
Salgo in macchina, metto la borsa dietro e accendo l’aria calda al massimo mentre tolgo il ghiaccio dal vetro, pensando che sono una cretina e che devo decidermi a tirare fuori dall’armadio i guanti con le dita, perché questi senza non servono a molto il 27 Gennaio con -3 gradi fuori..
Finalmente risalgo, e mentre esco dal parcheggio e mi avvio verso la briantea smetto di ascoltare i miei pensieri e mi accorgo, dapprima vagamente, che c’è una canzone che conosco alla radio… conosco e mi piace, e pian piano scopro che la sto canticchiando… “Sognami se nevica,Sognami sono nuvola ,Sono vento e nostalgia, Sono dove vai….."
Senza nemmeno accorgermene non sto più guidando verso l’ufficio con l’ansia della ritardataria cronica e inguaribile, ma sto camminando nella neve..sono in mezzo a una città, chissà quale, chissà dove, e cammino sul porfido bagnato, sento il vento sulla faccia e i fiocchi che mi entrano in bocca mentre canto “Sognami se nevica , Sognami sono nuvola, Sono il tempo che consola , Sono dove vai…..”
Alzo la testa e guardo la neve che scende in ordine sparso come se gli angeli la setacciassero da sopra pensando di spargerla su una torta, eppure in un ordine così perfetto da sembrare che abbia una forma. Sento il freddo…ma non ne sono sicura, anzi sento caldo… alla mano sinistra… eppure non capisco ho i guanti senza dita… abbasso il viso e poso lo sguardo sulla mia mano sinistra… e noto che non sta penzolando ritmicamente mentre cammino, ma è in tasca, non nella mia, nella tasca di uno sconosciuto che cammina accanto a me. Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare dalla camminata regolare di questo sconosciuto, dalla neve, e sento il calore della sua mano che stringe la mia in quella tasca.. che sensazione strana… il freddo, il bagnato e quella mano calda… mi sento scaldare il cuore pian piano come se da li partisse un fuoco che attraverso le vene mi scorre verso il cuore, e da li verso ogni parte del mio corpo. Ho voglia di guardarlo in faccia, eppure continuo a osservare quella giacca di pelle nera, quella tasca dove ci sono la mia mano e la sua, e sorrido mentre la neve si scioglie cadendomi addosso, scaldata anche lei al contatto col mio viso… Oddio forse sono diventata rossa, forse semplicemente sono io che non la sento, distratta dall’immagine che vedo come se stessi guardando un film, un dipinto, una foto in bianco e nero con un solo particolare a colori.
Ma ho voglia di guardarlo, e con uno sforzo immane alzo gli occhi, senza mettere a fuoco perché non so bene se voglio vedere chiaramente o se mi piace godermi la sensazione e basta… e poi metto a fuoco, lo guardo e sorrido, così spontaneamente e senza un motivo, ma sorrido, e lui mi sorride di rimando, con le labbra e con gli occhi, apre la bocca e mi dice “Rèves moi, s’il neigera , Je suis vent et nostalgie, Je suis où tu vas..” apro la bocca anch’io e sto per dire qualcosa quando sento un rumore in lontananza…non… non capisco cos’è…. Cosa… un clacson? Guardo bene e sono ferma a 2 metri dalle strisce delle scuole elementari, e nella macchina davanti a me un operaio in ritardo tira porconi alla vigilessa….. era…. era solo una canzone….
Eppure sembrava così vera ….
Smi