
Ospedale Manzoni di Lecco - Mercoledì 25.03.09 ore 10.30. Plasmaferesi piano -2.
Richiudo il foglietto e guardo il semaforo. Sempre rosso. Ma anche se fosse verde alle 9.00 di mattina la bergamo-lecco è più trafficata di un formicaio in piena attività, quindi sarei ferma comunque. Prendo in mano il cellulare e inizio a cancellare i messaggi eliminabili, e a spostare in qualche cartella quelli che mi regalano un sorriso, o che è meglio tenere “perché non si sa mai”, riguardo avanti… verde… ma tanto non ci si muove.
Con tanta tanta tanta calma e pazienza arrivo nei pressi dell’ospedale, e rinuncio già a priori all’idea di entrare nel parcheggio sotterraneo, vista la coda che c’è fuori, e anche di provare a entrare nel parcheggino all’aperto, visto il nr di macchine che stanno li nel mezzo ad aspettare che qualcuno lasci loro il posto. Rotonda, scendo verso le case popolari… niente… risalgo, scendo verso il consultorio e mi viene la malsana idea di lasciarla sulla discesa a destra, in mezzo ad altre 4 o 5 macchine…. e allora via manovra… entro perfettamente con la mia piccola utilitaria manovrabile e imbucabile in qualsiasi spazio… spengo il motore… ah no…. 5 mesi fa all’ultima donazione l’ho lasciata qui e quando sono tornata c’era una bella sorpresa sullo specchietto… 36,50 Euro… in contanti è, messi li in bella vista proprio, con un bigliettino con scritto: per te dal comune, scusandoci del disagio provocato dal basso numero di parcheggi rispetto all’affluenza media giornaliera all’ospedale di Lecco… onde evitare un’altra multa riavvio il motore, torno alla rotonda, rigiro, risalgo la via, riscendo… niente…. Finché finalmente un’auto se ne va e lascio la mia al lato della strada tra un cancello e un cancelletto, con un bel disegno di un pedone sull’asfalto, ma dove non ci sono divieti e non ho mai preso multe (mi viene anche il dubbio che quell’omino disegnato per terra in realtà sia la sagoma di pollicino disegnata da qualche agente della scientifica, dopo il ritrovamente del suo cadavere schiacciato da un triciclo di qualche bimbo che passava…. Altrimenti che significato potrebbe avere???)
Entro in ospedale dando una rapida occhiata al cellulare: 10.15. Ottimo.
Passo davanti alle poste, banca, parrucchiere, bar, edicola dimenticandomi per un momento dove sono e mettendo automaticamente la mano in borsa per cercare il biglietto della spesa…. Poi vedo la reception e allora la mia mano si sposta al portafoglio cercando la carta di credito per l’accettazione, finchè finalmente vedo la scritta “Accettazione day-hospital” e mi ricordo che sono in ospedale…
Corridoio, destra, ascensori, piano -2 …
Ed eccomi qui, appena l’ascensore si apre sento aria di casa: un donatore annoiato dall’attesa sta sulla porta di sicurezza semiaperta con una sigaretta in mano, lo schermo gigante con i numeri estratti per accettazione/visita/donazione divisi per sangue e plasma, una 30ina di persone sedute e/o in piedi che aspettano il loro turno e il mio primo obiettivo: il distributore dei biglietti numerati.
Vado con passo sicuro verso il mio pulsantino: Plasma e lavoratori autonomi. Strano accostamento, lo penso tutte le volte. Nell’antichità (fino a circa un anno fa) l’appello numerato era solo per i donatori di sangue, i “plasma” e i lavoratori autonomi entravano direttamente all’accettazione, i primi perché erano talmente pochi e il procedimento è talmente lungo che passavano avanti, i secondi perché essendo autonomi poi devono tornare al lavoro. Ora però chi fa plasma deve mettersi il cuore in pace perché nonostante bigliettino e conteggio siano separati, minimo ci deve restare 2 ore al -2. QUindi per gli autonomi fate qualcos’altro, una terza lista, o una corsia prioritaria come quella al check-in in aeroporto o…. che è sto rumore?la sveglia? Ah no il display luminoso…. 028 ..vabbeh tocca a me… entriamo va.
Tempo compilazione questionario: 48 secondi, è quasi record, tempo di bucatura del dito : 39 secondi, cotone e fuori di nuovo in attesa…. Varco la porta aspettandomi un boato di cori e applausi per il mio quasi record … invece niente, le solite facce annoiate e voci polemizzanti su chi è entrato prima di chi e perché … uff…. cerco una sedia e mi ci sied…..028… visita. Mi rialzo e rientro sogghignando e pensando a commenti dei lamentosi, dato che sono appena arrivata. Altro tempo record, pressione, battiti, bilancia..
“lei è quella che gioca a pallavolo vero?” “Si.”
“Visita sportiva tutto ok?” “Si.”
“Grazie può andare”
Riesco e questa volta il boato me lo merito…. Allungo l’orecchio oltre il piede … niente… e va beh che antipatici sti donatori Avis (ovviamente io sono ALDE, per distinguermi dalla massa eheh)
Adesso l’attesa inizia anche per me, con ancora il cotone sul polpastrello del mio indice sinistro apro Vanity e mi butto nella impegnata lettura…
Circa ¾ d’ora dopo e 50/60 sussulti al Biiiip del cambio numero sul display tocca a me. Entro, saluto, cerco la mia poltrona e mi accomodo mostrando il braccio sinistro all’infermiera. Lo guarda, sorride pensando “finalmente delle vene che non si fa fatica a prendere”, apre la confezione sterilizzata di aghi per cavalli usati per le plasmaferesi e con sicurezza lo infila nel mio braccio. Assicura i tubicini con lo scotch, parte con le 7 provette di sangue e poi lo collega alla macchinetta che sarà mia compagna per l’ora successiva…. Vanity…. Ma dove l’ho lasciato Vanity? … azz… fuori…. E va beh c’è la Bertè in TV sulla rai (chissà perché poi in quella sala sempre la rai si guarda….) vediamo come è vestita oggi ….
Smi
"...Plasma e lavoratori autonomi...", bellissimo...Ma quindi stai spargendo il gene della pallavolo in giro per il mondo??
RispondiEliminasi ma sono selettiva, sono AB+
RispondiElimina:)