venerdì 29 maggio 2009

C’è chi nasce con gli occhi blu…e chi con la coda di paglia…


A 32 anni suonati ormai dovrei conoscere ed essere abituata alle stranezze delle persone che mi circondano… eppure ogni volta rimango basita davanti ai misteri della mente umana.
Vi è mai capitato che mentre state parlando qualcuno vi interrompa dicendo: “ lo so cosa stai pensando”…ma cosa sai te????
Sei il mago Othelma? Superman? Il quinto dei Fantastici 4?
E in più riescono a leggere le tue parole mentre stai parlando con una persona a 10 km di distanza…”sìsì so io cosa vi stavate dicendo..” Hai vinto i campionati mondiali di lettura delle labbra col cannocchiale?
Ma dai smettiamola di farci i cazzi degli altri. O meglio di inventarceli.
Ma il problema sta non tanto nella sindrome del Big Brother (non in questo caso specifico almeno), ma in un’altra brutta roba: l’avere la coda di paglia.
Non so bene per quale processo mentale, noi esseri umani, tutti (perché vi assicuro che anche il mio gatto ha una gran coda di paglia…) quando abbiamo la coscienza sporca prendiamo male qualsiasi affermazione o situazione e siamo convinti che tutti parlino proprio del nostro “segreto”. Capita anche a me, lo ammetto, ma c’è modo e modo di reagire. Ovviamente se sono andata addosso a una macchina nel parcheggio, ammaccandola lievementissssimamente e ho deciso che non era il caso di lasciare un bigliettino…. e poi uno mi entra in ufficio dicendo: - Che nervi ho trovato un’ammaccatura sul paraurti!! – è ovvio che penso subito che sia colpa mia (è solo un esempio … non mi chiamate tutti adesso dicendo che avete un bozzo sulla macchina, non sono stata io!!!). Però c’è gente che reagisce in modi assurdi e vede complotti dappertutto.
Se io ammacco lievemente il paraurti della macchina dietro la mia e al TG5 annunciano che la polizia municipale italiana ha deciso di pattugliare i parcheggi pubblici per multare chi non denuncia eventuali danni provocati agli altri mezzi, mi pare chiaro che non ce l’hanno con me! Certo, direte voi, e invece no! C’è gente pazza a questo mondo, assolutamente paranoica!
Basta scrivere in msn “Io odio le mosche” riferendoti a un moscone fastidioso che ti perseguita dalla mattina in ufficio e che non riesci a far uscire dalla finestra, che almeno 10/20 dei tuoi contatti si sentono profondamente offesi perché pensano che tu ce l’abbia con loro. MA ALLORA????? Se dico mosca, ce l’ho con la mosca, se no dicevo Mario, Luigi, Federica!!
Se sapete di aver fatto qualcosa di male, e vi sentite presi in causa da un’affermazione … aprite la bocca o msn e fate una bella domanda diretta “ce l’hai con me?” oppure più genericamente “che c’è?” senza farvi mille menate e andare in giro a guardare male le persone perché pensate abbiano detto, fatto, riferito qualcosa che vi riguardi.

Si vive molto meglio !!! Oppure, ancora meglio, evitate di fare o dire cattiverie in modo da tenerla pulita sta povera coscienza… echeccazzo!

Smi

venerdì 22 maggio 2009

20.05.09 - ED E' B1 !!!!

A volte le parole sono superflue.....

A volte sono solo i fatti che contano. Saugelle in B1 !!!!! Ce la siamo sofferta, sudata e meritata la nostra promozione. E ora ce la godiamo.



Smi

mercoledì 20 maggio 2009

La resa dei conti - B1 o non B1 (ultima parte)


