mercoledì 30 dicembre 2009

I gotta feeling...


Mi sono sempre considerata un po’… strana. Un po’ perché mi sono sempre capitate cose un po’ strane, un po’ perché a volte non riesco a slegare la realtà dall’immaginazione, i sogni dagli incubi, le azioni dai pensieri.
Vi è mai capitato di pensare una cosa e poi essere sicuri di averla fatta?
Ad esempio, avete mai visto il telefilm Ally Mcbeal? Lei a volte si incanta con gli occhi aperti e si immagina… non so di spaccare una sedia in testa al suo capo, di baciare un collega, di buttarsi dalla finestra o che le cose le parlino.
Ecco… ho sempre pensato che l’ideatore di quel telefilm in realtà fossi io…senza saperlo… io incarnata in un altro corpo e in un’altra casa con tutti i lussi della terra e con un conto un banca con un milione di zeri in più del mio, un nuovo cognome un tantino più americano…tipo Kelley… ma sempre io.
Credo che a volte vivo talmente tanto dispersa nei miei pensieri che perdo la via di casa. Non ci sono bianconigli da rincorrere, niente briciole di pane da seguire… mi perdo e basta. E da li come torno? Semplice.. mi invento la strada.
E allora le cose si complicano… perché può capitare che mi alzi di scatto da tavola svuotando un bicchiere d’acqua addosso a una persona irritante, credendo di averlo solo immaginato… oppure che penso di aver guidato fino a casa e di parcheggiare mentre sono ancora in mezzo alla SS36 ben lontana da tutto.
Credo che l’origine di tutto sia quell’assurdo vizio di contare i passi. Mai capitato? Mentre camminavo verso scuola, elementari, medie e liceo a volte mi accorgevo di contare i passi… nel senso mi accorgevo che mentre camminavo a un certo punto sentivo una parte del mio cervello dire… 12..13…14…15… e pensavo… ma cosa sto contando? E mi accorgevo che erano i passi. Allora mi scuotevo e dicevo…ma la pianti? E pensavo ai fatti miei… dopo 5 minuti di nuovo… sentivo 20…21…22
Mamma mia che abitudine fastidiosa!!! Ci son voluti secoli per togliermela..ma pare io ci sia riuscita bene perché ora in palestra quando devo contare le serie di esercizi mi perdo dopo il 4 …
Ma non è l’unico problema…. Ricordo un periodo in cui tutto quello che facevo con la destra lo dovevo per forza fare anche con la sinistra, e viceversa… ma di qualsiasi parte del corpo è.. mani, piedi, anche, gomiti, ginocchia… se per dire mentre camminavo mi sbilanciavo e toccavo il muro con il gomito destro, dovevo toccarlo anche con il sinistro. Se prendevo dentro nel banco con il piede destro, dovevo fare la stessa cosa con il sinistro… credo ci sia un solo modo per definire questi ..come chiamarli..tic…: seri problemi !!!!!
Da queste strane premesse credo si sia sviluppata tutta la mia pazzia successiva, dall’immaginazione-azione ingarbugliate tra di loro a un’assurda complicità con il mondo esterno:
la cosa che mi capita più spesso… è vedere dei segnali… o meglio cercarli.
Sto guidando e mi viene voglia di mandare un sms a una persona… alla quale non dovrei mandarlo per una serie interminabile di motivi, e allora che faccio? Guardo le targhe delle auto che passano cercando un segno. Che tipo di segno direte voi…. Un segno nelle lettere della targa. L’altra sera mi ha superato un peugeuttino con una targa che finiva per YY. Questo per la mia mente bacata significava YES YES. E ho mandato il sms… smettete di ridere, voi non avete mai pensato una cosa del tipo… se adesso esco e trovo il semaforo verde vuol dire che quello che sto facendo è giusto… (per esempio è…) mai mai? Ma va non ci credo…
Mi capitano spesso anche altre cose tipo… dal nulla mi viene in mente una canzone, dal nulla, salgo in macchina accendo la radio..taaac..indovinate che canzone sento? Eh già proprio quella. Oppure sono in uno stato d’animo allegro… accendo la radio e sento solo canzoni allegre che mi fanno canticchiare, al contrario sono triste e allora vanno delle gran lagne… a volte penso che la mia macchina sia KITT e che con delle sonde incastrate nei sedili capti il mio umore e scelga la musica di conseguenza, altrimenti non si spiega…

Smi

martedì 15 dicembre 2009

Anche questa è droga....


A volte mi chiedo come facevo quando non sapevo nemmeno cosa fosse un cellulare.. ma non riesco a ricordare un mondo senza… senza questo aggeggio infernale che con le onde elettromagnetiche fa scoppiare i pop corn e che crea una linea diretta con cervello creando una dipendenza che la nicotina al confronto è limonata fresca.
No, no anche se mi concentro per bene non riesco a non vedermi con un cellulare in mano, impossibile, deve per forza essere nato prima il cellulare di me, assolutamente. Mi ci vedo che a 2 mesi invece che giocare con le apine che girano sopra il lettino cerco di inviare un sms alla manna dicendo : PAPPA!!!!
Scherzi a parte, davvero da quel che mi ricordo ho sempre avuto un cellulare in mano… nonostante questo sia impossibile, essendo io nata nel 76 e avendo visto nascere il primo ericsson-cabina telefonica che in aeroporto non ti lasciavano nemmeno portare come bagaglio a mano perché non rientrava nelle misure massime consentite.
I miei ricordi partono da quel sabato mattina in cui orgogliosa e con 600.000 lire in mano frutto di 12 settimane di volantinaggio folle, sono entrata all’ “Audiovodeo2000” e ho comprato il mio primo cellulare. L’ericsson GF768 giallo fosforescente con la pateletta e 1 riga di schermo. Il telefono più bello del mondo! Me lo sognavo di notte e quando sono riuscita a comprarlo ero l’adolescente più felice della terra. 600.000 lire a quell’epoca era davvero un capitale… ma ne valeva la pena, assolutamente (questo era quello che pensavo allora, ovviamente…) me lo portavo ovunque, ci dormivo anche, non potevo stare senza. Non so come facessi a usare quel coso con lo schermo monoriga e quanto ci volesse a leggere un sms (tra l’altro la memoria era potentissima, credo ci stessero al massimo 10 sms…. No 10 forse sono troppi) ma io lo amavo. Follemente. La pateletta mi si sarà rotta almeno una 20ina di volte… al mese, quindi tra gancini e pateletta direttamente ho speso pure un capitale x mantenerlo… ma lo amavo. Follemente.
In quel tempo è nata la mia dipendenza da sms….. e non credo di essere curabile…
Ma del resto…chi lo è? Chi può vivere adesso senza un sms… un mms, uno squillino al giorno? eh, sentiamo, chi non è in ufficio con il cellulare accanto alla tastiera e se non lo sente suonare per un’ora lo spegne e riaccende pensando che si sia incastrato? Chi non si manda un sms x vedere se nel momento in cui in galleria non prendeva è arrivato qualche sms ma è disperso nella rete e allora diamogli una mano a trovare la via di casa…. Chi non prende in mano 50 volte il telefono e scrive sms che poi salva in bozze, e lascia li, e rilegge, e riscrive e rimanda … sentiamo eh… chi????
Com’è che non vedo nessuno con la mano alzata?
Semplice… siamo una società di drogati…. Drogati da sms….
Mi sono innamorata tramite sms, ho pianto, ho riso, mi sono arrabbiata, disinnamorata, reinnamorata,ho organizzato serate e inventato scuse per dei bidoni senza senso, ho sentito amici lontani anni luce, ho descritto le mie emozioni, ho provato mille diverse sensazioni a seconda del nome che appariva. Ho riletto un messaggio 1.000 volte piangendo, oppure sorridendo, ho tenuti in memoria i più belli…e i più brutti. Li dentro c’è la mia vita, la mia storia, io.
Quando cambio un cellulare copio i sms, me li mando, li riscrivo da qualche parte.
Eh no, io non so vivere se non nell’attesa di quel BIP BIP che mi avvisa che non sono sola, che potrò ridere o piangere, ma che il mio amico-nemico, nonché portatore sano di malattie fantastiche tipo cancro e altre belle cose create dalle radiazioni, è sempre qui vicino a me, a portata di onde elettromagnetiche che oltre al cervello… mi scaldano un po’ anche il cuore.

Smi

giovedì 26 novembre 2009

Die Verwandlung von Kafka und Ich ....


Stamattina un’amica mi ha sgridato, perché ieri nel mio post ero un po’ cupa e triste e non brillante e spiritosa come al solito.
Vero, verissimo.
E mentre leggo la sua mail mi giro e guardo fuori dalla finestra eccolo lì… il giallo, l’arancione di questo tardo autunno già un po’ inverno non tristissimo, solo… autunno… ma il tutto avvolto dalla nebbia e dalla pungente “november rain” che condisce il tutto, mescolare e il piatto è servito…
Malinconia allo stato puro… con un pizzico di tristezza e una goccia di lacrime.. q.b. insomma.
Come si fa ad essere di un altro umore? A scrivere pagine divertenti di un libro lasciato a metà, a ridere, sorridere e prendersi un po’ in giro quando si è intrappolati in una pagina grigia? Busso ma nessuno mi fa uscire da questa pagina, dov’è il mio disegnatore? Sei andato in pausa caffè? Mi cambi lo scenario, il colore, il tratto, qualsiasi cosa???? Oh tu, staccati da quella macchinetta e vieni qui!!!!!!!!!
Forse, in puro stile Kafkiano, una mattina senza accorgermene mi sono svegliate ed ero una medusa di quelle trasparenti (decisamente meglio che svegliassi scarafaggio, tra l’altro… ) che assorbono le cose e ne diventano parte, quelle che quando mangiano qualcosa glie lo vedi che passa, come nei cartoni animati sul corpo umano…
Quindi se sto a letto, divento una coperta, se mi alzo ed esco divento nebbia. Poi prova a lavarla via la nebbia!! È peggio del rossetto+caffè+terra+pomodoro insieme. Non c’è candeggina, sbiancante, amuchina, foglietto acchiappa nebbia che tenga, esco dalla lavatrice sempre con lo stesso grigio… no magari proprio uguale no, a volte cambia tonalità ma…sempre grigio è…solo più.. retinato ecco.
Forse potrei provare con la coloreria….

Smi-medusa

lunedì 23 novembre 2009

Si sta come d'autuno..... sugli alberi le foglie.....


