giovedì 7 gennaio 2010
L'ombra del vento.... le presentazioni....
Il pomeriggio del 24 Dicembre, in piena ricerca dei regali di Natale e in ritardo come al solito, sono entrata in libreria, non ho ancora capito se con uno scopo preciso o solo per il piacere di trovarmi tra buoni amici. Come un bambino al parco giochi ero attratta da un milione di colori, forme e disegni, sfiorando con le dita i dorsi dei libri e prendendo in mano quelli che mi attiravano di più per leggerne la trama sulla terza di copertina. Penso fosse più affollata di piazza duomo durante la notte bianca, ma chi se ne accorgeva.. concentrata sugli scaffali e procedendo lenta e rapita io sentivo solo silenzio e vedevo solo i colori. Poi le dita e lo sguardo si posano su di lui.. l’ombra del vento… e questo cos’è? Mai sentito… Carlos Ruiz Zafon… … passo i polpastrelli sulla copertina chiudendo gli occhi, come se cieca dovessi leggere in braille… sento in rilievo il nome dell’autore, il titolo e il logo dei best sellers… apro gli occhi e guardo i lampioni, la nebbia e la nota : “Una Barcellona misteriosa. Un segreto sepolto nel Cimitero dei Libri Dimenticati.” Già dopo “Barcellona” ero convinta che l’avrei preso… ma volevo dare una possibilità al resto dello scaffale e soprattutto avevo bisogno di una scusa per comprarlo, dato che oltre ai libri per i miei 8 esami mancanti ce ne sono almeno 15 nel mio ebook-reader e 6 in carne e ossa…. anzi carta e inchiostro, che aspettano di essere letti… faccio un passo in avanti sempre tenendo le dita sullo scaffale e facendole scorrere… ma non riesco a terminare il passo… rimetto il peso del mio corpo sulla gamba sinistra rimasta assolutamente immobile e lo riprendo in mano… mia mamma… il regalo per mia mamma!! Sorridendo e conglaturandomi con me stessa per aver trovato una scusa plausibile stacco le dita dallo scaffale, afferrando il nuovo amico con entrambe le mani, esattamente a metà lateralmente e me lo porto al naso, sollevandolo come si fa con un bambino, da sotto le ascelle quando si vuole farlo giocare e dargli un bacio… ecco lo faccio… lo annusso… e quell’odore di carta e inchiostro che entra nelle mie narici è come il bacio dato al bambino… un segno di affetto, di appartenenza anche. Smetto di sorridere da sola pensando che chi mi vede potrebbe pensare che sono una pazza furiosa o che il libro me lo voglio mangiare e mi dirigo verso la cassa. Pago ed esco, senza farmelo confezionare, perché me lo voglio godere ancora un po’..
Certo… non è per me, ma conoscendo mia mamma in una settimana… anche meno se la appassiona, il libro è a mia disposizione, pronto ad essere appoggiato sul mio comodino ..
Arrivata a casa lo riguardo.. ristudio per bene la copertina con le dita, come se tentassi di vedere il profilo di un viso con gli occhi chiusi e con un po’ di difficoltà lo chiudo in una carta regalo color argento, e ci piazzo sopra un bel fiocco rosso.
Poche ore dopo lo do a mia mamma, che lo apre, lo guarda, legge la trama e lo appoggia sulla sua libreria, ringraziandomi.. poi riprende la sua posizione di padrona di casa e si mette a tagliare il panettone per i suoi 15 ospiti arrivati come ogni vigilia per la consueta trippa di Natale. Anche io torno alle mie faccende, ma prima di uscire lancio un’ultima occhiata alla libreria, dove tutti i libri sono bene impilati verticalmente..tranne lui, che è appoggiato in un angolo, ancora senza una fissa dimora…ancora vergine..chiudo la porta dietro di me…. e per qualche giorno non ci penso più…
Arriva così il 31 Dicembre, tra pranzi, cene, regali, cinema di natale, preparativi per capodanno e un milione di altre cose, e alle 6.20 suono il campanello della mia amica, pronta a rimboccarmi le maniche x aiutarla a preparate casa e cibo per la cena tra intimi (..27 persone) per dare il benvenuto al 2010. Prima di iniziare a preparare tavola, studiare disposizioni e dividerci tra friggitrice, forno e fornelli ci scambiamo i regali di natale …
Carta rossa… rosso feltrinelli… e già sento l’odore della letteratura che esce dal piccolo buchino fatto e mi entra nelle narici… in puro stile cartone animato con tanto di mano che mi fa segno col dito di seguirla….. apro il resto e senza guardare infilo la mano nel sacchettino…. Estraggo lentamente e…. non ci credo… non ci posso credere… L’ombra del vento.
La mia mente saltella indietro di pochi giorni e rivede come una diapositiva il mio sguardo allo stesso libro posato in casa di mia mamma, prima di uscire chiudendo la porta dietro di me, e con un sorriso incredulo guardo cosa c’è ora tra le mie mani….
Avete presente quelle manine allungabili in gomma appiccicosa che si trovavano nelle patatine diversi anni fa? Ecco… è come se tra me e quel libro ci fosse quella manina appiccicosa… direi che non ce n’è: lo devo leggere, mi ha trovata e non credo mi lascerà andare tanto facilmente quindi lo apro senza neanche rendermene conto e inizio a leggere… … sento una voce in lontananza e penso sia Daniel che attraverso le parole lette mi entra nella testa, ma mi accorgo che è una voce femminile…. Alzo gli occhi e ancora senza sentire, come se fossi chiusa in una bolla di vetro vedo la mia amica che muove le labbra… cerco di concentrarmi e mi accorgo che sta parlando con me… “Smi… Smi??? La cena!!!!”
La cena!!!! Me ne ero dimenticata…. Richiudo L’ombra del vento… per ora …
Smi
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