Un po’ di sclero in panca per cercare di dare la carica e farci riprendere e un po’ di rassicurazioni a base di frasi fatte già sentite, già dette, già metabolizzate e in questo momento neanche tanto valide…del tipo “se siam prime c’è un motivo” “noi siamo più forti” si certo.
Ma desso riprendiamoci perché lo vogliamo vincere sto lunghissimo campionato, vogliamo la gloria, la gioia, i festeggiamenti e poi la meritata settimana di pausa, la vacanza e poi via con i progetti per la prossima stagione. La vogliamo. E andiamocela a prendere.
Tutte sulla riga laterali in attesa del fischio dell’arbitro che puntuale arriva, e allora dentro, si ricomincia da zero..anzi da 0-0.
Si procede lentamente, non si riesce ad allungare, sempre pari, più uno noi…pari, più uno loro..pari di nuovo. Ai time out tecnici tentiamo di dare qualche suggerimento, di sollevare il morale, ma siamo come in un video che va a rallentatore. Un cosa buona, una grossa cagata. Una cosa buona, una battuta fuori. Ma nonostante questo non ci scappano avanti, non ci distaccano e il punteggio è sempre li, basta davvero poco ma è come se non riuscissimo ad afferrare la fune perché troppo scivolosa. Con la stessa sensazione di lentezza e stranezza arriviamo a 23-22 per loro, momento decisivo. Non possiamo cedere un punto perché significherebbe fare i play off.
L’ultimo punto l’abbiamo conquistato noi, quindi tocca a noi battere… fuori. 24-22. Ma non è finita, ricezione ben fatta e via un bellissimo attacco in diagonale che ci riposta a un passo. 24-23 e battiamo ancora noi.
In un attimo mi passano nella testa tutte le cose che si domanda un giocatore quando deve andare a battere su questo punteggio. La tiro? … Meglio buttarla di la e giocarcela a muro e in difesa, se sbaglio è finito il set. Ma se è troppo facile il set è finito comunque. Fossimo tanto a poco la si tirerebbe, se sbagli va beh il set è già compromesso e se invece fai punto tutto di guadagnato… ma così punto a punto è molto diverso. Di solito si chiede all’allenatore che fare, ma in questo caso forse è meglio evitare perché lui è ancora più in panico di noi, e non sarebbe di aiuto. La soluzione è fare una battuta abbastanza tirata ma comunque di sicurezza che magari le mette un pochino in difficoltà ma che entri in campo per evitare ilo punto diretto all’avversario. Alzo gli occhi e guardo la mia compagna in battuta, col braccio alzato e la palla nella mano sinistra, concentrata, sicuramente impegnata nei miei stessi pensieri. Fischio dell’arbitro. Si alza la palla e la colpisce con forza ma non tirandola al massimo, la palla passa la rete, va nell’altro campo, supera la linea dei tre metri tra zona 6 e zona 5 … ma la passa di troppo e finisce fuori.
25-23. E’ finito il set, il sogno, si è spenta la luce che ci indicava la fine del tunnel, l’uscita, il sole.
Arriva la notizia che Ornavasso ha fatto il suo compitino e ha vinto 3-1, e con questo punto perso siamo ora a pari merito, ma per differenza set loro sono in B1 e noi siamo qui, sedute per terra con la vaga sensazione che il coach stia gridando qualcosa ma con la testa talmente piena di pensieri che non si capisce una parola, si sente solo il fastidioso rumore. Scende il sudore dalla fronte e va a spiaccicarsi sul mondoflex, insieme a tanti sogni, e al nostro umore. L’indegna fine di tanto lavoro e tanto impegno, di allenamenti fatti con la febbre e partite giocate con fasciature strette. Certo non è finita. C’è un altro set da giocare e da vincere per arrivare al 5 e portare comunque a casa la partita, perché non si smette mai di lottare. E ci sono i play off, seconda chance di conquistare la meta tanto voluta. E allora via, un bel respiro a pieni polmoni, cacciamo via i pensier come si fa con una mosca fastidiosa e torniamo in campo. Adesso per vincere davvero.

Smi

venerdì 15 maggio 2009

La resa dei conti - B1 o non B1 (3a parte)