Stamattina mi sono distratta un attimo mentre scrivevo una lunga mail in ufficio, ovviamente non di lavoro.. mi sono distratta e ho guardato fuori dalla finestra il bel cielo azzurro, schiarito ma non scaldato dal freddo sole di novembre, e la pianta a 4 metri da me che troneggia sui verdi pini in lontananza, col suo bel color giallo autunno.
Poi un soffio di vento e milioni di foglie hanno iniziato a cadere, ballando nel turbinio dei giochi creati dal vento, in quest’angolo di collina, tra la grossa costruzione della nostra azienda e le villette dei paesanotti.
Sono rapita da quest’immagine, non riesco a distogliere lo sguardo. Cessa il vento e si ferma la caduta… trattengo il fiato quasi senza accorgermene e un secondo dopo ecco che riprende, e le foglie ricominciano a cadere, sembra un domino di quelli che si trovano su youtube, dall’alto le foglie iniziano a cadere e man mano che scendono incontrano e staccano altre foglie e tutte trasportate dal vento vanno verso il basso, allargandosi e riempiendo la strada.
Mi vedo camminare li in mezzo, con sciarpa e cappello come in un manga giapponese, mentre le foglie mi ballano attorno e il freddo mi taglia il viso, persa nei miei pensieri tristi e mentre cerco di camminare senza barcollare nel vento autunnale, in un insieme di splendidi colori che però lasciano un amaro senso di freddo sul finale.
Suona il telefono e stacco un attimo lo sguardo, e il pensiero dal mio amico giallognolo, ma mentre parlo mi accorgo di essermi girata di nuovo. Provo a scegliere una foglia e seguirla nel suo viaggio verso il terreno, l’asfalto, forse verso il vetro della mia auto, ma la perdo, si nasconde, si confonde, forse l’ho ritrovata ma ecco un mulinello e allora insegue un'altra foglia e ci si appiccica. Impossibile dire se è la stessa che ho visto staccarsi da là sopra. Impossibile dire dove sia caduta.
Chissà cosa si prova a essere una foglia. A volte è piacevole venire trasportati, a volte è piacevole essere senza pensieri e non poter scegliere dove andare, venire solamente trasportati dal vento, sapere di essere inerti e in balia degli eventi. Ma forse quella foglia aveva dei sogni, aveva dei desideri, forse ha pianto tante volte e chiesto a dio di poter avere delle braccia, x scegliere la sua direzione e non farsi solo trasportare, per poter scegliere dove cadere.
Forse….

Smi

venerdì 25 settembre 2009

Long Live Italian University ....


Ed eccoci qui in procinto di pagare il mav per l'iscrizione all'11 anno fuori corso di università, il che significa 15 anni totali.
20 giorni fa mi è arrivato per posta dalla banca l'avviso con il mav allegato, l'ho aperto e messo li in attesa della scadenza, senza neanche guardarlo. Ieri, chiedendomi se non fosse per caso arrivata decisamente l'ora di pagarlo, dopo averlo cercato sotto la polvere e la miriade di lettere dalla banca arrivate negli ultimi giorni (per fortuna che ho attivato la Sellabox e le comunicazioni dovrebbero arrivarmi tutte on-line senza più nulla di cartaceo...poveri alberi..) l'ho trovato e aperto.
390,00 Euro.... ma com'è che ogni anno aumenta sta prima rata unificata?
vabbeh, dopo il primo attimo di scoramento mi ricordo di aver letto che da quest'anno è stata introdotta la novità dello "studente part-time" con sconti sulle tasse scolastiche per gli studenti lavoratori (finalmente dopo 15 anni si riconosce qualcosa allo studente lavoratore? non ci posso ancora credere!!) quindi gioiosa vado a gironzolare per il sito dell'unibg cercando come far valere il mio essere lavoratore... e cosa ti scopro? che questa è già la tassa scontata, in realtà la tassa piena è 402,00 ...

12 euro ... 12 ero in meno??????? Sarà mica troppo??????

Considerando che pur essendo lavoratore devo:

- far la coda in segreteria per 2 ore per parlare con un segretario che mis pedice a fare la coda in un altro ufficio amministrativo, regalandomi così una multa sulla macchina per parchimetro scaduto (trovate voi un parcheggio non a pagamento a Bergamo se ci riuscite) e 6 ore di ferie prese dal lavoro.
- Andare a colloquio coi professori perchè sono davvero pochi quelli che si degnano di leggere una delle 100 mail che gli mando ogni 2 giorni per sapere che programma devo preparare per l'esame dato che il mio corso è stato soppresso da almeno 10 anni.
- Comprare tutti i libri da IBS o BOL o dalle case editrici francesi perchè non ho assolutamente tempo di girare tutte le librerie di Bergamo in cerca di quella specifica edizione con quel specifico sottoparagrafo del libro rigorosamente comprato NUOVO apposta per l'esame senza il quale verrei mandata a casa senza neanche il privilegio di una domanda sull'argomento in questione.
- Arrivare in sede di esame almeno 2 ore prima in caso ci sia stato un cambio d'aula straordinariamente non inserito nel sito (stranamente eh...)

Ma va bene così, quello che conta è l'istruzione, la cultura, ... .....
Ma io mi chiedo... in 15 anni di tasse pagate, libri comprati nuovi, fotocopie fatte, treno + funicolare,multe sulla macchina ecc.ecc... il comune di Bergamo, in stretta collaborazione con il magnifico rettore, non si sente un pò in dovere di darmi una laurea ad honorem?
... o almeno una bella statua di ghiaccio li all'entrata della segreteria, dopotutto le 2 aule computer nuove e la sede di S.Agostino sono state completamente rinnovate grazie alle mie tasse!!!!
Un minimo di riconoscenza dico io! Pfui

Smi



martedì 15 settembre 2009

Rest in peace Patrick


Ieri, 14.09.09 Patrick Swayze si è spento, mangiato neanche troppo lentamente dal cancro al fegato diagnosticatogli nel 2008.

Il mitico Johnny Castle/Sam Wheat/Bodhi per cui ho sbavato per tutta la mia adolescenza ora è uno di quei miti tipo James Dean, Elvis e Freddie Mercury, tanto per citarne alcuni. Un bello di cui è rimasta solo l'anima, ma chissà dove.

Se chiudo gli occhi lo vedo mentre va a prendere la sua Baby, e sorrido da sola mentre nella mia mente risento il tormentone "nessuno può mettere baby in un angolo", penso a quante volte al lago, al mare o nel bel mezzo di un torneo o una festa qualcuno, io per prima, ha tentato di fare "il salto" rischiando ossa rotte, lussazioni alla spalla e pedate in faccia.

Mambo magic è la prima cosa che volevo imparare quando mi sono iscritta al primo corso di balli latino-americani, chiedendo ovviamente alla seconda lezione cosa fosse mai la pachanca...

Quante lacrime versate quando il fantasma-sam dice per la prima volta ti amo, prima di andarsene per sempre, invece di "Idem" e che bollori alla scena del vaso e mentre Bodhi passeggiava per la spiaggia con la tavola da surf sottobraccio!!

Pensare a qualcun'altro in quei ruoli? Impossibile, gli erano cuciti addosso, a quel viso, quelle espressioni e quel sorriso.

Lui si è spento ma la sua immagine no, la sua voce mentre cantava "She's like the wind" e mentre contava i passi ballando sul tronco, resteranno nelle orecchie di milioni di adolescenti e donne (perchè anche mia madre non si staccava dallo schermo nemmeno per andare in bagno quando appariva lui).

Buona notte splendido 57 enne il cui cognome cambiava suono a seconda di chi lo pronunciava (scweisi, scuais, sweis, non si è mai capito) ora goditi il meritato riposo dopo un anno di lotta purtroppo ma preannunciatamente finita male, noi non ti dimenticheremo mai.

Smi


venerdì 4 settembre 2009

Biblio-teca o Biblio-web?


Mi ricordo quando andavo alle medie e al liceo (in questo momento mi sento un po’ mia nonna quando mi raccontava della guerra del 15-18) che passavo le ore a fare le ricerce sull’enciclopedia “Capire” in 12 volumi con copertina arancione, o sulla Treccani quando la ricerca era un tantino più approfondita. Era tutto scritto talmente in piccolo che credo sia proprio colpa del Sig.Treccani se a 19 anni dal primo banco non riuscivo a leggere la lavagna a meno di 1 metro da me… E allora leggevi, rileggevi, copiavi e cercavi di cambiare le parole prima di metterle in bella perché non sembrasse copiato completamente. Arrivavi in classe e tutti avevano la stessa ricerca presa dalla stessa enciclopedia con le stesse parole cambiate.
Dopo la terza ricerca presa pari pari dalla Treccani i professori chiamavano i genitori e suggerivano di darci altri spunti per lo studio… di mandarci in biblioteca ad esempio magari ognuno al suo paese, chiedendo al tribunale di emettere un ordine di restrizione e una distanza di sicurezza dalla Treccani pari almeno a mezzo metro (tanto da li già non riuscivi a leggere il carattere 5 con cui era scritta).
E fu così che milioni e milioni di studenti (forse un po’ meno..) si riversarono nelle biblioteche piccole e silenziose dei vari paesini sfogliando e copiando informazioni di vario genere e rielaborandole (cambiando 2 parole in ogni frase) imparavano l’importanza della storia, della letteratura e perché no, dell’informazione in generale.
Di ricerca in ricerca oggi, nel 2009 le ricerche si possono ancora fare in biblioteca…. ma per lo più da una postazione internet. Non sono una assidua frequentatrice delle biblioteche, anche perché dopo 5 minuti che sto seduta in silenzio mi viene voglia di alzarmi aprire il frigorifero, accendere la radio e li… non c’è il frigorifero, ma quando passo per prendere qualche libro prenotato ondine che mi serve per un esame, non mi capita più di trovare i ragazzini seduti al tavolo impegnati a sfogliare le pesantissime ed enormi enciclopedie. Più facile che siano seduti al pc e stampino da “studenti.it” qualche appunto messo a disposizione da altri studenti. Un pò mi intristisce vedere i tavoli vuoti, ma dall’altra parte è fantastico non dover impazzire tra gli indici e non doversi perdere tra le enormi pagine incartapecorite e con la puzza di piedi. La cosa brutta è però che cercando on line trovi ricerche già fatte, appunti già in bella, tutto più facile. Vuoi mettere doverti fare la ricerca da solo, impazzire a cercare e mettere insieme le cose?
Per questo quando ho assistito alla nascita delle prime biblioteche online sul viso mi si è dipinto un sorrisino incuriosito e compiaciuto.
Subito ho digitato “biblioteca online” in google e sono andata a curiosare.
Non so cosa mi aspettassi in realtà, forse una biblioteca virtuale dove vagando tra gli scaffali potevi scegliere il tuo libro e ciccandolo col mouse questo si apriva un po’ alla Harry Potter sarebbe stata carina, ma più realisticamente mi aspettavo un indice per argomenti che portasse ad aprire dei pdf o delle pagine in word con gli stessi libri-enciclopedie-documenti che si possono fisicamente trovare in sede in carne ed ossa, anzi in carta e copertina. In realtà ho scoperto che la maggior parte sono siti delle biblioteche, compresa quella della fantastica Vercurago city, dai quali puoi accedere all’elenco dei libri e doc. disponibili e prenotarli per poi passare a ritirarli fisicamente appena disponibili.
Un po’ delusa, non perché non sia un ottimo servizio, ma perchè mi aspettavo di poter vedere e gestire tutto online, ho scoperto che esiste un progetto europeo di una Biblioteca “Europeana” sulla quale si possono trovare tantissimi documenti di ogni genere legati alla storia, letteratura, cultura di tutti i paesi europei. Mi ci sono infilata a capofitto scoprendo che però il progetto è ancora molto incompleto, e diverse nazioni non hanno ancora caricato quasi nulla (noi pigri e burocraticamente lentissimi italiani ad esempio). Lo stesso vale per qualche piccola biblioteca online con lo stesso scopo. Gli ebook sono quindi pochissimi e i documenti di altro tipo ancora meno. Certo ci sono dei picolissssimi problemi da risolvere con i diritti d’autore… ma mi piacerebbe poter avere una biblioteca personale online…vicina al frigorifero…in stile Harry Potter…. chissà..chissà…
Smi

martedì 1 settembre 2009

... e l'arto fantasma??


