
Uno pensa di sapere esattamente il significato e la funzione delle cose… e invece… ecco che a un certo punto tutte le sue certezze crollano….
Chiacchierando con mio cugino, ¾ ala del Rugby Lecco in serie B, rimango spesso affascinata da questo strano mondo del Rugby e dalle sue tradizioni, ideologie e simboli perché è di questo che si tratta, non di un semplice sport. Dopo aver capito e metabolizzato il significato di “terzo tempo” (che nella pallavolo si chiama “pizza di squadra a fine partita” ma con l’aggiunta del festino, del cucinare tutti insieme nella sede e dell’amicizia, il tutto condito con fiumi di birra ) ecco che subito vengo rapita da un’altra strana usanza…. Quella del cucchiaio di legno, il Wooden Spoon.
Mi metto a ridere pensando a questi omoni grandi, grossi e tutti sporchi di fango con legato al collo un cucchiaino di legno e che all’occorrenza si trasformano in minuscole signore Minù sparendo tra i fili d’erba del campo…. Ma subito vengo riportata alla realtà da un pugno in testa (Oh !!! rispetto per le cugine più anziane!!!) “Deficiente - mi dice – è una cosa simbolica”
La mia fantasia riparte e penso che serva per il terzo tempo, per girare il ragù per la pasta x tutta sta gente (una volta metabolizzato, il terzo tempo è la prima cosa a cui penso quando si parla di rugby… forse perché l’ultima informazione aggiunta al concetto sta sempre più in alto…mah) e via, un altro bel pugno in testa … meno male che ho la testa dura!
Mi spiega che è una sorta di cappello d’asino, che si da a chi perde sempre, pare abbia origine in alcune tradizioni dell’università di Cambridge in classe prima e allargato successivamente anche all’ambito sportivo e sia un oggetto simbolico (come del resto il cappello d’asino, non ricordo d’averlo mai visto indossato a qualcuno che non fosse Pinocchio) con diverse leggende sulla sua nascita, origine e significato reale. Una di queste narra che in origine avesse anche un intrinseco significato beneaugurante, del tipo: più in basso di così non puoi cadere, ora che hai il cucchiaio di legno usalo come remo e cerca di uscire da questa merd…. rialzarti insomma, ma che poi questo significato si sia perso.
E io che pensando al rugby riuscivo a visualizzare solo gli All Blacks che urlano facendo linguacce e balli strani…. ora la mia mente non sa più che immagini richiamare, se un casale pieno di gente che mangia, beve e ride nel fare onore al terzo tempo, gli omoni pitturati, o il cucchiaio della signora Minù…
Chissà quali altre sorprese e strane tradizioni mi riserva il rugby, e quanti altri pugni in testa devo ricevere prima di impararle tutte !!!
Nella prossima puntata di “L’ha detto mio Cugino” racconti raccapriccianti sui riti di iniziazione…
Smi
Chiacchierando con mio cugino, ¾ ala del Rugby Lecco in serie B, rimango spesso affascinata da questo strano mondo del Rugby e dalle sue tradizioni, ideologie e simboli perché è di questo che si tratta, non di un semplice sport. Dopo aver capito e metabolizzato il significato di “terzo tempo” (che nella pallavolo si chiama “pizza di squadra a fine partita” ma con l’aggiunta del festino, del cucinare tutti insieme nella sede e dell’amicizia, il tutto condito con fiumi di birra ) ecco che subito vengo rapita da un’altra strana usanza…. Quella del cucchiaio di legno, il Wooden Spoon.
Mi metto a ridere pensando a questi omoni grandi, grossi e tutti sporchi di fango con legato al collo un cucchiaino di legno e che all’occorrenza si trasformano in minuscole signore Minù sparendo tra i fili d’erba del campo…. Ma subito vengo riportata alla realtà da un pugno in testa (Oh !!! rispetto per le cugine più anziane!!!) “Deficiente - mi dice – è una cosa simbolica”
La mia fantasia riparte e penso che serva per il terzo tempo, per girare il ragù per la pasta x tutta sta gente (una volta metabolizzato, il terzo tempo è la prima cosa a cui penso quando si parla di rugby… forse perché l’ultima informazione aggiunta al concetto sta sempre più in alto…mah) e via, un altro bel pugno in testa … meno male che ho la testa dura!
Mi spiega che è una sorta di cappello d’asino, che si da a chi perde sempre, pare abbia origine in alcune tradizioni dell’università di Cambridge in classe prima e allargato successivamente anche all’ambito sportivo e sia un oggetto simbolico (come del resto il cappello d’asino, non ricordo d’averlo mai visto indossato a qualcuno che non fosse Pinocchio) con diverse leggende sulla sua nascita, origine e significato reale. Una di queste narra che in origine avesse anche un intrinseco significato beneaugurante, del tipo: più in basso di così non puoi cadere, ora che hai il cucchiaio di legno usalo come remo e cerca di uscire da questa merd…. rialzarti insomma, ma che poi questo significato si sia perso.
E io che pensando al rugby riuscivo a visualizzare solo gli All Blacks che urlano facendo linguacce e balli strani…. ora la mia mente non sa più che immagini richiamare, se un casale pieno di gente che mangia, beve e ride nel fare onore al terzo tempo, gli omoni pitturati, o il cucchiaio della signora Minù…
Chissà quali altre sorprese e strane tradizioni mi riserva il rugby, e quanti altri pugni in testa devo ricevere prima di impararle tutte !!!
Nella prossima puntata di “L’ha detto mio Cugino” racconti raccapriccianti sui riti di iniziazione…
Smi
secondo me i novizi del rugby vengono presi a cucchiaiate sulle chiappe sotto la doccia...attendo curioso...Tra di noi calciatori invece si usava la fustigazione con le ciabatte e il battesimo con la pipì a tradimento sotto la doccia. Brutta roba, poi ci si chiede da dove escono i Balotelli.
RispondiEliminama va cose da principianti... loro vanno a cena in locali pieni e fanno di quelel cose... ihihihi .. ma guarda che da noi la pipì sotto la doccia è un must, non un battesimo ;)))))
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