Mentre varco la soglia del campo mi viene sempre da pensare alla scena di “Armageddon” nella quale Bruce & Friends in tuta arancione camminano in fila lentamente verso la navicella per andare a salvare il mondo, col casco in mano. Certo noi siamo in azzurro puffo e un tantino meno imbottite, con la maglia da gioco in mano…ma non so perché, non mi esce dalla testa questo paragone. E ora? Ora si comincia: Stefano preparatore da il via e si parte coi 5 minuti di corsa, la cui successione è regolarmente accompagnata dalle nostre suppliche di sconti comitiva “Ste…quanto mancaaa?” “ma non sono ancora pasatiiii?” “dai Ste…basta?” e con queste richieste di solito otteniamo di correre anche di più.. brave noi…
Stretching ognuna nella sua posizione (vitatissimo spostarsi dopo che le posizioni sono state fissate al primo allenamento della stagione) e via scalette…. Skip,calciata,saltelli, dentro fuori,destra sinistra, a trenino una dietro l’altra “ brigitte bardot bardot…a e i o u y …nananan” ah no ci siam lasciate prendere, torniamo concetrate, 4 salti…a muro e via riscaldamento con la palla.
Io e la Rouge siamo belle cariche, vorrei guardare in faccia le altre ma la Rouge mi tira delle mine pazzesche e se mi distraggo rischio di prenderle dritte in faccia, quindi lascio perdere l’idea sicura che comunque siano tutte pronte. L’arbitro fischia i 10 minuti e andiamo ad attaccare, grondanti di sudore. Qualcuna si mette già la maglia da gioco, altre tolgono il primo strato di pantaloni, e via… ci incitiamo e ci diamo la mano ad ogni attacco, sottolineando quelli più forti, e questo ci carica, ci prepara al giusto agonismo con cui affrontare la gara. Qualche battuta e poi raccattiamo i palloni, le ultime rimaste con la maglia da riscaldamento la cambiano e via… tutte in fila per il saluto. Ehm…. Smi…i pantaloni… Oh mamma mi son dimenticata, li tolgo in fretta rischiando di finire con il naso spiaccicato per terra e li butto all’indietro chissà dove… L’arbitro ci fa segno che possiamo procedere e camminiamo tutte insieme verso il centro del campo, applaudiamo il pubblico e ci giriamo vero la rete per salutare le nostre avversarie una dopo l’altra. Man mano che finiamo iniziamo a preparare il nostro urlo di battaglia tenendo l’ “OOooooooooo” fino a quando arriva l’ultima giocatrice, dopo di che si scatena l’urlo vero e proprio, tanto forte che ogni volta mi gira la testa per qualche secondo appena finito.
Il coach ci ricorda una paio di cosette e ci da la formazione, ci diamo il cinque, anzi il dieci una ad una stando ben attente a non incrociarci e a non darlo due volte alla stessa persona (si, siamo decisamente scaramantiche), addirittura qualcuna ha una sua sequenza da seguire, e alla fine di nuovo il nostro urlo e via, ognuna nella sua posizione, chi in campo e chi fuori.
Dopo aver controllato la formazione e dopo un piccolo stop per consegnare un omaggio floreale al loro libero che giocherà la sua ultima partita, l’arbitro fischia l’inizio dell’ultimo match della stagione… forse il più importante per noi che ci giochiamo la promozione diretta.
Ecco il tanto aspettato fischio di inizio ed eccoci li a lottare su ogni palla aggredendola. Tante cose belle…ma anche qualche errorino di troppo ma siamo li, passo a passo, punto a punto, ma non importa, andiamo così fino alla fine e poi dobbiamo allungare sul finale e portarci a casa il set. Un po’ preoccupate da qualche distrazione di troppo in ricezione e a muro, noi iniziamo a urlare cercando di far riprendere il prima possibile le nostre compagne da questo momento di calo dell’attenzione. Le vediamo un po’ contratte, ma non ce n’è bisogno, noi siamo le saugelle, loro sono molto più in basso, non dobbiamo dimostrare niente, solo giocare come sappiamo fare, divertirci e divertire chi è partito con noi da Monza e chi ci ha raggiunto dopo. Ma nonostante le nostre rassicurazioni, incitazioni i cori con i battiti di mani, continuiamo a essere un po’ troppo tese e non riusciamo ad allungare come vorremmo, e così arriviamo a 23 pari. Non importa, adesso, facciamolo adesso, e così è…24-23 per noi. Ci distraiamo un attimo e siamo ancora 24-24. Ci sproniamo a vicenda e riceviamo una palla difficile pronte a prenderci il punto..ma la palla si infrange sulle mani del muro avversario, cadendo a terra nel nostro campo. 25-24 per loro. Non è finita, no che non lo è, prendiamo questa e torniamo pari, anche il pubblico urla sempre più forte ricordandoci chi siamo. Parte la battuta, presa anche se non perfettamente ma riusciamo ad alzarla per il nostro attaccante che tira forte, ma il loro ben posizionato libero la tiene, attaccano loro… ed è punto. Per loro. 26-24 e si conclude il primo set, che però non significa nulla, la partita è ancora tutta da giocare e noi siamo sempre prime.