Cambiare idea è lecito, è umano.
Cambiare i sentimenti anche.
Quello che non riesco né riuscirò mai a capire è come facciano a scomparire nel nulla i sentimenti.
Puoi conoscere una persona, innamorarti e rimanere innamorato x tutta la vita, oppure puoi smettere di amare e voler bene, smettere di amare e odiare, smettere di amare e boh… ma non smettere di amare e non sentire più nulla.
Non è possibile, l’amore deve per forza lasciare qualcosa, una scia, come le stelle cadenti o una traccia, come le onde quando si ritirano.
Non può lasciare il nulla.
Persino quando svuoti una bottiglia rimane una goccia d’acqua ancora dentro, e per quanto ti sbatti e cerchi di toglierla o di asciugarla, se riguardi dopo un po’ la vedi ancora li quella goccia, che si è riformata chissà da dove.
Se non è Amore con la A maiuscola ma una cotta, amicizia, semplice condivisione di un’esperienza o di un momento della tua vita, il concetto è sempre lo stesso. Qualcosa rimane. Deve rimanere.
Se ti tagliano un arto senti il dolore dell’arto fantasma, se viene tagliato un sentimento deve necessariamente rimanere dell’ectoplasma in circolo. Un piccolo Slimer verde che vaga tra la testa e il cuore passando tra i globuli bianchi e quelli rossi, tra l’ossigeno e la polizia locale, e rimbalza sui bordi lasciando pezzetti di melma verde.
Eppure capita che questa melma verde non rimanga attaccata da nessuna parte.
Capita che qualcuno decida che dall’oggi al domani vive bene anche senza di te, anzi proprio non ti vuole nella sua vita e ti ignora. Ma come, come è possibile? Persino quando si cambia un vecchio mobile si sente una piccola fitta e una mancanza al cuore, certo quello nuovo rende felice e riempie la faccia con un sorriso, ma quello vecchio… non se n’è andato. Rimane il segno della vernice non sbiadita del muro, il segno per terra sul parquet, qualcosa rimane. Come fanno a scivolare via le persone se resta il segno di un armadio?
Probabilmente alcuni piccoli Slimer verdi hanno un basso contenuto di 2-cianoacrilato di metile monomero - CH2=C(CN)COOCH3 - … comunemente chiamato Attak … e allora ho trovato la soluzione.
Basta fare un colpo di telefono a quei ricercatori americani così zelanti che scoprono che le bevande sportive sono corrosive e la pomata che favorisce l'erezione e .. dargli l’imbeccata.

L’idea è quella di analizzare il DNA e aggiungere del cianoacrilato di metile laddove la concentrazione è bassa e tac… le piccole cellule di Slimer diventeranno più appiccicose e terranno i residui dei sentimenti attaccati anche a quelle persone che si dimenticano della loro esistenza, e li eliminano da un giorno all’altro come il Vape con le zanzare… pouff……

Smi

giovedì 20 agosto 2009

Back for good


Ebbene si cari amici, è tempo di ricominciare. Finite le vacanze si torna al lavoro e si comincia una nuova stagione pallavolistica in quel di Muggiò.
Le premesse sono ottime, le ragazze splendide.
Ieri sera primo appuntamento pre-preparazione con chi, già tornato dalle vacanze, aveva nostalgia della palestra... o bisogno di scrollarsi di dosso le ragnatele dell'estate, come vi pare. Il risultato è che ogni volta che entro in palestra e ne esco con il sorriso mi ricordo del perchè a 32 anni mi sbatto ancora per andare ad allenarmi quasi tutte le sere tornando a casa tardissimo e arrivando di conseguenza al lavoro la mattina con l'occhio a mezz'asta e lo sbadiglio perenne. E ieri sera dopo la doccia ero sbiadita, con la pelle che mi si staccava solo a guardarla (quindi mi sono vestita a occhi chiusi con risultati pessimi e, ovviamente, maglietta al contrario) i capelli selvaggi, le ginocchia tremanti ma un gran sorriso, e una gran voglia di ricominciare.

E allora ricominciamo, stasera ore 19.00 seconda puntata de: il volley in bianco rosso... e da domani preparazione seria.

Se state pensando a un format per un reality ... scordatevelo, le telecamere in spogliatoio non entrano! ma dal 5 Settembre siete i benvenuti sulle comode gradinate della nostra palestra...e mi raccomando, si tifa Muggiò !!


Smi

martedì 28 luglio 2009

Lontano dagli occhi......


Stamattina mi sono svegliata con questo dilemma in testa :
ma oggi, in quest’era tecnologicamente avanzatissima dove non si può vivere senza i-pod, i-phone, facebook, msn, skype e via dicendo…. sarà ancora vero che lontano dagli occhi…..
-Ma la mattina non hai altro a cui pensare?- direte voi….
Effettivamente non avete tutti i torti, ma stamattina è così, e finche non trovo una conclusione, logica o illogica non ha alcuna importanza, questa domanda mi continuerà a ronzare nella testa, tra il cervello e il cervelletto, dopo la rotonda sempre dritto, poi girare a destra verso le meningi, secondo semaforo a sinistra e via, siamo al punto di partenza e si continua a girare in tondo, come quando il navigatore si fissa che devi per forza fare quella strada anche se è un senso unico… nell’altro senso.
Ebbene, dopo essere stata in fissa per 15 minuti con la testa appoggiata sulla mano sinistra, quando ormai le lenti oltre ad essersi incollate agli occhi si sono anche seccate e hanno tutto il contorno arricciato, ho trovato la mia conclusione.
Sì. Però No.
Profonda vero? Ne è valsa la pena rubare 15 minuti al lavoro per giungere a una conclusione di cotale livello…ahhh sisisisi.
In realtà le distanze oggi non sono più assolutamente un limite, non si va più neanche in bagno senza il telefonino (il nuovo samsung touch screen ha infatti inserito l’applicazione: carta igienica umidificata), sei out se non hai msn e almeno una volta al mese accendi la web cam mentre chatti, i sms ormai si scrivono da soli perché appena digiti la lettera A sulla tastiera del telefono, lui sa già cosa vuoi scrivere e a chi, e le compagnie telefoniche fanno a gara a chi raggiunge prima i 1.500 sms al minuto, ogni minuto. Facebook ti permette di ritrovare persino i compagni dell’asilo e di vedere attraverso le foto e le info personali cosa esattamente hanno fatto nei 25 anni in cui non vi siete visti. Come si fa ad essere lontani?
Eppure, per chi, come me, ha costantemente bisogno del contatto fisico, del calore umano, a volte ci si sente lontani comunque. Quindi sarei propensa a dire si, è ancora valida questa frase…
Recentemente ho però scoperto che a volte essere lontani ti permette di parlare e di conoscere le persone in un modo che se fossero vicine non potresti fare, o meglio non riusciresti.
Leggi i messaggi con maggiore attenzione, li aspetti con maggiore voglia, sorridi quando senti il suono del telefono, annoti le cose che vuoi dire alla persona lontana in modo da non scordartene appena la sentirai e poi immancabilmente ti perdi via parlando di tutt’altro, così solo dopo aver attaccato trovi il post-it con gli appunti.. e allora ti senti e ti scrivi, e ti dimentichi, e riappunti, e nel frattempo hai un'altra milionata di cose da condividere, e poi… e poi quando ti vedi è come se la distanza non fosse mai esistita, perché nonostante il milione di cose su cui aggiornarsi e la voglia di sentirlo questo benedetto contatto umano, la lontananza riempita da questi mezzucci tecnologici è diventata semplicemente attesa.
Si è trasformata, accorciata, colorata, e non è più lontananza.
Soprattutto non esiste più il “lontano dagli occhi” ..nè dal cuore. E’ solo lontano dalle dita, dalla pelle, dalle labbra... solo…ripeto io sono un’ accanita fan della fisicità, ma ammetto che la mancanza riesce ad essere minimizzata, parzialmente riempita,ecco.
Ed ecco il perché del Sì..però No…
Che detto in termini tecnologicamente avanzati, come è giusto che sia vista l’era in cui siamo sarebbe un:
“Hoy,come dici? Ti manco? Ok, domani ci sentiamo su Fb o msn, lunedì ti chiamo e merc facciamo un full immersion in touch( full touch con tastiera ergonomica :D ), bacio.”

Smi

martedì 7 luglio 2009

Lost... on the Garda Lake


Appena tornata dall’ennesimo green volley, 24 ore ovviamente, con tende, sacchi a pelo e tutto il resto, rimango sempre con un espressione indecisa tra la risata scomposta nel ricordo delle avventure passate e la nostalgia x l’esperienza finita. Ammetto che quest’ultima dura molto poco, all’incirca dal mercoledì mattina al mercoledì sera perché sabato si ricomincia da capo, altro green, vecchi e nuovi amici tutti insieme.
In eredità da questo week-end infatti abbiamo due ombrelloni, una piscina gonfiabile e nuove amicizie, o conoscenze diventate amicizie e pian piano il gruppo si allarga, cambia forma ma la sostanza è sempre quella e il divertimento è assicurato.
In 5 minuti abbiamo creato la squadra x il prossimo torneo, tra una partita a carte, una partita a pallavolo (eh…ogni tanto ai tornei si fa anche quello) un saltello in piscina, una dormita, una spalmata di crema e qualche scherzetto eccoci qui, anche il nome abbiamo già creato. In 2 minuti ci siamo anche collegate a internet e la squadra è stata iscritta. Con chi giocherò? Una cara amica e 3 ragazze intraviste di sfuggita ai tornei, mai presentate, ora unite nell’assurdità del nostro nome di squadra e nei due giorni passati sotto lo stesso ombrellone a morire dal ridere. Il mio compito è prendere i top e scrivere i nomi e i numeri, e son già pronta a portare pennelli e colori in ufficio di nascosto domani, per portarmi avanti.
E’ incredibile come l’esperienza di stare tutti a stretto contatto anche solo per pochissimi giorni unisca le persone, voglio dire, ok se vai in campeggio per 15 giorni insieme, o se cade l’aereo e finisci su un’isola deserta infestata dagli “altri” e dai superstiti del progetto dharma, ma 2 e dico 2 soli giorni…
Questa, signore e signori, è la magia dello sport.
Benjamin Linus chi è in confronto all’organizzatore che sta tutto il giorno ad urlare al microfono muovendo i fili di noi burattin-giocatori e segnando le nostre sorti sull’isola fatta di campi da pallavolo, piscine, rocce, paludi, docce improvvisate, bagni improponibili, mostri inverosimili (soprattutto dopo un paio di coca e havana) e tendopoli dove dormire??
Il risultato però è lo stesso… i sopravvissuti si sentono legati e accomunati da un’esperienza che crea una complicità unica, e tanta, tanta voglia di rivedersi e vivere nuove avventure insieme... cercando anche di capire che cavolo stavamo facendo su alcune foto improbabili e in pose improponibili i cui significati sono nascosti in qualche angolo sperduto nella nostra mente, che solo dopo svariate sedute di ipnosi di gruppo riusciremo a ricordare…

Smi








mercoledì 1 luglio 2009

It can't rain always.... o forse sì ..


