
Mentre noi cerchiamo sul giornale locale l’articolo sulla partita ormai vicinissima sorseggiando il caffè e i nostri amici,parenti, accompagnatori fanno aperitivo nel barattino non abituato a vedere così tanti avventori in una volta sola, la tensione inizia pian piano ad affiorare. Non è timore, né fobia di alcun tipo, è semplicemente tensione. Positiva o negativa, questo dipende da come la vive ognuno di noi e come la trasforma nel momento in cui l’arbitro fischierà l’inizio della partita. Risaliamo sul nostro bel pullman grigio e ci rimettiamo in marcia tra le viuzze e i sensi unici per arrivare al palazzetto di Pinerolo, o meglio tornarci…
Arrivate dopo un paio di belle manovrine nel parcheggio, scendiamo e recuperiamo i borsoni, l’acqua, borse mediche, pc, stampante e schermatura in legno x evitare le pallonate al pc e via… a piedi verso l’entrata della palestra. Sulla destra c’è il campo di atletica, e Stefano fisio ci racconta delle sensazioni che gli dava correre quando faceva l’atleta, dell’odore che sentiva nel naso e nella gola e delle emozioni che salivano e che si riaffacciano appena risente quell’odore… sorrido ma senza essere propriamente consapevole di cosa stia dicendo…. neanche un minuto dopo entriamo e prima di entrare nello spogliatoio andiamo a vedere il campo…. ora si che capisco. L’odore…. L’odore della palestra , del riscaldamento, del mondoflex risveglia in me le stesse sensazioni che tentava di spiegarmi Ste poco fa. L’odore della gara mi riempie narici, gola e testa, e lo respiro a pieni polmoni, assaporandolo lentamente, buttandolo giù nello stomaco e ributtandolo in campo dalla bocca. Torno verso l’entrata e vado a destra cercando lo spogliatoio. Superata l’impasse iniziale dovuta all’umido odore di..ehm…. pipì e le difficoltà della mancanza di acqua nel water utilizzando una canna dell’acqua collegata ai rubinetti (escursionismo giovanile nei rifugi docet ) ci dedichiamo al rito della vestizione. Alzo un attimo lo sguardo e vedo due quadrifogli attaccati al muro col tape bianco e chiedo: “ma sono quadrifogli???? Ce li hanno messi loro?” e allora Marta mi spiega che lei e la Beri passando nel prato li hanno trovato facendoci cadere per caso l’occhio e hanno deciso di raccoglierli e attaccarli li. Sorrido all’idea della fortunata casualità e cerco i pantaloni da riscaldamento nella borsa, ginocchiere, maglia da riscaldamento, divisa e polsino per il gomito. Pronta e con la borraccia in mano aspetto che le mie compagne siano pronte e che l’allenatore entri in spogliatoio per il consueto ripassino dello studio sull’avversario. Mi ritrovo a ricordare la trasferta a Settimo Torinese, il giorno dopo il mio infortunio al gemello e una serie di altri piccoli o meno piccoli infortuni e sfortune capitateci, quando a fine discorso dirigenti e allenatori ci hanno buttato del sale addosso x scacciare il male , ridendo e scacciando le preoccupazioni tra le nostre facce con un’espressione ibrida tra lo stupito e il divertito.… devo avere ancora qualche cristallo di sale tra i buchi delle stampelle. Sorridendo da sola e sentendomi particolarmente deficiente, mi accorgo che nel frattempo siam pronti a iniziare col ripassino.
Appena prima di iniziare notiamo che nonostante gli spogliatoio non siano direttamente comunicanti si sente tutto, quindi Benny inizia a fare il ripassino a bassissima voce mettendoci dei gesti… mi sembra di essere all’edizione del tg2 con i gesti per i non udenti… ragazzi che ridere, e riecco l’espressione che avevo nello spogliatoio di Settimo al momento del lancio del sale… quel mix li che ti da proprio una faccia da idiota… così cerco di mimetizzarla mettendo il tape alle dita.
Ripassino completato, urlo di squadra, pipì seguita da sciacquo con canna dell’acqua e via di corsa in campo.
Smi
Arrivate dopo un paio di belle manovrine nel parcheggio, scendiamo e recuperiamo i borsoni, l’acqua, borse mediche, pc, stampante e schermatura in legno x evitare le pallonate al pc e via… a piedi verso l’entrata della palestra. Sulla destra c’è il campo di atletica, e Stefano fisio ci racconta delle sensazioni che gli dava correre quando faceva l’atleta, dell’odore che sentiva nel naso e nella gola e delle emozioni che salivano e che si riaffacciano appena risente quell’odore… sorrido ma senza essere propriamente consapevole di cosa stia dicendo…. neanche un minuto dopo entriamo e prima di entrare nello spogliatoio andiamo a vedere il campo…. ora si che capisco. L’odore…. L’odore della palestra , del riscaldamento, del mondoflex risveglia in me le stesse sensazioni che tentava di spiegarmi Ste poco fa. L’odore della gara mi riempie narici, gola e testa, e lo respiro a pieni polmoni, assaporandolo lentamente, buttandolo giù nello stomaco e ributtandolo in campo dalla bocca. Torno verso l’entrata e vado a destra cercando lo spogliatoio. Superata l’impasse iniziale dovuta all’umido odore di..ehm…. pipì e le difficoltà della mancanza di acqua nel water utilizzando una canna dell’acqua collegata ai rubinetti (escursionismo giovanile nei rifugi docet ) ci dedichiamo al rito della vestizione. Alzo un attimo lo sguardo e vedo due quadrifogli attaccati al muro col tape bianco e chiedo: “ma sono quadrifogli???? Ce li hanno messi loro?” e allora Marta mi spiega che lei e la Beri passando nel prato li hanno trovato facendoci cadere per caso l’occhio e hanno deciso di raccoglierli e attaccarli li. Sorrido all’idea della fortunata casualità e cerco i pantaloni da riscaldamento nella borsa, ginocchiere, maglia da riscaldamento, divisa e polsino per il gomito. Pronta e con la borraccia in mano aspetto che le mie compagne siano pronte e che l’allenatore entri in spogliatoio per il consueto ripassino dello studio sull’avversario. Mi ritrovo a ricordare la trasferta a Settimo Torinese, il giorno dopo il mio infortunio al gemello e una serie di altri piccoli o meno piccoli infortuni e sfortune capitateci, quando a fine discorso dirigenti e allenatori ci hanno buttato del sale addosso x scacciare il male , ridendo e scacciando le preoccupazioni tra le nostre facce con un’espressione ibrida tra lo stupito e il divertito.… devo avere ancora qualche cristallo di sale tra i buchi delle stampelle. Sorridendo da sola e sentendomi particolarmente deficiente, mi accorgo che nel frattempo siam pronti a iniziare col ripassino.
Appena prima di iniziare notiamo che nonostante gli spogliatoio non siano direttamente comunicanti si sente tutto, quindi Benny inizia a fare il ripassino a bassissima voce mettendoci dei gesti… mi sembra di essere all’edizione del tg2 con i gesti per i non udenti… ragazzi che ridere, e riecco l’espressione che avevo nello spogliatoio di Settimo al momento del lancio del sale… quel mix li che ti da proprio una faccia da idiota… così cerco di mimetizzarla mettendo il tape alle dita.
Ripassino completato, urlo di squadra, pipì seguita da sciacquo con canna dell’acqua e via di corsa in campo.
Smi
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