Smi

mercoledì 13 maggio 2009

La resa dei conti - B1 o non B1 (2a parte)


Mentre noi cerchiamo sul giornale locale l’articolo sulla partita ormai vicinissima sorseggiando il caffè e i nostri amici,parenti, accompagnatori fanno aperitivo nel barattino non abituato a vedere così tanti avventori in una volta sola, la tensione inizia pian piano ad affiorare. Non è timore, né fobia di alcun tipo, è semplicemente tensione. Positiva o negativa, questo dipende da come la vive ognuno di noi e come la trasforma nel momento in cui l’arbitro fischierà l’inizio della partita. Risaliamo sul nostro bel pullman grigio e ci rimettiamo in marcia tra le viuzze e i sensi unici per arrivare al palazzetto di Pinerolo, o meglio tornarci…
Arrivate dopo un paio di belle manovrine nel parcheggio, scendiamo e recuperiamo i borsoni, l’acqua, borse mediche, pc, stampante e schermatura in legno x evitare le pallonate al pc e via… a piedi verso l’entrata della palestra. Sulla destra c’è il campo di atletica, e Stefano fisio ci racconta delle sensazioni che gli dava correre quando faceva l’atleta, dell’odore che sentiva nel naso e nella gola e delle emozioni che salivano e che si riaffacciano appena risente quell’odore… sorrido ma senza essere propriamente consapevole di cosa stia dicendo…. neanche un minuto dopo entriamo e prima di entrare nello spogliatoio andiamo a vedere il campo…. ora si che capisco. L’odore…. L’odore della palestra , del riscaldamento, del mondoflex risveglia in me le stesse sensazioni che tentava di spiegarmi Ste poco fa. L’odore della gara mi riempie narici, gola e testa, e lo respiro a pieni polmoni, assaporandolo lentamente, buttandolo giù nello stomaco e ributtandolo in campo dalla bocca. Torno verso l’entrata e vado a destra cercando lo spogliatoio. Superata l’impasse iniziale dovuta all’umido odore di..ehm…. pipì e le difficoltà della mancanza di acqua nel water utilizzando una canna dell’acqua collegata ai rubinetti (escursionismo giovanile nei rifugi docet ) ci dedichiamo al rito della vestizione. Alzo un attimo lo sguardo e vedo due quadrifogli attaccati al muro col tape bianco e chiedo: “ma sono quadrifogli???? Ce li hanno messi loro?” e allora Marta mi spiega che lei e la Beri passando nel prato li hanno trovato facendoci cadere per caso l’occhio e hanno deciso di raccoglierli e attaccarli li. Sorrido all’idea della fortunata casualità e cerco i pantaloni da riscaldamento nella borsa, ginocchiere, maglia da riscaldamento, divisa e polsino per il gomito. Pronta e con la borraccia in mano aspetto che le mie compagne siano pronte e che l’allenatore entri in spogliatoio per il consueto ripassino dello studio sull’avversario. Mi ritrovo a ricordare la trasferta a Settimo Torinese, il giorno dopo il mio infortunio al gemello e una serie di altri piccoli o meno piccoli infortuni e sfortune capitateci, quando a fine discorso dirigenti e allenatori ci hanno buttato del sale addosso x scacciare il male , ridendo e scacciando le preoccupazioni tra le nostre facce con un’espressione ibrida tra lo stupito e il divertito.… devo avere ancora qualche cristallo di sale tra i buchi delle stampelle. Sorridendo da sola e sentendomi particolarmente deficiente, mi accorgo che nel frattempo siam pronti a iniziare col ripassino.
Appena prima di iniziare notiamo che nonostante gli spogliatoio non siano direttamente comunicanti si sente tutto, quindi Benny inizia a fare il ripassino a bassissima voce mettendoci dei gesti… mi sembra di essere all’edizione del tg2 con i gesti per i non udenti… ragazzi che ridere, e riecco l’espressione che avevo nello spogliatoio di Settimo al momento del lancio del sale… quel mix li che ti da proprio una faccia da idiota… così cerco di mimetizzarla mettendo il tape alle dita.
Ripassino completato, urlo di squadra, pipì seguita da sciacquo con canna dell’acqua e via di corsa in campo.