Esiste un modo x fermare le lacrime?
Se lo trovate ditemelo perché in 32 anni io il segreto per chiudere il rubinetto non l’ho mai trovato.
Ho però sperimentato almeno un milione di modi per nasconderle, mimetizzarle, bloccarle temporaneamente (di solito questo succede quando ormai mi sono completamente disidratata tipo mela grinzosa) e almeno un milione di scuse per gli occhi e il nasone rosso tipo renna di babbo natale.
Le lenti, il vento, l’allergia, qualcosa in un occhio, troppo tempo davanti al pc. E c’è chi ci crede. Ma non io… quindi appena mi giro mi ricordo del perché stavo piangendo e via… si rompono gli argini un’altra volta.
Eh si che non sono una frignetta. Non lo sono mai stata, almeno per quello che ricordo. Beh a eccezione delle cose commuoventi …però quando mi prende il magone……
Credo sia una questione di stato d’animo. Quando sei a terra per qualche motivo, o preoccupata o insomma non sei al massimo…qualsiasi cazzata mi fa perdere il controllo delle emozioni e via…un bell’acquazzone.
Il problema è che a volte mi coglie alla sprovvista. In macchina che guido e canto beata a un certo punto mi viene un pensiero e giù…. A flotti. Un paio di volte ho fatto partire i tergicristalli non capendo che stava succedendo e da dove veniva tutta quell’acqua… poi mi sono accorta che era dentro la macchina, non fuori.
E li che fai? Eh..niente ti fai del male, continuo e mentre passo il mcdonald, il maxisport, l’uci cinema, il mascheroni, molteno e finalmente entro nell’attraversamento una miriade di pensieri tristi e sepolti da qualche parte della mia testa escono insieme alle lacrime precedenti portandone altre. Si tengono tutti per mano, non c’è verso di staccarli, come un treno che ad ogni stazione aggiunge dei vagoni… diventa lunghissimo e te stai li in macchina fermo al passaggio a livello che guardi i vagoni che si susseguono e li conti…e aspetti che finiscano.
Certo ti vedrebbe voglia di staccarne qualcuno, alzare le sbarre e passare..ma non puoi. Devi stare li e guardarli passare uno dopo l’altro, ognuno coi suoi graffiti, i suoi passeggeri, l’aria fredda o calda, i bagagli, i lost and found.
Parcheggio e mi do una sistemata…. Forse gli occhiali da sole a mezzanotte non sono indicati… e come li copro sti occhi?? meno male che il mio parrucchiere ha deciso che mi stava bene la frangia… così mimetizzo.
Appena entrata in casa provo l’estremo rimedio. Apro l’acqua nella doccia e la faccio scorrere per un pò, mi spoglio lentamente lasciando i vestiti sul pavimento e mi butto sotto l’acqua bollente.
Alzo la testa verso il getto e resto li. Immobile, ad ascoltare il rumore, sentire il calore e il picchiettio dell’acqua sulla mia faccia.
Passa? No.
Ma non mi accorgo più che sto piangendo perché il getto trascina giù le lacrime confondendole e scaldandole, e mi sembra di stare bene. Mi sembra di aver vinto e di aver fermato il flusso.
A volte le cose che sembrano vere ti fanno stare meglio, basta convincersi che lo siano davvero.

Smi

lunedì 29 giugno 2009

Pensieri di una pallavolista… in erba


Ed ecco qui l’estate…. ah l’estate…. stagione di vacanze, w.e. al mare, relax, cinema la sera, passeggiate, cene all’aperto, ri-passeggiate, pub e amici, luce fino a dopo le 9 di sera……
……
Per voi magari.
Noi pallavolisti siamo differenti.
Chi è fortunato ed è già in pausa estiva dagli allenamenti (e son pochi) ha la scheda estiva di mantenimento o le serate sui campi da beach per non perdere la mano, noi “sfortunati” facciamo allenamento. Avete idea di cosa voglia dire stare chiusi in una palestra con sto caldo, anche dopo le 8 di sera? Beh... avete presente quando siete in sauna, mezzi nudi, con tutte le goccioline di sudore che scendono, il capello che si attacca alla testa, la sensazione di incollarsi ovunque ci si appoggi e la lingua di fuori a penzoloni? Ecco ora immaginatevi nella sauna con addosso: calze, mitzuno da palestra, ginocchiere, mutanda, pantaloncino, reggiseno sportivo, maglietta e tutte le dita scotchate col tape. Aggiungete la bottiglia dell’acqua calda alla quale basterebbe solo aggiungere una bustina per avere dell’ottimo the caldo…. Piacevole eeeehhhhh!!!! Ma noi del volley siamo un po’ così… masochisti x scelta e per piacere.
Eppure io non ci rinuncerei mai. Allenamenti tecnici senza la pressione del campionato..ma quando mi ricapita dato che il campionato dura da settembre a maggio/giugno?
E nel w.e… green volley, beach volley, 24 ore di green o in palestra.
Il sabato mattina la sveglia suona alle 7.00 … la spengo ¾ volte poi parte quella del cellulare lasciato volutamente in cucina, così mi devo alzare per forza. Con l’occhio spento mi trascino alla porta sbattendo fortissimo il piede contro la gamba del letto e mi butto in doccia porcando e pensando: Giuro che è l’ultima volta. Il sabato si riposa, ci si alza a mezzogiorno, si fa la spesa con calma-…. Perché io devo stare tutto il santo giorno sotto il sole a sudare, cercare di evitare di sembrare un panda togliendo ogni tanto gli occhiali, e scottarmi la fronte e le spalle lasciandomi quei bei segni dei top incrociati sulla schiena???
Perché sono una pallavolista.
Straight, simple, clear.
Non è possibile rinunciare a giocare a freddo rischiando di lasciarci qualche articolazione e di incazzarsi in un 4 contro 4 in campi improponibili. A guardare le avversarie del campionato che si sfidano tra di loro o giocano insieme. A sentire le cazzate dei ragazzi che tra una birra e l’altra ogni tanto si ricordano che stanno giocando pure loro, sulla nostra stessa grande aiuola nel centro delle varie città lombarde. A ingozzarsi di piadina o salamela tra un arbitraggio e un match all’ultimo sangue. A scambiarsi le news del volley mercato che impazza in questi giorni e a ritrovare vecchie compagne finite chissà dove, ma rientrate a casa a fine campionato.
E la domenica? Da capo…sveglia alle 7, costume,top,pantaloncini,calzini bassi per diminuire il segno di quelli del giorno prima… e via.. di nuovo tutti in quell’aiuola pronti a ricominciare da capo…. Solo che dopo i festini obbligatori del sabato sera, invece che acqua si trasuda alcool puro…. Quindi meglio star lontano dai fumatori per qualche ora… A fine torneo, qualche scambio di premi tra chi ha già una cosa e chi ne vorrebbe un’altra, e poi?? Beh.. cena ovvio… tutti insieme di nuovo.
Tutto questo è divertimento allo stato puro, amicizia allo stato puro e amore per il volley allo stato puro. Il lunedì mattina appena mi siedo sulla mia monoposto a 4 ruote davanti alla scrivania (ovviamente parlavo della mia sedia….) è solo uno il pensiero che mi passa e ripassa per la testa: non ho più il fisico per fare ste cose, questo è masochismo allo stato puro… è ora di smetterla!!
Driiiinnn
Si pronto? … quando^???? Questo w.e.? si sono libera perché? Green volley? …. Tenda? …. Certo che ci sono!

Smi

venerdì 19 giugno 2009

C'era una volta un sogno... e c'è ancora


Quei 2 biglietti sono sulla mensola da natale, come su un altarino, da parte al calendarietto e davanti ai nanetti portafortuna.

Tutti i santi giorni da 6 mesi li guardo....controllando che sian veri... l'ologramma c'è, il marchio c'è... devono essere veri!!!! passano i mesi e finalmente il 18 giugno 2009 arriva, e mi preparo ad andare a vedere loro, i Depeche Mode tanto attesi in italia dopo l'european tour del 2006. Con largo anticipo partiamo aspettandoci una coda assurda... ma effettivamente l'anticipo è molto largo... alle 6 siam già seduti li nel secondo anello blu, in curva davanti al palco anche se abbastanza lontani da vedere le persone un pò più grandi delle formiche che stanno passeggiando sulla mia scrivania (oh..che fate qui??? sciò...) 3 ore di attesa e l'emozione sale... fino a che eccoli arrivare sul palco... Dave è ancora vestito.... ma giusto il tempo di finire la prima canzone e già compare il gilerino argentato sul retro e completamente aperto sul davanti. Ed è già amore. parte "Wrong" e son già in trans, in piedi che saltello e batto le mani o le muovo a tempo non mi accorgo neanche più della grassona da parte a me che mi dispensa culate mentre ondeggia. Ogni tanto qualche odorino di canna mi assale, a volte quanche urlo nell'orecchio, a volte vengo rapita dalla vista di un infinità di mani che ondeggiano o battono insieme a ritmo. Questo è un rapimento in piena regola, manca solo la richiesta di riscatto!!!!

Non riesco a togliere gli occhi dal palco, dividendomi tra i passi e le braccia aperte di Dave, e le immagini ingrandite sui due schermi laterali. Sono piccoli e lontani eppure dopo un pò li vedo così vicini , un pò come quando gli occhi si abituano al buio, si abituano evidentemente alla distanza... mettono a fuoco, diciamo.

2 ore di brividi, vibrazioni e occhi lucidi mentre canto e ascolto, e guardo e mi muovo.

Le luci, i video sullo schermo, le immagini in bianco e nero, i colpi della batteria... magnificent (come direbbero gli u2). Dave ha zampettato e urlato per 2 ore.. alla faccia dei 50 anni e dell'operazione. E che voce...che voce!! Altro che Thank you ad ogni break, sono io che vi ringrazio, certe emozioni ti entrano prepotentemente nel petto oltre che nella testa. E io continuo ad avere la pelle d'oca.

Grazie depeche, e tornate presto.

Smi

venerdì 29 maggio 2009

C’è chi nasce con gli occhi blu…e chi con la coda di paglia…


A 32 anni suonati ormai dovrei conoscere ed essere abituata alle stranezze delle persone che mi circondano… eppure ogni volta rimango basita davanti ai misteri della mente umana.
Vi è mai capitato che mentre state parlando qualcuno vi interrompa dicendo: “ lo so cosa stai pensando”…ma cosa sai te????
Sei il mago Othelma? Superman? Il quinto dei Fantastici 4?
E in più riescono a leggere le tue parole mentre stai parlando con una persona a 10 km di distanza…”sìsì so io cosa vi stavate dicendo..” Hai vinto i campionati mondiali di lettura delle labbra col cannocchiale?
Ma dai smettiamola di farci i cazzi degli altri. O meglio di inventarceli.
Ma il problema sta non tanto nella sindrome del Big Brother (non in questo caso specifico almeno), ma in un’altra brutta roba: l’avere la coda di paglia.
Non so bene per quale processo mentale, noi esseri umani, tutti (perché vi assicuro che anche il mio gatto ha una gran coda di paglia…) quando abbiamo la coscienza sporca prendiamo male qualsiasi affermazione o situazione e siamo convinti che tutti parlino proprio del nostro “segreto”. Capita anche a me, lo ammetto, ma c’è modo e modo di reagire. Ovviamente se sono andata addosso a una macchina nel parcheggio, ammaccandola lievementissssimamente e ho deciso che non era il caso di lasciare un bigliettino…. e poi uno mi entra in ufficio dicendo: - Che nervi ho trovato un’ammaccatura sul paraurti!! – è ovvio che penso subito che sia colpa mia (è solo un esempio … non mi chiamate tutti adesso dicendo che avete un bozzo sulla macchina, non sono stata io!!!). Però c’è gente che reagisce in modi assurdi e vede complotti dappertutto.
Se io ammacco lievemente il paraurti della macchina dietro la mia e al TG5 annunciano che la polizia municipale italiana ha deciso di pattugliare i parcheggi pubblici per multare chi non denuncia eventuali danni provocati agli altri mezzi, mi pare chiaro che non ce l’hanno con me! Certo, direte voi, e invece no! C’è gente pazza a questo mondo, assolutamente paranoica!
Basta scrivere in msn “Io odio le mosche” riferendoti a un moscone fastidioso che ti perseguita dalla mattina in ufficio e che non riesci a far uscire dalla finestra, che almeno 10/20 dei tuoi contatti si sentono profondamente offesi perché pensano che tu ce l’abbia con loro. MA ALLORA????? Se dico mosca, ce l’ho con la mosca, se no dicevo Mario, Luigi, Federica!!
Se sapete di aver fatto qualcosa di male, e vi sentite presi in causa da un’affermazione … aprite la bocca o msn e fate una bella domanda diretta “ce l’hai con me?” oppure più genericamente “che c’è?” senza farvi mille menate e andare in giro a guardare male le persone perché pensate abbiano detto, fatto, riferito qualcosa che vi riguardi.

