’ il momento. E’ arrivato.
La mente ora è confusa, tutto il silenzio di un secondo prima è magicamente scomparso e mille urla ne prendono il posto. La palla va e viene, tutte cercano di metterla a terra da entrambe le parti del campo, ma non vuole cadere. Si continua a giocare, uno scambio lunghissimo… ma alla fine cade, esattamente come la goccia di sudore cade dalla mia fronte per posarsi finalmente a terra. E’ fatta.
Ragazze è fatta.
La gioia esplode in urla e salti, tutte insieme col nostro staff, gli amici, i sostenitori, tutti in mezzo al campo, e da li non si uscirà per ore. La stanchezza…cos’è? Qui c’è solo soddisfazione, si gira in cerchio, si applaude, ci si butta una sopra l’altra. E’ il caos più totale, ma in quel caos ci guardiamo, ci abbracciamo, siamo noi, siamo noi che ce l’abbiamo fatta. L’abbiamo fortemente voluto, abbiamo lottato e l’abbiamo ottenuto.
Nessuno ci porterà mai via questo momento. Resterà impresso nella nostra anima per tutta la vita. Le persone che guardiamo e le espressioni che cogliamo e contraccambiamo, non ce le dimenticheremo mai. Resteranno per sempre parte di noi.Nel mio cuore, io sarò sempre qui, sdraiata per terra in questo campo sommersa da tutte le mie compagne e dalle persone con cui ho condiviso questa magnifica esperienza. Come in un quadro fisso tutte le immagini, un quadro cubista forse, perché ricordo solo alcuni particolari di ognuno, un sorriso, una mano, un pugno, sento le botte di chi mi salta addosso..anzi…un puzzle, ecco cos’è, un magnifico puzzle di immagini ed emozioni, incorniciato dalla mia gioia e per sempre appeso tra i miei pensieri più belli.
Un attimo interminabile prima del fischio dell’arbitro. Mi giro e guardo le mie compagne una ad una, pensando a quanto ognuna di noi ha dato a questa squadra.
Chissà cosa pensano loro in questo momento, sicuramente hanno la mia stessa voglia di urlare, di saltare e di festeggiare. Si, la vedo disegnata sui loro volti, vedo la determinazione nel loro sguardo. Ognuna di noi ha voglia di mettere quella palla per terra, nell’altro campo.
Se fosse possibile la si schiaccerebbe tutte insieme, ma chiunque di noi alla fine riuscirà a farlo fisicamente, è come se sulla palla ci fosse la forza di tutte quante.
Guardo il pubblico che sembra essersi fermato, immobile come in un quadro, neanche il tifo avversario parla… o forse è la mia mente che me li fa vedere così. Forse stanno urlando ma io non li sento. Sento solo la palla che rimbalza.
Mi giro inconsapevolmente verso la panchina, dove tutto il nostro staff fa il tifo per noi, sorride, forse urla, ma esattamente come per il pubblico io non sento nulla. Vedo però che hanno fiducia in noi, lo vedo dagli sguardi, dai pugni alzati, dalle mani che stringono nervosamente le gambe in attesa di quel fischio.
La goccia sulla mia fronte scende sempre di più… sento il fischio dell’arbitro.
E’ il momento. E’ arrivato.
La mente ora è confusa, tutto il silenzio di un secondo prima è magicamente scomparso e mille urla ne prendono il posto. La palla va e viene, tutte cercano di metterla a terra da entrambe le parti del campo, ma non vuole cadere. Si continua a giocare, uno scambio lunghissimo… ma alla fine cade, esattamente come la goccia di sudore cade dalla mia fronte per posarsi finalmente a terra. E’ fatta.
Ragazze è fatta.
La gioia esplode in urla e salti, tutte insieme col nostro staff, gli amici, i sostenitori, tutti in mezzo al campo, e da li non si uscirà per ore. La stanchezza…cos’è? Qui c’è solo soddisfazione, si gira in cerchio, si applaude, ci si butta una sopra l’altra. E’ il caos più totale, ma in quel caos ci guardiamo, ci abbracciamo, siamo noi, siamo noi che ce l’abbiamo fatta. L’abbiamo fortemente voluto, abbiamo lottato e l’abbiamo ottenuto.
Nessuno ci porterà mai via questo momento. Resterà impresso nella nostra anima per tutta la vita. Le persone che guardiamo e le espressioni che cogliamo e contraccambiamo, non ce le dimenticheremo mai. Resteranno per sempre parte di noi.Nel mio cuore, io sarò sempre qui, sdraiata per terra in questo campo sommersa da tutte le mie compagne e dalle persone con cui ho condiviso questa magnifica esperienza. Come in un quadro fisso tutte le immagini, un quadro cubista forse, perché ricordo solo alcuni particolari di ognuno, un sorriso, una mano, un pugno, sento le botte di chi mi salta addosso..anzi…un puzzle, ecco cos’è, un magnifico puzzle di immagini ed emozioni, incorniciato dalla mia gioia e per sempre appeso tra i miei pensieri più belli.
smi
;-)) questo meraviglioso esempio di giornalismo pallavolista mi sembra di averlo già letto...
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