Smi

martedì 12 maggio 2009

La resa dei conti - B1 o non B1 (1a parte)



09.05.09 – Ultima giornata del lunghissimo campionato di serie B2F iniziato il 20.09.08 in quel di Monza. 30 partite, 30 … anzi 29 con l’ultima ancora da giocare. 30 partite per decidere e dimostrare se davvero siamo la squadra più forte del campionato come è stato scritto sulla “Prealpina”, il “Giornale di Monza” e così via. Un campionato lungo, faticoso e ricco di gioie e di dolori, una lotta all’ultimo sangue tra le tre capoliste Monza, Ornavasso e Trecate, dalle quali Trecate si è distaccato in fase finale per stabilizzarsi al terzo posto, senza via di scampo, fissando la sua presenza ai play off ma regalandoci un’occasione d’oro rubando un punto alla diretta concorrente Ornavasso. Ed eccoci qui prime a +1 con una sola partita da giocare contro una squadra di metà classifica, Pinerolo, ma con tanta grinta, un palazzetto dove già una volta 2 anni fa abbiamo lasciato cuore, lacrime e play off, e una promessa dopo la sconfitta per 3-0 a casa nostra e il nervosismo dovuto a un non propriamente perfetto arbitraggio che le ha un po’ penalizzate: “spero per voi che non veniate a giocarvi il campionato all’ultima partita da noi…”.
Queste le premesse dell’ultima sfida, quella del passaggio matematico in B1. Anche se nessuno lo dice, per scaramanzia, non siamo troppo preoccupate durante la settimana di preparazione alla gara, asfaltate all’andata, senza più niente da dire o da dare alla classifica, ci prepariamo meticolosamente come sempre con video,studi e simulazioni dell’avversario, ma con una certa consapevolezza che si deve, si può, si farà. Non lo si dice ma si respira, aleggia nell’aria nonostante tutte le scaramanzie del caso: niente festeggiamenti pronti, niente magliette, niente di niente...ma dai, chi non è dentro di se sicuro del passaggio? Si parla degli allenamenti della settimana post fine campionato ma con un sorrisino che rivela che vien tutto detto solo x scaramanzia, non perché ci si creda davvero.
E allora si parte… 15.30 al Mc, tutte sul pullman. Prima fermata autogrill per la pipì e la merenda… eccolo li, usciamo dall’autostrada e l’autista va a parcheggiare nell’area riservata ai pullman… ma ecco delle ragazze con delle felpe sponsorizzate nel parcheggio… Ornavasso!!! Oh signore Ornavasso!!???? Ma dove giocavano? A Mondovì… ahah che ridere …ma il pullman non si ferma…. Ma scusa ma ??? “no no non ci fermiamo andiamo a quello dopo” tuonano dalla testa del pullman…. Ma come????? Ovviamente le ragazze hanno notato noi, come noi abbiamo visto loro e ci si saluta dal pullman mentre noi continuiamo il nostro percorso verso il prossimo autogrill…dal quale vediamo poi passare il loro pullman e loro ricambiano il saluto andando verso la loro vittoria di fine campionato per 3-0. Sul pullman tanti episodi che in realtà non noto subito, ma mi tornano in mente solo a fine partita, sotto la doccia liberatoria in quell’umido spogliatoio che puzza di pipì, Il coach che ci racconta che venerdì mattina ha investito un gatto nero.. “ma da che parte veniva? Destra o sinistra?” “ma era tutto nero?” “meno male che l’hai investito e non ti ha attraversato!!” “ma vale se attraversa solo per metà e poi muore?” “ma certo,se muore mica porta sfiga” “ma hai controllato se era morto ed eventualmente hai messo la retro??” mentre butto la testa indietro sotto la doccia per sentire l’acqua che picchietta sul mio viso ricordo anche di aver sentito la rouge che da 2 sedili dietro di me diceva “ho sognato che entravo in battuta sul 24 per le altre e tiravo fuori…un incubo” e sorrido facendo entrare l’acqua calda nella mia bocca. Ma eccole le 18.30 e l’arrivo in quel di Pinerolo. Un acquazzone incredibile ci accoglie poco ospitale, guardiamo l’assurdo fiume d’acqua che ha investito l’autostrada e costretto alcune macchine a fermarsi, non essendo dotate di scafo, proprio nel bel mezzo del fiume. Per fortuna noi siamo uscite 10 metri prima…. Se fossimo rimaste li in mezzo???? Partita persa a tavolino!!! Mai, piuttosto a piedi fino alla palestra! Pronte a scendere per la pausa caffè, decidiamo invece di stare ancora un po’ sul pullman… vista la grandine e il nostro abbigliamento da clima monzese: polo a maniche corte, pantalone della divisa estiva e occhiale da sole…. E di passare il tempo guardando i poveri ragazzini di ritorno probabilmente da una gita che invece scendono dal loro pullman recuperando i borsoni sotto l’acqua, salutano le mamme e buttando tutto in fretta sulle auto, ci si chiudono poi dentro ormai bagnati fino alle ossa e si mettono in marcia verso casa… ma essendo 12 donnine e in quanto tali, romantiche nell’anima veniamo ovviamente attratte da una scena da film nella quale la fidanzatina scende dal pandino verde della mamma di lui, apre il suo ombrellino rosa e corre ad abbracciare il fidanzato di ritorno dalla…guerra??? Ah no era la gita, lo abbraccia forte e si baciano appassionatamente proteggendosi dalla pioggia sotto l’ombrello rosa, mentre tutti gli altri passano attorno schivandoli, intenti a recuperare le borse e salire in auto. Ma noi non riusciamo a staccare gli occhi dalla scena, li vediamo a colori in mezzo a tutto il resto dell’inquadratura che diventa in bianco e nero. Vediamo le lacrime scendere sulla guancia di lei, sollevata e felice nel sentire il calore del corpo dl suo amore… o forse non le vediamo ma le immaginiamo dal gesto di lei che se le asciuga. Poi salgono in macchina e vanno a casa, entrambe sui sedili posteriori mentre la mamma guida, in stile taxi, per lasciarli un po’ insieme, vicini. Noi inebetite ci sciogliamo in un sospirone… e ci accorgiamo che finalmente ha smesso di piovere e possiamo scendere a sgranchirci le gambe e bere un bel caffè…doppio… al ginseng grazie.