Si vive molto meglio !!! Oppure, ancora meglio, evitate di fare o dire cattiverie in modo da tenerla pulita sta povera coscienza… echeccazzo!

Smi

venerdì 22 maggio 2009

20.05.09 - ED E' B1 !!!!

A volte le parole sono superflue.....

A volte sono solo i fatti che contano. Saugelle in B1 !!!!! Ce la siamo sofferta, sudata e meritata la nostra promozione. E ora ce la godiamo.



Smi

mercoledì 20 maggio 2009

La resa dei conti - B1 o non B1 (ultima parte)


Un po’ di sclero in panca per cercare di dare la carica e farci riprendere e un po’ di rassicurazioni a base di frasi fatte già sentite, già dette, già metabolizzate e in questo momento neanche tanto valide…del tipo “se siam prime c’è un motivo” “noi siamo più forti” si certo.
Ma desso riprendiamoci perché lo vogliamo vincere sto lunghissimo campionato, vogliamo la gloria, la gioia, i festeggiamenti e poi la meritata settimana di pausa, la vacanza e poi via con i progetti per la prossima stagione. La vogliamo. E andiamocela a prendere.
Tutte sulla riga laterali in attesa del fischio dell’arbitro che puntuale arriva, e allora dentro, si ricomincia da zero..anzi da 0-0.
Si procede lentamente, non si riesce ad allungare, sempre pari, più uno noi…pari, più uno loro..pari di nuovo. Ai time out tecnici tentiamo di dare qualche suggerimento, di sollevare il morale, ma siamo come in un video che va a rallentatore. Un cosa buona, una grossa cagata. Una cosa buona, una battuta fuori. Ma nonostante questo non ci scappano avanti, non ci distaccano e il punteggio è sempre li, basta davvero poco ma è come se non riuscissimo ad afferrare la fune perché troppo scivolosa. Con la stessa sensazione di lentezza e stranezza arriviamo a 23-22 per loro, momento decisivo. Non possiamo cedere un punto perché significherebbe fare i play off.
L’ultimo punto l’abbiamo conquistato noi, quindi tocca a noi battere… fuori. 24-22. Ma non è finita, ricezione ben fatta e via un bellissimo attacco in diagonale che ci riposta a un passo. 24-23 e battiamo ancora noi.
In un attimo mi passano nella testa tutte le cose che si domanda un giocatore quando deve andare a battere su questo punteggio. La tiro? … Meglio buttarla di la e giocarcela a muro e in difesa, se sbaglio è finito il set. Ma se è troppo facile il set è finito comunque. Fossimo tanto a poco la si tirerebbe, se sbagli va beh il set è già compromesso e se invece fai punto tutto di guadagnato… ma così punto a punto è molto diverso. Di solito si chiede all’allenatore che fare, ma in questo caso forse è meglio evitare perché lui è ancora più in panico di noi, e non sarebbe di aiuto. La soluzione è fare una battuta abbastanza tirata ma comunque di sicurezza che magari le mette un pochino in difficoltà ma che entri in campo per evitare ilo punto diretto all’avversario. Alzo gli occhi e guardo la mia compagna in battuta, col braccio alzato e la palla nella mano sinistra, concentrata, sicuramente impegnata nei miei stessi pensieri. Fischio dell’arbitro. Si alza la palla e la colpisce con forza ma non tirandola al massimo, la palla passa la rete, va nell’altro campo, supera la linea dei tre metri tra zona 6 e zona 5 … ma la passa di troppo e finisce fuori.
25-23. E’ finito il set, il sogno, si è spenta la luce che ci indicava la fine del tunnel, l’uscita, il sole.
Arriva la notizia che Ornavasso ha fatto il suo compitino e ha vinto 3-1, e con questo punto perso siamo ora a pari merito, ma per differenza set loro sono in B1 e noi siamo qui, sedute per terra con la vaga sensazione che il coach stia gridando qualcosa ma con la testa talmente piena di pensieri che non si capisce una parola, si sente solo il fastidioso rumore. Scende il sudore dalla fronte e va a spiaccicarsi sul mondoflex, insieme a tanti sogni, e al nostro umore. L’indegna fine di tanto lavoro e tanto impegno, di allenamenti fatti con la febbre e partite giocate con fasciature strette. Certo non è finita. C’è un altro set da giocare e da vincere per arrivare al 5 e portare comunque a casa la partita, perché non si smette mai di lottare. E ci sono i play off, seconda chance di conquistare la meta tanto voluta. E allora via, un bel respiro a pieni polmoni, cacciamo via i pensier come si fa con una mosca fastidiosa e torniamo in campo. Adesso per vincere davvero.

Smi

venerdì 15 maggio 2009

La resa dei conti - B1 o non B1 (3a parte)


Mentre varco la soglia del campo mi viene sempre da pensare alla scena di “Armageddon” nella quale Bruce & Friends in tuta arancione camminano in fila lentamente verso la navicella per andare a salvare il mondo, col casco in mano. Certo noi siamo in azzurro puffo e un tantino meno imbottite, con la maglia da gioco in mano…ma non so perché, non mi esce dalla testa questo paragone. E ora? Ora si comincia: Stefano preparatore da il via e si parte coi 5 minuti di corsa, la cui successione è regolarmente accompagnata dalle nostre suppliche di sconti comitiva “Ste…quanto mancaaa?” “ma non sono ancora pasatiiii?” “dai Ste…basta?” e con queste richieste di solito otteniamo di correre anche di più.. brave noi…
Stretching ognuna nella sua posizione (vitatissimo spostarsi dopo che le posizioni sono state fissate al primo allenamento della stagione) e via scalette…. Skip,calciata,saltelli, dentro fuori,destra sinistra, a trenino una dietro l’altra “ brigitte bardot bardot…a e i o u y …nananan” ah no ci siam lasciate prendere, torniamo concetrate, 4 salti…a muro e via riscaldamento con la palla.
Io e la Rouge siamo belle cariche, vorrei guardare in faccia le altre ma la Rouge mi tira delle mine pazzesche e se mi distraggo rischio di prenderle dritte in faccia, quindi lascio perdere l’idea sicura che comunque siano tutte pronte. L’arbitro fischia i 10 minuti e andiamo ad attaccare, grondanti di sudore. Qualcuna si mette già la maglia da gioco, altre tolgono il primo strato di pantaloni, e via… ci incitiamo e ci diamo la mano ad ogni attacco, sottolineando quelli più forti, e questo ci carica, ci prepara al giusto agonismo con cui affrontare la gara. Qualche battuta e poi raccattiamo i palloni, le ultime rimaste con la maglia da riscaldamento la cambiano e via… tutte in fila per il saluto. Ehm…. Smi…i pantaloni… Oh mamma mi son dimenticata, li tolgo in fretta rischiando di finire con il naso spiaccicato per terra e li butto all’indietro chissà dove… L’arbitro ci fa segno che possiamo procedere e camminiamo tutte insieme verso il centro del campo, applaudiamo il pubblico e ci giriamo vero la rete per salutare le nostre avversarie una dopo l’altra. Man mano che finiamo iniziamo a preparare il nostro urlo di battaglia tenendo l’ “OOooooooooo” fino a quando arriva l’ultima giocatrice, dopo di che si scatena l’urlo vero e proprio, tanto forte che ogni volta mi gira la testa per qualche secondo appena finito.
Il coach ci ricorda una paio di cosette e ci da la formazione, ci diamo il cinque, anzi il dieci una ad una stando ben attente a non incrociarci e a non darlo due volte alla stessa persona (si, siamo decisamente scaramantiche), addirittura qualcuna ha una sua sequenza da seguire, e alla fine di nuovo il nostro urlo e via, ognuna nella sua posizione, chi in campo e chi fuori.
Dopo aver controllato la formazione e dopo un piccolo stop per consegnare un omaggio floreale al loro libero che giocherà la sua ultima partita, l’arbitro fischia l’inizio dell’ultimo match della stagione… forse il più importante per noi che ci giochiamo la promozione diretta.
Ecco il tanto aspettato fischio di inizio ed eccoci li a lottare su ogni palla aggredendola. Tante cose belle…ma anche qualche errorino di troppo ma siamo li, passo a passo, punto a punto, ma non importa, andiamo così fino alla fine e poi dobbiamo allungare sul finale e portarci a casa il set. Un po’ preoccupate da qualche distrazione di troppo in ricezione e a muro, noi iniziamo a urlare cercando di far riprendere il prima possibile le nostre compagne da questo momento di calo dell’attenzione. Le vediamo un po’ contratte, ma non ce n’è bisogno, noi siamo le saugelle, loro sono molto più in basso, non dobbiamo dimostrare niente, solo giocare come sappiamo fare, divertirci e divertire chi è partito con noi da Monza e chi ci ha raggiunto dopo. Ma nonostante le nostre rassicurazioni, incitazioni i cori con i battiti di mani, continuiamo a essere un po’ troppo tese e non riusciamo ad allungare come vorremmo, e così arriviamo a 23 pari. Non importa, adesso, facciamolo adesso, e così è…24-23 per noi. Ci distraiamo un attimo e siamo ancora 24-24. Ci sproniamo a vicenda e riceviamo una palla difficile pronte a prenderci il punto..ma la palla si infrange sulle mani del muro avversario, cadendo a terra nel nostro campo. 25-24 per loro. Non è finita, no che non lo è, prendiamo questa e torniamo pari, anche il pubblico urla sempre più forte ricordandoci chi siamo. Parte la battuta, presa anche se non perfettamente ma riusciamo ad alzarla per il nostro attaccante che tira forte, ma il loro ben posizionato libero la tiene, attaccano loro… ed è punto. Per loro. 26-24 e si conclude il primo set, che però non significa nulla, la partita è ancora tutta da giocare e noi siamo sempre prime.

