
Nuovo anno, stessi pensieri, non so perché la gente creda che nel momento in cui le lancette dell’orologio passano la mezzanotte di un millimetro le cose siano diverse, debbano esserlo..
Alla fine non è mai così. Quel secondo dopo la mezzanotte non ha poteri magici, non crea un buco nero nella tua vita dove puoi mettere tutte le cose che non ti piacciono o che ti fanno male in modo che poi scompaiano inghiottite li dentro e finiscano su un pianeta discarica, per poi tornare riciclate e depurate. Non funziona così..
Certo è una scusa per darsi degli obiettivi, dei propositi, per credere in qualcosa e rialzarsi quando si finisce col culo per terra. Ma lo è ogni alba, ogni tramonto, ogni pioggia e ogni cambio di stagione. O almeno, così dovrebbe essere. Ci sono sempre aspettative, speranze, progetti negli auguri di buon anno, eppure.. ci dovrebbero essere anche nel bacio del buongiorno, nel momento in cui ci si guarda allo specchio la mattina, e si chiudono gli occhi alla sera pronti per sognare.
E’ una scusa, una festa, un modo per dimenticare tutto e provare a ricominciare da zero… anzi da 1. Sarebbe bello se funzionasse. Se l’assurda tradizione di buttare le cose dalla finestra le facesse scomparire nel tragitto invece che farle fracassare al suolo. Se si potessero anche svuotare i pensieri, i ricordi dolorosi, se si rigenerassero le parti lesionate del cuore… e del mio crociato anteriore, se si rinascesse davvero. Ma dopo che sono evaporati i fumi dell’alcool dei festeggiamenti e sono scemate le risate, la musica e i primi pettegolezzi dell’anno spegnendo il fischio nelle orecchie che ti rende sordo a tutto il resto, quel buco nero si riapre e in un attimo ti sputa tutto addosso di nuovo, così che ti ritrovi col culo per terra e il ghiaccio sul ginocchio.
Eppure… eppure qualcosa deve essere cambiato, deve funzionare questa credenza che si infila nel cervello ripetendoti all’infinito: anno nuovo, vita nuova. Tutti gli auguri di un anno di gioia, serenità, felicità e di tanti tanti fuochi d’artificio devono infilarsi da qualche parte e sostenerti in modo da farti rialzare senza farti ricadere in tempo zero. Forse non hanno mangiato abbastanza panettone a natale, forse non sono stati augurati col cuore, forse sono appena nati, come il nuovo anno, e non hanno ancora la forza sufficiente.
Allora li prendo e li pianto in un vaso, con la terra nuova, concimata. Li annaffio tutte le sere e ci metto dei bastoncini ai quali fissarli man mano che crescono in modo che non si affloscino, che non muoiano. Gli racconto le mie storie, i miei pensieri e la mia vita, come se leggessi una favola a un bimbo di pochi mesi per farlo addormentare. Li concimo con le mie lacrime e li riscaldo coi sorrisi. Lascio accesa la luce di notte, in modo che non abbiano paura e chiudo bene le porte degli armadi, in modo che non possano uscire le ombre e spaventarli. Li proteggo dai parassiti, dal freddo e dai gatti.. e prima di chiudere gli occhi do loro la buonanotte e l’arrivederci a domani, un domani diverso..
Smi
Alla fine non è mai così. Quel secondo dopo la mezzanotte non ha poteri magici, non crea un buco nero nella tua vita dove puoi mettere tutte le cose che non ti piacciono o che ti fanno male in modo che poi scompaiano inghiottite li dentro e finiscano su un pianeta discarica, per poi tornare riciclate e depurate. Non funziona così..
Certo è una scusa per darsi degli obiettivi, dei propositi, per credere in qualcosa e rialzarsi quando si finisce col culo per terra. Ma lo è ogni alba, ogni tramonto, ogni pioggia e ogni cambio di stagione. O almeno, così dovrebbe essere. Ci sono sempre aspettative, speranze, progetti negli auguri di buon anno, eppure.. ci dovrebbero essere anche nel bacio del buongiorno, nel momento in cui ci si guarda allo specchio la mattina, e si chiudono gli occhi alla sera pronti per sognare.
E’ una scusa, una festa, un modo per dimenticare tutto e provare a ricominciare da zero… anzi da 1. Sarebbe bello se funzionasse. Se l’assurda tradizione di buttare le cose dalla finestra le facesse scomparire nel tragitto invece che farle fracassare al suolo. Se si potessero anche svuotare i pensieri, i ricordi dolorosi, se si rigenerassero le parti lesionate del cuore… e del mio crociato anteriore, se si rinascesse davvero. Ma dopo che sono evaporati i fumi dell’alcool dei festeggiamenti e sono scemate le risate, la musica e i primi pettegolezzi dell’anno spegnendo il fischio nelle orecchie che ti rende sordo a tutto il resto, quel buco nero si riapre e in un attimo ti sputa tutto addosso di nuovo, così che ti ritrovi col culo per terra e il ghiaccio sul ginocchio.
Eppure… eppure qualcosa deve essere cambiato, deve funzionare questa credenza che si infila nel cervello ripetendoti all’infinito: anno nuovo, vita nuova. Tutti gli auguri di un anno di gioia, serenità, felicità e di tanti tanti fuochi d’artificio devono infilarsi da qualche parte e sostenerti in modo da farti rialzare senza farti ricadere in tempo zero. Forse non hanno mangiato abbastanza panettone a natale, forse non sono stati augurati col cuore, forse sono appena nati, come il nuovo anno, e non hanno ancora la forza sufficiente.
Allora li prendo e li pianto in un vaso, con la terra nuova, concimata. Li annaffio tutte le sere e ci metto dei bastoncini ai quali fissarli man mano che crescono in modo che non si affloscino, che non muoiano. Gli racconto le mie storie, i miei pensieri e la mia vita, come se leggessi una favola a un bimbo di pochi mesi per farlo addormentare. Li concimo con le mie lacrime e li riscaldo coi sorrisi. Lascio accesa la luce di notte, in modo che non abbiano paura e chiudo bene le porte degli armadi, in modo che non possano uscire le ombre e spaventarli. Li proteggo dai parassiti, dal freddo e dai gatti.. e prima di chiudere gli occhi do loro la buonanotte e l’arrivederci a domani, un domani diverso..
Smi
Nessun commento:
Posta un commento