Smi

venerdì 8 maggio 2009

Daghel al terùn e a l’estracomunitari

EDIZIONE STRAORDINARIA:
Dopo decenni di ricerche e milioni di parole dette e scritte riguardanti la pericolosità della metro milanese, soprattutto di sera, e alle terribili condizioni igieniche, ecco la soluzione finalmente.
La proposta del deputato leghista Selvini scende su di noi come una rivelazione ..una stella cometa…un’annunciazione:
riserviamo delle carrozze “per soli milanesi”.
Ore e ore e ore di applausi , tanto che il mio capo era nascosto dietro la finestrella col cellulare in mano in linea con uno psichiatra di quelli bravi, preoccupato di come ingabbiarmi nella camicia bianca con quelle maniche strane…
Che bella idea, caro Selvini. Già mi ci vedo la mattina arrivo a sesto, parcheggio, scendo le scale, scelgo la linea e mi apposto ad aspettare il treno nell’apposita area “milanesi” creata esclusivamente per noi. Un box in vetro con dei bocchettoni collegati direttamente con l’esterno dai quali entra solo ed esclusivamente aria D.O.C. …l’aria de milan.
Prima di entrare nel box ovviamente c’è il riconoscimento con scanner visivo e test della cadrega.
Arriva il treno e noi milanesi attendiamo pazienti che si fermino davanti alla porta scorrevole del box le carrozze a noi riservate, distinguibili dalle altre perché di puro color verde padania. Guardando con disprezzo “gli altri” che si affannano e si spingono per entrare in quelle puzzolenti e malconce carrozze riservate alla plebe, entriamo comodamente nelle nostre.
Una musica in sottofondo ci accoglie, e sulla destra c’è un jukebox (el giùbos, cume se dis a Milan) nel quale puoi scegliere la canzone che preferisci, con un ampio repertorio che da “oh mia bela madunina” passa a “La banda del genesio” di davide Van de Sfroos , attraverso “El portava i scarp del tennis” di Jannacci. Canticchiando nella mia mente (perché il milanese è distinto e riservato) mi accomodo sui sedili in vera pelle di terùn, però sono indecisa… anche quelle li in pelle di albanese non sono male…. Vabbeh sediamoci qui va.
Il tempo passa piacevolmente e in un attimo eccoci arrivati alla prima fermata, si aprono le porte e una voce dice : “ S. Ambròs. Atensiùn al pasel e a mia lassà i man denter in de la porta che la se sara sò de per lè.” Scendo e con un bel sorriso mi appresto a uscire dalla stazione de Sant’Ambròs.
…..
Ma per favore!
Siam tornati al separazionismo? Milanesi : un passo a destra. Resto del mondo : un passo a sinistra
Ma allora perché fermarci qui? Perché non fare i ristoranti x milanesi? Le tabaccherie per milanesi? I negozi per milanesi? I cinema per milanesi.
Caro il mio Selvini… mi dispiace ma anche io, ex Miss Padania, sono assolutamente contraria e mi chiedo se non ti abbia colpito qualche fulmine e riportato indietro giusto giusto di qualche anno….
Tra l'altro.... me sò mia de Milan, sò de Berghèm, alura 'nduè gho de saltà sò? insema ai terùn?????

Smi

giovedì 7 maggio 2009