Smi

mercoledì 13 maggio 2009

La resa dei conti - B1 o non B1 (2a parte)


Mentre noi cerchiamo sul giornale locale l’articolo sulla partita ormai vicinissima sorseggiando il caffè e i nostri amici,parenti, accompagnatori fanno aperitivo nel barattino non abituato a vedere così tanti avventori in una volta sola, la tensione inizia pian piano ad affiorare. Non è timore, né fobia di alcun tipo, è semplicemente tensione. Positiva o negativa, questo dipende da come la vive ognuno di noi e come la trasforma nel momento in cui l’arbitro fischierà l’inizio della partita. Risaliamo sul nostro bel pullman grigio e ci rimettiamo in marcia tra le viuzze e i sensi unici per arrivare al palazzetto di Pinerolo, o meglio tornarci…
Arrivate dopo un paio di belle manovrine nel parcheggio, scendiamo e recuperiamo i borsoni, l’acqua, borse mediche, pc, stampante e schermatura in legno x evitare le pallonate al pc e via… a piedi verso l’entrata della palestra. Sulla destra c’è il campo di atletica, e Stefano fisio ci racconta delle sensazioni che gli dava correre quando faceva l’atleta, dell’odore che sentiva nel naso e nella gola e delle emozioni che salivano e che si riaffacciano appena risente quell’odore… sorrido ma senza essere propriamente consapevole di cosa stia dicendo…. neanche un minuto dopo entriamo e prima di entrare nello spogliatoio andiamo a vedere il campo…. ora si che capisco. L’odore…. L’odore della palestra , del riscaldamento, del mondoflex risveglia in me le stesse sensazioni che tentava di spiegarmi Ste poco fa. L’odore della gara mi riempie narici, gola e testa, e lo respiro a pieni polmoni, assaporandolo lentamente, buttandolo giù nello stomaco e ributtandolo in campo dalla bocca. Torno verso l’entrata e vado a destra cercando lo spogliatoio. Superata l’impasse iniziale dovuta all’umido odore di..ehm…. pipì e le difficoltà della mancanza di acqua nel water utilizzando una canna dell’acqua collegata ai rubinetti (escursionismo giovanile nei rifugi docet ) ci dedichiamo al rito della vestizione. Alzo un attimo lo sguardo e vedo due quadrifogli attaccati al muro col tape bianco e chiedo: “ma sono quadrifogli???? Ce li hanno messi loro?” e allora Marta mi spiega che lei e la Beri passando nel prato li hanno trovato facendoci cadere per caso l’occhio e hanno deciso di raccoglierli e attaccarli li. Sorrido all’idea della fortunata casualità e cerco i pantaloni da riscaldamento nella borsa, ginocchiere, maglia da riscaldamento, divisa e polsino per il gomito. Pronta e con la borraccia in mano aspetto che le mie compagne siano pronte e che l’allenatore entri in spogliatoio per il consueto ripassino dello studio sull’avversario. Mi ritrovo a ricordare la trasferta a Settimo Torinese, il giorno dopo il mio infortunio al gemello e una serie di altri piccoli o meno piccoli infortuni e sfortune capitateci, quando a fine discorso dirigenti e allenatori ci hanno buttato del sale addosso x scacciare il male , ridendo e scacciando le preoccupazioni tra le nostre facce con un’espressione ibrida tra lo stupito e il divertito.… devo avere ancora qualche cristallo di sale tra i buchi delle stampelle. Sorridendo da sola e sentendomi particolarmente deficiente, mi accorgo che nel frattempo siam pronti a iniziare col ripassino.
Appena prima di iniziare notiamo che nonostante gli spogliatoio non siano direttamente comunicanti si sente tutto, quindi Benny inizia a fare il ripassino a bassissima voce mettendoci dei gesti… mi sembra di essere all’edizione del tg2 con i gesti per i non udenti… ragazzi che ridere, e riecco l’espressione che avevo nello spogliatoio di Settimo al momento del lancio del sale… quel mix li che ti da proprio una faccia da idiota… così cerco di mimetizzarla mettendo il tape alle dita.
Ripassino completato, urlo di squadra, pipì seguita da sciacquo con canna dell’acqua e via di corsa in campo.

Smi

martedì 12 maggio 2009

La resa dei conti - B1 o non B1 (1a parte)



09.05.09 – Ultima giornata del lunghissimo campionato di serie B2F iniziato il 20.09.08 in quel di Monza. 30 partite, 30 … anzi 29 con l’ultima ancora da giocare. 30 partite per decidere e dimostrare se davvero siamo la squadra più forte del campionato come è stato scritto sulla “Prealpina”, il “Giornale di Monza” e così via. Un campionato lungo, faticoso e ricco di gioie e di dolori, una lotta all’ultimo sangue tra le tre capoliste Monza, Ornavasso e Trecate, dalle quali Trecate si è distaccato in fase finale per stabilizzarsi al terzo posto, senza via di scampo, fissando la sua presenza ai play off ma regalandoci un’occasione d’oro rubando un punto alla diretta concorrente Ornavasso. Ed eccoci qui prime a +1 con una sola partita da giocare contro una squadra di metà classifica, Pinerolo, ma con tanta grinta, un palazzetto dove già una volta 2 anni fa abbiamo lasciato cuore, lacrime e play off, e una promessa dopo la sconfitta per 3-0 a casa nostra e il nervosismo dovuto a un non propriamente perfetto arbitraggio che le ha un po’ penalizzate: “spero per voi che non veniate a giocarvi il campionato all’ultima partita da noi…”.
Queste le premesse dell’ultima sfida, quella del passaggio matematico in B1. Anche se nessuno lo dice, per scaramanzia, non siamo troppo preoccupate durante la settimana di preparazione alla gara, asfaltate all’andata, senza più niente da dire o da dare alla classifica, ci prepariamo meticolosamente come sempre con video,studi e simulazioni dell’avversario, ma con una certa consapevolezza che si deve, si può, si farà. Non lo si dice ma si respira, aleggia nell’aria nonostante tutte le scaramanzie del caso: niente festeggiamenti pronti, niente magliette, niente di niente...ma dai, chi non è dentro di se sicuro del passaggio? Si parla degli allenamenti della settimana post fine campionato ma con un sorrisino che rivela che vien tutto detto solo x scaramanzia, non perché ci si creda davvero.
E allora si parte… 15.30 al Mc, tutte sul pullman. Prima fermata autogrill per la pipì e la merenda… eccolo li, usciamo dall’autostrada e l’autista va a parcheggiare nell’area riservata ai pullman… ma ecco delle ragazze con delle felpe sponsorizzate nel parcheggio… Ornavasso!!! Oh signore Ornavasso!!???? Ma dove giocavano? A Mondovì… ahah che ridere …ma il pullman non si ferma…. Ma scusa ma ??? “no no non ci fermiamo andiamo a quello dopo” tuonano dalla testa del pullman…. Ma come????? Ovviamente le ragazze hanno notato noi, come noi abbiamo visto loro e ci si saluta dal pullman mentre noi continuiamo il nostro percorso verso il prossimo autogrill…dal quale vediamo poi passare il loro pullman e loro ricambiano il saluto andando verso la loro vittoria di fine campionato per 3-0. Sul pullman tanti episodi che in realtà non noto subito, ma mi tornano in mente solo a fine partita, sotto la doccia liberatoria in quell’umido spogliatoio che puzza di pipì, Il coach che ci racconta che venerdì mattina ha investito un gatto nero.. “ma da che parte veniva? Destra o sinistra?” “ma era tutto nero?” “meno male che l’hai investito e non ti ha attraversato!!” “ma vale se attraversa solo per metà e poi muore?” “ma certo,se muore mica porta sfiga” “ma hai controllato se era morto ed eventualmente hai messo la retro??” mentre butto la testa indietro sotto la doccia per sentire l’acqua che picchietta sul mio viso ricordo anche di aver sentito la rouge che da 2 sedili dietro di me diceva “ho sognato che entravo in battuta sul 24 per le altre e tiravo fuori…un incubo” e sorrido facendo entrare l’acqua calda nella mia bocca. Ma eccole le 18.30 e l’arrivo in quel di Pinerolo. Un acquazzone incredibile ci accoglie poco ospitale, guardiamo l’assurdo fiume d’acqua che ha investito l’autostrada e costretto alcune macchine a fermarsi, non essendo dotate di scafo, proprio nel bel mezzo del fiume. Per fortuna noi siamo uscite 10 metri prima…. Se fossimo rimaste li in mezzo???? Partita persa a tavolino!!! Mai, piuttosto a piedi fino alla palestra! Pronte a scendere per la pausa caffè, decidiamo invece di stare ancora un po’ sul pullman… vista la grandine e il nostro abbigliamento da clima monzese: polo a maniche corte, pantalone della divisa estiva e occhiale da sole…. E di passare il tempo guardando i poveri ragazzini di ritorno probabilmente da una gita che invece scendono dal loro pullman recuperando i borsoni sotto l’acqua, salutano le mamme e buttando tutto in fretta sulle auto, ci si chiudono poi dentro ormai bagnati fino alle ossa e si mettono in marcia verso casa… ma essendo 12 donnine e in quanto tali, romantiche nell’anima veniamo ovviamente attratte da una scena da film nella quale la fidanzatina scende dal pandino verde della mamma di lui, apre il suo ombrellino rosa e corre ad abbracciare il fidanzato di ritorno dalla…guerra??? Ah no era la gita, lo abbraccia forte e si baciano appassionatamente proteggendosi dalla pioggia sotto l’ombrello rosa, mentre tutti gli altri passano attorno schivandoli, intenti a recuperare le borse e salire in auto. Ma noi non riusciamo a staccare gli occhi dalla scena, li vediamo a colori in mezzo a tutto il resto dell’inquadratura che diventa in bianco e nero. Vediamo le lacrime scendere sulla guancia di lei, sollevata e felice nel sentire il calore del corpo dl suo amore… o forse non le vediamo ma le immaginiamo dal gesto di lei che se le asciuga. Poi salgono in macchina e vanno a casa, entrambe sui sedili posteriori mentre la mamma guida, in stile taxi, per lasciarli un po’ insieme, vicini. Noi inebetite ci sciogliamo in un sospirone… e ci accorgiamo che finalmente ha smesso di piovere e possiamo scendere a sgranchirci le gambe e bere un bel caffè…doppio… al ginseng grazie.

Smi

venerdì 8 maggio 2009

Daghel al terùn e a l’estracomunitari

EDIZIONE STRAORDINARIA:
Dopo decenni di ricerche e milioni di parole dette e scritte riguardanti la pericolosità della metro milanese, soprattutto di sera, e alle terribili condizioni igieniche, ecco la soluzione finalmente.
La proposta del deputato leghista Selvini scende su di noi come una rivelazione ..una stella cometa…un’annunciazione:
riserviamo delle carrozze “per soli milanesi”.
Ore e ore e ore di applausi , tanto che il mio capo era nascosto dietro la finestrella col cellulare in mano in linea con uno psichiatra di quelli bravi, preoccupato di come ingabbiarmi nella camicia bianca con quelle maniche strane…
Che bella idea, caro Selvini. Già mi ci vedo la mattina arrivo a sesto, parcheggio, scendo le scale, scelgo la linea e mi apposto ad aspettare il treno nell’apposita area “milanesi” creata esclusivamente per noi. Un box in vetro con dei bocchettoni collegati direttamente con l’esterno dai quali entra solo ed esclusivamente aria D.O.C. …l’aria de milan.
Prima di entrare nel box ovviamente c’è il riconoscimento con scanner visivo e test della cadrega.
Arriva il treno e noi milanesi attendiamo pazienti che si fermino davanti alla porta scorrevole del box le carrozze a noi riservate, distinguibili dalle altre perché di puro color verde padania. Guardando con disprezzo “gli altri” che si affannano e si spingono per entrare in quelle puzzolenti e malconce carrozze riservate alla plebe, entriamo comodamente nelle nostre.
Una musica in sottofondo ci accoglie, e sulla destra c’è un jukebox (el giùbos, cume se dis a Milan) nel quale puoi scegliere la canzone che preferisci, con un ampio repertorio che da “oh mia bela madunina” passa a “La banda del genesio” di davide Van de Sfroos , attraverso “El portava i scarp del tennis” di Jannacci. Canticchiando nella mia mente (perché il milanese è distinto e riservato) mi accomodo sui sedili in vera pelle di terùn, però sono indecisa… anche quelle li in pelle di albanese non sono male…. Vabbeh sediamoci qui va.
Il tempo passa piacevolmente e in un attimo eccoci arrivati alla prima fermata, si aprono le porte e una voce dice : “ S. Ambròs. Atensiùn al pasel e a mia lassà i man denter in de la porta che la se sara sò de per lè.” Scendo e con un bel sorriso mi appresto a uscire dalla stazione de Sant’Ambròs.
…..
Ma per favore!
Siam tornati al separazionismo? Milanesi : un passo a destra. Resto del mondo : un passo a sinistra
Ma allora perché fermarci qui? Perché non fare i ristoranti x milanesi? Le tabaccherie per milanesi? I negozi per milanesi? I cinema per milanesi.
Caro il mio Selvini… mi dispiace ma anche io, ex Miss Padania, sono assolutamente contraria e mi chiedo se non ti abbia colpito qualche fulmine e riportato indietro giusto giusto di qualche anno….
Tra l'altro.... me sò mia de Milan, sò de Berghèm, alura 'nduè gho de saltà sò? insema ai terùn?????

Smi

giovedì 7 maggio 2009

To Kindle or not to Kindle, this is the question …


Il libro stampato, da toccare, sfogliare, odorare, sottolineare, farci le orecchie, stringere al cuore e far cadere dal letto quando ti addormenti ha ormai le ore contate… signore e signori è arrivato Kindle, il lettore digitale per libri, e non solo.
Se ne parla ormai da un po’ ed era inevitabile in quest’epoca del digitale, nella quale i ragazzini sono molto più abili e veloci a scrivere sulla tastiera del pc o del cellulare che a prendere in mano la bic e tracciare delle lettere su un foglio. Ricordo con un sorriso malinconico le penne cancellabili, quelle di plastica marroncina con la gomma sopra, chissà se ci sono ancora.. ma del resto a che servono? Basta tornare indietro con la freccia o premere canc …
A dire la verità io sono un’estimatrice del digitale, del pdf e delle news interattive sulle pagine degli e-quotidiani, del resto, passando 8/9 ore seduta in ufficio davanti a un pc, come potrei non esserlo? Da poco ho anche scoperto le bellezze dell’e-learning, gentilmente offerto dall’università che mantengo ormai da 14 anni e degli e-book, ottimi per quando non hai assolutamente voglia di lavorare o decidi di studiare ma non puoi assolutamente farti vedere con un libro di letteratura francese aperto sulla scrivania, invece di una bella richiesta di preventivo… e così apri la tua bella paginetta e leggi direttamente dal video… chi se ne accorge che non stai lavorando?
L’unico aspetto negativo è che si fa veramente fatica a leggere sullo schermo e la mia produzione di collirio, nonché il fenomeno di seccaggio istantaneo delle lenti, aumentano di pari passo con le pagine lette. Questo mi fa un po’ storcere il naso all’idea di un lettore digitale.. ma i produttori del Kindle assicurano che la visibilità e le caratteristiche tecniche sono diverse dallo schermo del pc e oltre a permettere una migliore lettura, non dovrebbero causare fastidi.
Certo che sarebbe veramente bello girare con un affarino di 9,7” (che moltiplicati x 2,54 fanno 24,64 cm) in borsa invece di un malloppone di 500 pagine di Ken Follet, o nello zaino invece di 5 mastodontici libri di testo, altro che zainetti con le rotelle per evitare la scogliosi!!! Sarebbe un sogno!!! Ovviamente siamo nel momento della sperimentazione, degli errori, delle difficoltà di reperibilità, dei costi molto alti… ma direi che non ci vorrà molto prima che il tutto diventi accessibile e funzionale.
Sono indecisa tra l’essere eccitata e impaziente di poter avere tra le mani il piccolo Kindle (o il mini Kindle da 6”) e scaricarmi tutti i libri della terra, quotidiani e testi scolastici ... e l’amore per la carta (scusatemi cari alberi, ma sfogliare e toccare un libro da sensazioni uniche) stampata e odorosa, le pagine sottolineate, lo stare scomodamente sdraiata nel letto e girarmi a destra o a sinistra a seconda di quale lato sto leggendo per fare meno fatica a tenerlo in mano….
Dura lotta… durissima….. si possono avere entrambe??? Ma si dai…


Smi

martedì 5 maggio 2009

Se lo dice lui ......allora "trattiamolo con cura" ...


Stamattina, tra il cazzeggiamento totale della non voglia di lavorare e l’attesa che si accendesse il mio cervello (un po’ come la macchinetta del caffè, che la devi accendere e far “riscaldare” prima che sia in grado di fare il suo dovere) vagavo nelle 7/8 pagine dei vari motori di ricerca aperti cercando qualcosa di nuovo da leggere…beh nuovo rispetto alla crisi in casa berlusca (me la vedo la Veronica che va a letto ripetendo “che barba, che noia” e sbattendo i piedi sotto il piumone, e il Silvio che scorre il giornale con l’occhialino da lettura e il sorriso a mò di paralisi che ribatte “cribbio mi scompigli il capello, velina che non sei altro”) e all’influenza suina (in onore della quale mio padre son tre giorni che mi chiede: vuoi una salsiccia? Una puntina di maiale? Una bella costatina???? Eh dai… ).
Ed ecco che la trovo li…. Che mi guarda ammiccando… la faccia di Trentalance…
All’inizio non lo riconosco…del resto…chi l’ha mai guardato in faccia?, poi leggo il trafiletto chiedendomi “Chi è sta faccia da scemo?”
Pornodivo bolognese…bla bla… Franco Trentalance blabla … Trattare con cura…. AAAAALT un momento… rewind…. albalb ecnalatnerT ocnarF …. Trattare con cura che? Son sinceramente preoccupata e mi aspetto sia in lancio di un prodotto per l’igiene intima maschile ( approvato dai medici AOGOI il nuovo detergente intimo per lui…. ) o di una cremina voumizzante ( anch’io una volta ero inibito dalla mie dimensioni, poi con la super crema volumizzante della XXXXXX ho detto addio alla timidezza e… anche lui… ellà un bel primo piano del pisellone – voce fuoricampo sull’immagine fissa ….attenzione si consiglia di massaggiare accuratamente dal basso verso l’alto e non da destra verso sinistra per evitare allargamenti…. Aut.min.conc. attenzione: è un medicinale e può avere effetti indesiderati. Anche gravi.)
EH NO!!!
E’ il titolo dell’autobiografia scritta dal pornodivo ex talpone. Ma dai su come si fa a chiamare un autobiografia porno “trattare con cura?” se avesse avuto una laurea in medicina come l’avrebbe chiamata? “ Sterilizzare il Bisturi?” “La mascherina ha il suo perché?” e se fosse stato laureato in economia? “L’andamento ascendende della funzione?” “La curva di Frenk?”
Non ce la faccio, no no non ce la faccio……… mi appare davanti agli occhi l’immagine di un cassone scaricato da una nave arrivata da chissà dove con una scritta enorme FRAGILE… una donnina in minigonna cortissima che con un bel piede di porco (ehm… facciamo piede di mucca che per il suino son tempi bui..) apre il cassone dal quale appare il caro Franco col sorriso ammiccante e l’addominale in vista…. che abbassando il boxer di D&G mi sfoggia un bel tatuaggio sul pisello che appare dapprima come un HWC .. e poi pian pianino compare anche il resto…. Handle With Care .. e pam… butta via il piede di porc…mucca e lo piazza in mano alla signorina in minigonna….. ma vaaaaaaaaaaaaa , caro il mio Trentalance… per la prossima autobiografia per favore trova un nome un po’ più credibile, eddai!!!!
Dopo questa direi che posso chiudere tutte le 7/8 pagine e iniziare a lavorare… con cura mi raccomando….

Smi

giovedì 30 aprile 2009

Sun-smiling ..


Avete presente quelle giornate in cui siete talmente di buon umore che qualsiasi cosa succeda il sorriso non vi si spegne mai ? ecco, oggi è una di quelle…
Sarà che mi ci sono addormentata con questo sorriso e magari nella notte mi è venuta una paralisi, ma fatto sta che stamattina non ho nemmeno dovuto far fatica ad aprire la bocca per lavarmi i denti…. anzi la mia immagine riflessa nello specchio, una volta finito di lavarli si è animata e mi ha detto: “Oh ma la smetti? Guarda che razza di capelli e di occhiaie hai e smetti di ridere va….” Ma chi la ascolta?? Me ne vado in cucina e sento bussare allo specchio… torno indietro e la mia immagine riflessa mi dice: “fatti almeno la coda va, deficiente…”… effettivamente ha ragione…
Faccio un po’ fatica a legare i capelli col sorriso perché mi si tira tutta la faccia e non capisco quante mollette devo mettere in testa… ma chi se ne frega, devo solo andare in ufficio!
Torno in cucina…… mi fermo….. torno indietro e mi rimetto davanti allo specchio…
Oh è ancora lì… nonostante io abbia pensato “(…) andare in ufficio” è un sorriso con scudo e elmetto e resiste a qualsiasi cosa!
Esco di casa e vado verso il comune in cerca della macchina… una volta arrivata li, non la vedo e mi ricordo che ieri sera non c’era posto e l’ho parcheggiata alla palestra, torno indietro e passando davanti alla vetrina del bar sbircio la mia faccia…. sempre li…. Mi rigiro e tentando di coglierlo di sorpresa mi rigiro in un lampo… ma lui è sempre li. Mmmm… tenace ….
Mi faccio tutta la salita e arrivo in cima con la lingua di fuori.. ma perennemente in paralisi della bocca, salgo in macchina e via verso l’ufficio. Mi guardo allo specchietto mentre son ferma al semaforo… oh non si abbassa di un millimetro! Avete presente Joker? Ecco… l’ampiezza del sorriso e lo spazio che occupa sulla mia faccia è proprio quello….
Metto la prima, sorrido, la seconda…sorrido,mi fermo perché il vigile deve far attraversare un bambino per volta…sorrido, mi accorgo che finalmente c’è bel tempo dopo una settimana di diluvio universale….sorrido…. sarà mica merito del mio umore se è finalmente uscito il sole???
Mah..mah… io il dubbio ce l’ho ….

Smi

lunedì 27 aprile 2009

E chi ci ferma più ?