To Kindle or not to Kindle, this is the question …


Il libro stampato, da toccare, sfogliare, odorare, sottolineare, farci le orecchie, stringere al cuore e far cadere dal letto quando ti addormenti ha ormai le ore contate… signore e signori è arrivato Kindle, il lettore digitale per libri, e non solo.
Se ne parla ormai da un po’ ed era inevitabile in quest’epoca del digitale, nella quale i ragazzini sono molto più abili e veloci a scrivere sulla tastiera del pc o del cellulare che a prendere in mano la bic e tracciare delle lettere su un foglio. Ricordo con un sorriso malinconico le penne cancellabili, quelle di plastica marroncina con la gomma sopra, chissà se ci sono ancora.. ma del resto a che servono? Basta tornare indietro con la freccia o premere canc …
A dire la verità io sono un’estimatrice del digitale, del pdf e delle news interattive sulle pagine degli e-quotidiani, del resto, passando 8/9 ore seduta in ufficio davanti a un pc, come potrei non esserlo? Da poco ho anche scoperto le bellezze dell’e-learning, gentilmente offerto dall’università che mantengo ormai da 14 anni e degli e-book, ottimi per quando non hai assolutamente voglia di lavorare o decidi di studiare ma non puoi assolutamente farti vedere con un libro di letteratura francese aperto sulla scrivania, invece di una bella richiesta di preventivo… e così apri la tua bella paginetta e leggi direttamente dal video… chi se ne accorge che non stai lavorando?
L’unico aspetto negativo è che si fa veramente fatica a leggere sullo schermo e la mia produzione di collirio, nonché il fenomeno di seccaggio istantaneo delle lenti, aumentano di pari passo con le pagine lette. Questo mi fa un po’ storcere il naso all’idea di un lettore digitale.. ma i produttori del Kindle assicurano che la visibilità e le caratteristiche tecniche sono diverse dallo schermo del pc e oltre a permettere una migliore lettura, non dovrebbero causare fastidi.
Certo che sarebbe veramente bello girare con un affarino di 9,7” (che moltiplicati x 2,54 fanno 24,64 cm) in borsa invece di un malloppone di 500 pagine di Ken Follet, o nello zaino invece di 5 mastodontici libri di testo, altro che zainetti con le rotelle per evitare la scogliosi!!! Sarebbe un sogno!!! Ovviamente siamo nel momento della sperimentazione, degli errori, delle difficoltà di reperibilità, dei costi molto alti… ma direi che non ci vorrà molto prima che il tutto diventi accessibile e funzionale.
Sono indecisa tra l’essere eccitata e impaziente di poter avere tra le mani il piccolo Kindle (o il mini Kindle da 6”) e scaricarmi tutti i libri della terra, quotidiani e testi scolastici ... e l’amore per la carta (scusatemi cari alberi, ma sfogliare e toccare un libro da sensazioni uniche) stampata e odorosa, le pagine sottolineate, lo stare scomodamente sdraiata nel letto e girarmi a destra o a sinistra a seconda di quale lato sto leggendo per fare meno fatica a tenerlo in mano….
Dura lotta… durissima….. si possono avere entrambe??? Ma si dai…