In piedi a fondo campo urlando a squarciagola incitazioni di ogni tipo alle mie compagne, nella mia mente sparisce tutto quello che non è il campo e le ragazze. Sento le mani delle mie compagne che mi stringono il braccio ad ogni palla che sembra cadere, e poi si allentano appena la palla viene invece salvata da una parte o dall’altra del campo.
Laura di nascosto tiene il cellulare in tasca e riceve messaggi di aggiornamento dal campo dove la nostra concorrente per il primo posto sta giocando contro la terza.
Ad ogni messaggio la vedo colorarsi di bianco o di rosso, a seconda di come va il punteggio. Finchè le si spalancano gli occhi e trattiene a stento un urlo… 2-1 per le altre. Un punto, hanno perso un punto e potremmo scavalcarle se non facciamo cazzate e portiamo a casa in nostri bei tre punti come da pronostico, vista la notevole distanza nella posizione in classifica tra noi, e le nostre avversarie di stasera.
Incredule ci tratteniamo a vicenda, perché le nostre compagne in campo non capiscano cosa sta succedendo e rimangano calme e concentrate sulla partita.
Sentiamo un bel bestemmione da parte dell’allenatore e ci risvegliamo dall’atmosfera sognante in cui siamo entrate buttando un occhio in campo e uno al punteggio… 10-9 x loro.
Ci guardiamo spalancando gli occhi e dicendo: no raga, non facciamo cazzate, e posticipando la gioia ci rimettiamo a urlare fortissimo per far sentire che in campo ci siamo anche noi, non solo loro 6. Nonostante il nostro impegno perdiamo altri due punti per due muri scomposti da posto 2 … sento il mio nome, mi giro verso la mia compagna ma lei sta battendo le mani e urlando “Forza ragazze il prossimo punto lo dobbiamo fare noi!!”..no, non è lei che mi chiama… mi sarò sbagliata… no no è il mio nome, guardo davanti a me e vedo l’allenatore che sbraita. Più incredula che pronta tolgo la felpa e mi precipito verso il secondo arbitro per chiamare il cambio.
Entro e mentre le mie compagne mi danno la mano incitandomi e ragguagliandomi sulla posizione e le direttive di gioco inizio a realizzare che tocca a me. E’ il mio turno di fare qualcosa, e a differenza delle mie compagne in campo io so, grazie ai messaggi di Laura, che dobbiamo vincere ad ogni costo perché i due set persi dalla nostra concorrente valgono oro… e un campionato intero.
Marta mi guarda e mi dice: “smi, stampa la 5 che mi sta sul cazzo.” Le rispondo “ci penso io”, sorridendole, ma non propriamente convinta di quello che dico… dopo 2 set ferma in panca le mie gambe non so se saranno veloci come il mio occhio, e le mie braccia…. idem. Ma perché non darle sicurezza?
Guardo le avversarie attraverso la rete… e il nastro sopra le mie mani…. Oh ma quant’è alta stasera questa rete?
Parte la battuta… rice, palla in banda… ci difendono, la rigiocano per la banda, palla alla nr. 5 … salto a muro obbligandomi a pensare a dove e come mettere le braccia … murata.
Guardo la palla che cade forte nell’altro campo dopo il mio muro e mi giro verso le mie compagne urlando e alzando il braccio in alto, per loro, ma soprattutto per me, per darmi la carica, per dirmi: si, le gambe seguono il tuo occhio… e anche le tue braccia. E allora fai quello che sai fare.
Marta mi guarda e mi dice: “ah allora basta chiedere? Beh dai mura anche l’opposto allora” scherzando e cacciando via la tensione … battiamo , palla all’opposto… sento la botta sul mio avambraccio e vedo la palla cadere a terra, ancora nel loro campo, ancora murata. Non ci credo, Marta se la ride dandomi il 5 e le mie compagne si stanno ricaricando. Ora siamo a meno uno e ci siamo, ci stiamo riprendendo, stiamo tornando. Linda mi alza una palla splendida che picchio a terra con tutte le mie forze….. mi giro verso la mia palleggiatrice per festeggiare il NOSTRO magnifico punto , mentre lei sta facendo lo stesso venendo verso di me…. pamm….che botta ragazzi, prese dalla gioia non ci siamo accorte di essere così vicine e ci siam date una testata fortissima … “We Li, che testa dura hai?” che botta !!! ma qui non c’è tempo x pensarci, punti ragazze, torniamo sopra noi… ormai ci siamo ritrovate e non ci ferma più nessuno.
Guardo le mie compagne prima di tornare a rete e sfidare le avversarie a provare a mettere per terra il pallone, e quello che vedo è determinazione, voglia di vincere, sicurezza.
Questa è la mia squadra.
Con un sorrisino che non riesco a nascondere vado al mio posto, pronta a contrastare chiunque cerchi di passare. E adesso andiamo a vincere raga.
Smi

giovedì 23 aprile 2009

Che rumore fa.... la mondanità

Week end di Pasqua, siamo pronti x l’appuntamento con Milano Marittima, il beach volley, il sole (….) il caldo (………) e gli interminabili aperitivi in centro…o poco fuori, o giù di li, su per giù … insomma chi si ricorda più dove sei dopo il secondo giro???
Quest’anno siamo in una 40ina circa, tra chi arriva prima e parte prima, chi arriva prima e parte dopo, chi arriva dopo e parte prima , chi arriva dopo e parte dopo e chi arriva e nessuno lo sapeva… insomma neanche alla reception hanno ancora ben capito quanti siamo e chi siamo, dove stiamo e come dormiamo… ma soprattutto…dormiamo????
Hotel notevole, camere calde, ben tenute, solita doccia della riviera che se ti dimentichi di lasciare aperta la tavoletta del wc allaghi tutto però volendo puoi tenerla chiusa e fare la doccia da seduto, ma molto carino, balconcini tondi, comunicanti (ovvio l’effetto tutti sul balcone a comunicare, altro che sms o telefonate tra camere), colazione fino a tardi (cola-brunch in pratica) con alle 11.00 pure la pizza calda … notevole, decisamente notevole.
Purtroppo nonostante Pasqua sia più tardi rispetto all’anno scorso, non si può dire che faccia caldissimo…. Ma almeno non diluvia, quindi dopo la colazione… verso le 11.30 …. via in spiaggia a Cervia, solito club, solito battibecco con gli amanti del racchettone x farci dare uno dei due campi… un paio di sediate per alzare la rete e via siam pronti alle consuete sfide … pronti… oh siam pronti….ma che fate li tutti fermi in mezzo al campo??? uuups… manca qualcosa …. IL PALLONEEEEEEEEEEE… 40 pallavolisti e manco un pallone… ragazzi VERGOGNAAA!!! Spedizione al bar con faccia supplicante per vedere se peeer caaaasoooo…. Alè, subito rimediato, ecco un bel molten. E così iniziano le sfide annunciate e quelle improvvisate, solo uomini, misto, solo donne… ri-misto…. I commenti si sprecano, chi perde sa già che passerà un we difficile e che non gli sarà mai e poi mai concessa la rivincita… la gente “normale” passeggia e si ferma a osservarci, attirata più dalle nostre risate e dai commenti che dalla sfida in sè, perché il primo beach dell’anno non è mai molto spettacolare…è più che altro… molto divertente!
Nelle pause si riempiono i cestini di bottiglie vuote di corona (ma il limone…lo devo togliere e mettere nell’umido o lo lascio nella bottiglia??? Ma dove cavolo è il raccoglitore dell’umido su questa spiaggia???che faccio lo insabbio???) vinte o perse nella sfida… oppure scroccate ..”già che passi al bar…” . A parte l’appuntamento nel pomeriggio per il pranzo al chioschetto delle piadine…meravigliosa invenzione… durante il quale le malcapitate piadinare vengono assaltate da donnine e omoni affamati e mai sazi, l’attenzione è già rivolta alla serata …
L’aperitivo … sacrosanto appuntamento del we. L’idea è sempre quella dell’aperitivo mangiante, ma tutto dipende da quanta gente sfila per le strade di Milano Marittima all’ora dell’aperitivo….
Il problema principale è…. Riuscire a prenderlo questo aperitivo!! Nel senso che una volta scartati i locali vuoti (eccheccazzo, se devo fare aperitivo in un locale vuoto, vado al baobab a Calolziocorte) i locali pieni sono estremamente pieni. Non so se avete presente la riviera negli orari serali… è un po’ come stare in mezzo a un campo da rugby durante una partita… tu sei li già coi tuoi problemi di equilibrio sul tuo tacco del 15 e vieni letteralmente trasportata dalla mandria che segue la palla ovale…solo che invece che da tanti omoni muscolosi affascinantemente sporchi e sudati vieni sballottata da gente ubriaca di tutti i tipi sudata da far paura ma con abiti assolutamente firmati e occhiali da sole (alle 8 di sera..) che però fondamentalmente puzza e insegue…. Qualcosa di vagamente ovale effettivamente ….ma non una palla ….
A volte ti sembra di sentire dalle casse invece della super hit del momento un bel “tutti a destraaaa eheheheehheehh a sinistra ohhohohoohoho “ e in un attimo di follia e di fumi dell’alcool (perché dall’alcool in carne e ossa sei ancora ben ben ben lontana) vedi le cubiste seminude che smettono di dimenare tette e culo e alzando le braccia e ondeggiando si muovono insieme alla canzone andando a destraaaaa (eheheheheeh) e poi a sinistraaaa (ohohohohooho), poi uno ti schiaccia il piede e allora torni alla realtà.
Ovviamente in tutto questo i 40 del gruppo chissà dove sono dispersi…. Beh…siam pallavolisti, siamo alti basta guardare in alto e ci ritroveremo prima o poi.. (sono… ok ok sono alti, sono non siamo, anche se nonostante il mio metro e settanta, con 15 cm di tacco posso dirmi alta anche io e dai!!) … intanto concentriamoci sull’obiettivo…. la cassa del locale scelto… (per chi si chiedesse come è stato scelto il locale, è molto semplice: il primo che riesce ad arrivare a una cassa manda un sms multiplo: “siamo allo XXYZ , cubista mora con la 4 in fondo a destra, la cassa è sotto il bocchettone delle bolle di sapone.”) intanto ci passiamo le ordinazioni : 2 mojiti, 4 spritz, 2 sbagliati e una coca… una coca????? Ok ok scherzavo.
Mentre ci facciam trascinare dalla corrente (ma la red bull quando serve dove è??? Ah già… al bancone…) ci scambiamo dei sms di riconoscimento e organizzazione in puro stile task force “obiettivo raggiunto” “incontro fortuito con conoscente, sbrighiamo pratica veloce e procediamo” “richiesta specifica location: cubista mora con la 4 coppa B o coppa C?” “Roger, siamo in arrivo” “Cretino con chi ce l'hai che qui non c'è nessuno che si chiama Roger” “…. …. …..!!!!!! biip”
E sull’ala di questi spassosi scambi di opinione arriviamo in vista della mora con la 4 e ci lanciamo sulla cassa... taaaccc scontrino in mano… fiuu un bel sospiro di sollievo…. abbasso gli occhi , guardo lo scontrino…. guardo il bancone…. riguardo lo scontrino…..cerco il samsung in borsa, nuovo messaggio “primo obiettivo raggiunto, ma adesso che faccio, estraggo l’accendino, arrotolo lo scontrino e gli do fuoco, me lo fumo e mi sballo così, o mi metto in coda al bancone???” faccio per rimetterlo in borsa ma ecco la prima risposta
“sminky piantala di drogarti e mettiti in coda se no qui facciam Pasqua”
… …. ….. un sorriso mi illumina la faccia….. sto per rispondere quando arriva un secondo sms
“prova a rispondere che Pasqua è oggi che ti soffoco con la 4 della cubista …”
ok ok mi ributto nell’onda della folla di rugbisti e cerco di guadagnare la meta…..

Smi