Smi

martedì 5 maggio 2009

Se lo dice lui ......allora "trattiamolo con cura" ...


Stamattina, tra il cazzeggiamento totale della non voglia di lavorare e l’attesa che si accendesse il mio cervello (un po’ come la macchinetta del caffè, che la devi accendere e far “riscaldare” prima che sia in grado di fare il suo dovere) vagavo nelle 7/8 pagine dei vari motori di ricerca aperti cercando qualcosa di nuovo da leggere…beh nuovo rispetto alla crisi in casa berlusca (me la vedo la Veronica che va a letto ripetendo “che barba, che noia” e sbattendo i piedi sotto il piumone, e il Silvio che scorre il giornale con l’occhialino da lettura e il sorriso a mò di paralisi che ribatte “cribbio mi scompigli il capello, velina che non sei altro”) e all’influenza suina (in onore della quale mio padre son tre giorni che mi chiede: vuoi una salsiccia? Una puntina di maiale? Una bella costatina???? Eh dai… ).
Ed ecco che la trovo li…. Che mi guarda ammiccando… la faccia di Trentalance…
All’inizio non lo riconosco…del resto…chi l’ha mai guardato in faccia?, poi leggo il trafiletto chiedendomi “Chi è sta faccia da scemo?”
Pornodivo bolognese…bla bla… Franco Trentalance blabla … Trattare con cura…. AAAAALT un momento… rewind…. albalb ecnalatnerT ocnarF …. Trattare con cura che? Son sinceramente preoccupata e mi aspetto sia in lancio di un prodotto per l’igiene intima maschile ( approvato dai medici AOGOI il nuovo detergente intimo per lui…. ) o di una cremina voumizzante ( anch’io una volta ero inibito dalla mie dimensioni, poi con la super crema volumizzante della XXXXXX ho detto addio alla timidezza e… anche lui… ellà un bel primo piano del pisellone – voce fuoricampo sull’immagine fissa ….attenzione si consiglia di massaggiare accuratamente dal basso verso l’alto e non da destra verso sinistra per evitare allargamenti…. Aut.min.conc. attenzione: è un medicinale e può avere effetti indesiderati. Anche gravi.)
EH NO!!!
E’ il titolo dell’autobiografia scritta dal pornodivo ex talpone. Ma dai su come si fa a chiamare un autobiografia porno “trattare con cura?” se avesse avuto una laurea in medicina come l’avrebbe chiamata? “ Sterilizzare il Bisturi?” “La mascherina ha il suo perché?” e se fosse stato laureato in economia? “L’andamento ascendende della funzione?” “La curva di Frenk?”
Non ce la faccio, no no non ce la faccio……… mi appare davanti agli occhi l’immagine di un cassone scaricato da una nave arrivata da chissà dove con una scritta enorme FRAGILE… una donnina in minigonna cortissima che con un bel piede di porco (ehm… facciamo piede di mucca che per il suino son tempi bui..) apre il cassone dal quale appare il caro Franco col sorriso ammiccante e l’addominale in vista…. che abbassando il boxer di D&G mi sfoggia un bel tatuaggio sul pisello che appare dapprima come un HWC .. e poi pian pianino compare anche il resto…. Handle With Care .. e pam… butta via il piede di porc…mucca e lo piazza in mano alla signorina in minigonna….. ma vaaaaaaaaaaaaa , caro il mio Trentalance… per la prossima autobiografia per favore trova un nome un po’ più credibile, eddai!!!!
Dopo questa direi che posso chiudere tutte le 7/8 pagine e iniziare a lavorare… con cura mi raccomando….

Smi